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Convoglio di mezzanotte 28/06/2013 -
S. Yizhar Convoglio di mezzanotte Collana Raggi Traduzione ELENA LOEWENTHAL Elliot
Yizhar è il padre indiscusso della letteratura israeliana moderna, ma per la realtà ebraica è molto più di questo. Al termine del conflitto arabo-israeliano del 1948, la sua critica dei metodi della politica militare di Israele scatenò un dibattito interno che ancora oggi non sembra essersi concluso. Nessuno fino ad allora aveva narrato l'etica ingenua delle armi, la moralità affranta dei soldati, la crudeltà casuale, il senso irrisolto di una contraddizione storica e umana. "Convoglio di mezzanotte" è il romanzo di una guerra combattuta contro un nemico incombente e invisibile. Al centro del racconto un insediamento israeliano, sotto assedio nel deserto del Neghev, rimane in attesa di rifornimenti. Per raggiungerlo, un convoglio dovrà tagliare le linee nemiche. Un piccolo distaccamento viene così incaricato di individuare il percorso e il momento più adatti alla riuscita dell'operazione, ma la missione assumerà sempre di più l'aspetto di una battaglia contro se stessi, contro la propria coscienza, contro la terra, la polvere e la notte.
La stella di David 17/06/2013 -
Gershom Scholem A cura di Elisabetta Zevi, Saverio Campanini La stella di David Giuntina
Se c’è un simbolo che tutti identificano a colpo sicuro con l’ebraismo è la Stella di David. Eppure, come dimostra Gershom Scholem in questo saggio finalmente in edizione completa sulla base del suo lascito postumo, non si tratta né di un simbolo specificamente ebraico né, tanto meno, di un simbolo dell’ebraismo. Motivo ornamentale e potente talismano, la Stella ha cambiato spesso il proprio significato. La perfezione geometrica della Stella è divenuta simbolo dell’ebraismo solo passando dal crogiolo della storia. Un libro appassionante, ancora capace di sorprendere e di farci pensare.
Isaiah Berlin. Ironia e libertà 07/06/2013 -
Ignatieff Michael Isaiah Berlin. Ironia e libertà Carrocci
Unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori pensatori del Novecento, Isaiah Berlin è stato anche un testimone d'eccezione del secolo appena concluso. Michael Ignatieff gli ha dedicato un'appassionata biografia, ricostruendone la vita dall'infanzia nella Russia rivoluzionaria agli anni d'insegnamento a Oxford, dall'attività diplomatica a Mosca durante la seconda guerra mondiale ai numerosi incontri con uomini politici come Kennedy, Churchill e Weizmann e con protagonisti della cultura come Einstein e Freud, Pasternak e Virginia Woolf, Wittgenstein e Picasso. Un ritratto coinvolgente in cui spiccano l'ironia e la lucida intelligenza di questo pensatore che ha coniugato come nessun altro cultura russa, anglosassone ed ebraica.
Il bambino 27/05/2013 -
Dan Porat Il bambino Rizzoli
Donne che escono in fila da un portone, tenute sotto tiro da soldati nazisti, e in primo piano un bambino spaurito con le braccia alzate. Quando si imbatte nella foto, Dan Porat decide di ricostruire la storia di quel giorno, e della distruzione del ghetto di Varsavia. Lo fa in un libro che intreccia le vite di quel bambino, di una ragazza attiva nella resistenza, e di tre soldati nazisti tra cui il generale delle SS Jürgen Stroop. Un libro che ha il respiro di un romanzo e la verità della storia, in cui assieme alla narrazione viva e partecipata di quel dramma scorrono le foto selezionate da Stroop - al quale Himmler aveva dato l’ordine di annientare il ghetto di Varsavia - per documentare la repressione degli ebrei e altre inedite scovate dall'autore in anni di ricerche, volti e i gesti di uomini e donne comuni destinati a diventare vittime e carnefici.
La mia testimonianza dinanzi al mondo 10/05/2013 -
Jan Karski La mia testimonianza dinanzi al mondo A cura di Luca Berbardini Adelphi
"Racconti tutto ciò di cui ha fatto esperienza personale, tutto ciò che ha visto e udito. Riporti i fatti e lasci che chi ascolta possa trarre le sue conclusioni": con questo viatico il premier del governo polacco in esilio mandò Jan Karski a informare i grandi della terra di quello che accadeva agli ebrei nel suo Paese. Il giovane ex ufficiale di riserva dell'esercito polacco, unitosi alla resistenza nel 1939, aveva compiuto infatti un'impresa inaudita: era riuscito a infiltrarsi nel ghetto di Varsavia e nel campo di sterminio di Belzec - e, cosa ancora più inaudita, era riuscito a venirne fuori. Il suo compito, quindi, era uno solo: testimoniare. Cosa che fece: ma senza essere creduto. Forse perché al Rapporto Karski era impossibile credere: giacché il cervello umano "non può andare oltre un certo limite ". O perché, per motivi squisitamente strategici, si scelse di non credere. La questione resta tuttora aperta. Questo libro però non racconta soltanto ciò che conteneva quel rapporto, ma tutte le avventure da lui vissute nel corso della guerra: l'arresto da parte dei sovietici, che poi lo consegnano ai tedeschi; la prima evasione; le missioni di collegamento con il governo in Francia; l'arresto da parte della Gestapo e le torture subite; la seconda evasione da un ospedale a opera della resistenza; la sua missione di testimonianza. Tutti "fatti", appunto, che vengono narrati senza alcuna enfasi, in uno stile asciutto e laconico - e proprio per questo tanto più efficace. Dimenticato nel dopoguerra in ragione dei nuovi assetti politici mondiali, Karski sarà riscoperto e intervistato dal regista Claude Lanzmann per il celeberrimo Shoah (1985), che darà l'avvio alla seconda fase della sua missione: ricordare l'indifferenza degli Alleati di fronte al consumarsi del genocidio.