sabato 27 aprile 2024
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Like Dreamers 18/10/2013 -

Yossi Klein Halevi
Like Dreamers
Harper Collins

In Like Dreamers, acclaimed journalist Yossi Klein Halevi interweaves the stories of a group of 1967 paratroopers who reunited Jerusalem, tracing the history of Israel and the divergent ideologies shaping it from the Six-Day War to the present.
Following the lives of seven young members from the 55th Paratroopers Reserve Brigade, the unit responsible for restoring Jewish sovereignty to Jerusalem, Halevi reveals how this band of brothers played pivotal roles in shaping Israel’s destiny long after their historic victory. While they worked together to reunite their country in 1967, these men harbored drastically different visions for Israel’s future.
One emerges at the forefront of the religious settlement movement, while another is instrumental in the 2005 unilateral withdrawal from Gaza. One becomes a driving force in the growth of Israel’s capitalist economy, while another ardently defends the socialist kibbutzim. One is a leading peace activist, while another helps create an anti-Zionist terror underground in Damascus.
Featuring an eight pages of black-and-white photos and maps, Like Dreamers is a nuanced, in-depth look at these diverse men and the conflicting beliefs that have helped to define modern Israel and the Middle East.

Gli ebrei e le parole 07/10/2013 -

Amos Oz     Fania Salzberger
Gli ebrei e le parole
Feltrinelli

Perché le parole sono così importanti per così tanti ebrei? Il romanziere Amos Oz e la storica Fania Oz-Salzberger si avventurano lungo le varie epoche della storia ebraica per spiegare la fondamentale relazione che esiste tra gli ebrei e le parole. Mescolando narrazione e studio, conversazione e argomentazione, padre e figlia raccontano le storie che stanno dietro ai nomi, ai proverbi, alle dispute, ai testi e alle barzellette più duraturi dell'ebraismo. Secondo loro, queste parole compongono la catena che lega Abramo agli ebrei di tutte le successive generazioni. Usando come cornice per la discussione questioni quali la continuità, le donne, l'atemporalità, l'individualismo, i due Oz riescono con maestria a entrare in contatto con personalità ebraiche di ogni tempo, dall'anonimo, forse femminile, autore del Cantico dei Cantici, passando per oscuri talmudisti, fino agli scrittori contemporanei. Suggeriscono che la continuità ebraica, persino l'unicità ebraica, non dipenda tanto da alcuni luoghi essenziali, monumenti, personalità eroiche o rituali, quanto piuttosto dalle parole scritte e da un confronto che si perpetua tra le generazioni. Ricco com'è di cultura, poesia e umorismo, questo libro è un viaggio tra le parole che sono al centro della civiltà ebraica e porge la mano al lettore, qualsiasi lettore, perché si unisca alla conversazione.

Un cuore intelligente 12/09/2013 -

Alain Finkielkraut
Un cuore intelligente
Adelphi

"Della letteratura non abbiamo bisogno per imparare a leggere. Ne abbiamo bisogno per sottrarre il mondo reale alle letture sommarie". E proprio questa la convinzione che ispira ad Alain Finkielkraut l'appassionato esercizio critico di Un cuore intelligente: raccontare nove tra i più notevoli libri della modernità svelando l'immensa sapienza che lì si cela. Perché la risposta alle grandi domande - "Che cos'è la civiltà? Che cos'è l'arte? Che cosa sono l'ideale e la grazia?" - non può che essere "una risposta narrativa". Rileggendo Tutto scorre... di Vasilij Grossman o La macchia umana di Philip Roth, Lo scherzo di Milan Kundera o II pranzo di Babette di Karen Blixen, Lord Jim di Joseph Conrad o Washington Square di Henry James, Finkielkraut, che da anni va smascherando le ingiustificate certezze dell'Occidente, si propone di scrutare la realtà incarnata nei particolari e spesso redenta dall'ironia - e, soprattutto, di trovare una chiave per decifrare gli "enigmi del mondo". E con la sua suite di letture ci invita a svincolarci da molteplici trappole, della ragione e del sentimento, per lasciarci educare, tramite la parola letteraria, alla "perspicacia affettiva". Solo così ci verrà concesso quel "cuore intelligente" che re Salomone invocava dall'Eterno, stimandolo più prezioso di ogni altro bene.

Auschwitz ero il numero 220543 02/09/2013 -

Denis Avey con Rob Broomby
Auschwitz ero il numero 220543
Newton Compton

E’ una storia sconvolgente che commuove nel profondo quella che giunge a noi dopo più di sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Il racconto scioccante che il giornalista della BBC, Rob Broomby, ha reso pubblico nel 2009, è la testimonianza di Denis Avey, un soldato inglese che arruolatosi nel 1939 nell’esercito britannico, combatte nel deserto durante la seconda guerra mondiale, viene fatto prigioniero e traferito prima in Italia e poi nel campo di prigionia vicino ad Auschwitz III. Nel 1944 questo giovane soldato che durante il giorno è costretto ai lavori forzati insieme ai detenuti ebrei, compie un gesto di estremo coraggio per il quale nel marzo del 2010 è stato insignito della medaglia di “eroe dell’Olocausto”. Dopo aver intuito le atrocità che attendono gli ebrei ogni sera al ritorno nel campo di sterminio, Denis Avey decide di scambiare la sua uniforme di militare inglese con la casacca a righe di un ebreo olandese di nome Hans ed entrare nella sezione riservata ad essi nell’inferno di Auschwitz. Da quel momento Denis diventa un testimone prezioso delle atrocità commesse a danno degli ebrei ed inizia la sua strenua lotta per salvare la propria vita e quella di tanti altri prigionieri.
“Questo è un libro di capitale importanza – scrive Martin Gilbert nella prefazione – perché ci riporta subito alla mente i pericoli che incombono sulla società quando intolleranza e razzismo riescono a mettere radici”.
Leggere la testimonianza di Denis Avey , il cui “gesto di umanità rappresenta un raro spiraglio di luce e di pietà”, è un tributo all’autore e a tutti coloro che non hanno potuto raccontare, le cui esistenze rivivono attraverso il racconto di un uomo che, a rischio della propria vita, ha scelto di tenere viva la fiaccola della Memoria.

The Oslo Syndrome 22/08/2013 -

Kenneth Levin
The Oslo Syndrome
Smith Kraus Global

Ken Levin spiega perché tanti ebrei e israeliani ingannano se stessi sulle malevoli intenzioni dei loro nemici. La sua analisi è convincente, profonda, illuminante. I lettori di “ The Oslo Syndrome”  saranno in grado di riconoscere i pericoli ricorrenti di quel processo politico che minaccia Iraele e il mondo.
Ruth Wisse

Ritengo “The Oslo Syndrome” il manifesto più importante della nostra generazione, una analisi indispensabile che spiega il presente per aiutarci a capire il futuro.
Cynthia Ozick

L'odio di sé - il disprezzo per la maggioranza degli ebrei e per il sionismo, il tentativo di far riconoscere una propria diversità e innocenza proprio dai nemici del popolo ebraico - è una patologia politica e morale purtroppo non rara nel mondo ebraico, soprattutto nelle sue ali estreme ultraortodossa e ultrasinistra. "The Oslo Syndrome" è il miglior libro per capire le cause e la storia di questa malattia.
Ugo Volli

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www.jerusalemonline.com
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