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Italia Oggi Rassegna Stampa
04.11.2023 Germania: Shoah come un gioco passatempo
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 04 novembre 2023
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Germania: Shoah come un gioco passatempo»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 04/11/2023, il commento di Roberto Giardina dal titolo "Germania: Shoah come un gioco passatempo".

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Roberto Giardina

Shoah - il genocidio della popolazione e della cultura ebraica perpetrato  dal regime nazista [approfondimento]

Non mi sono mai seduto al computer per passare il tempo con un videogioco. Capisco che possa essere divertente disputare una partita di calcio e far vincere i miei rosanero la Coppa dei Campioni, combattere di nuovo a Waterloo per dimostrare di essere più bravo di Napoleone, o dare scacco matto a Spassky, il genio degli scacchi, ma mi sembrerebbe di barare in un solitario. Sarò  antiquato, e mi chiedo: che gusto c´è?
Ora posso giocare alla Shoah, scegliere la parte della SS che dà la caccia agli ebrei per sterminarli ad Auschwitz, o quella della vittima che cerca di sfuggire allo sterminio. C´è il boom dei videogiochi nazisti, prodotti in Germania e altrove. Alcuni sono espliciti nei riferimenti storici, altri cercano di mascherare  i simboli, ma il richiamo al nazismo rimane evidente.

“My memory of us” è stato prodotto in Polonia nel 2018, e continua a essere venduto. Un bambino e una bambina girano spensierati per una città, giocano, mangiano una mela, finché giungono i robotermonster,  che li chiudono nel lager. Riuscirò, stando dalla parte dei piccoli, a sfuggire alla morte? Il gioco allude  alla dominazione tedesca in Polonia. Si gioca al III Reich, ma a Varsavia quanti ricordano che gli ebrei furono trucidati anche dai polacchi rischiano di finire in carcere. La storia va cancellata.
I crimini nazisti nei giochi digitali per decenni erano un tabu, ora non si hanno scrupoli, scrive Der Spiegel. “Non solo si può, si deve”, commenta la storica Tabea Widmann, con l´alibi di rivivere la storia, di non dimenticare gli orrori del recente passato, in realtà si dimentica il messaggio “Nie wieder”, mai più. Se continuo a giocare, si banalizza il nazismo. Un pericolo per gli adolescenti: al computer tutto diventa uguale, la lotta contro i mostri, o gli extraterrestri, e il nemico con la svastica. Si uccide per non venire uccisi, e i cattivi diventano più affascinanti. Tabea Widmann guida un progetto presso la Stiftung Spielkultur, la fondazione per la cultura del gioco,  su  come si possa stimolare, attraverso i media, lo studio della storia.
Uno dei collaboratori, Christian Ubertus  guida l´iniziativa “Ricordare con i giochi”.  I videogames possono sostituire i libri di storia? “Certamente no, dichiara,  possono dare nuovi stimoli per studiare e confrontarsi con il passato”.
“Rimango scettica, scrive la collega Katja Iken, 53 anni, sullo Spiegel. Sono convinta fermamente che non si debba giocare all´olocausto”. I bambini e gli adolescenti non dovrebbero essere lasciati liberi di confrontarsi con il nazismo e i campi di sterminio, senza una guida. “Nei giochi alla fine tutto si riduce a chi vince”, conclude.  
In un altro gioco, “Trough the Darkest of Times”, dell 2020, attraverso i tempi più oscuri, si evoca la lotta contro il nazismo a Berlino durante il III Reich. Si può creare un avatar, un nostro doppio online, per opporsi a Hitler, si crea un gruppo di resistenti, e si cerca di sfuggire alla Gestapo. Secondo la nostra abilità, guadagniamo punti, o ci vengono tolti.

Nel 2018, Franzsika Giffey, socialdemocratica, all´epoca ministra della famiglia, fu categorica, niente affatto tollerante: “Mit Hakenkreuzen spielt man nicht”, con la croce uncinata non si gioca. Elisabeth Winkelmeier-Becker, portavoce della frazione cristianodemocratica al Bundestag, commentò: “I videogiochi non sono adatti per confrontarsi con gli orrori del nazismo, e rievocare le sofferenze delle vittime”. Naturalmente, Jörg Friderich, uno degli autori di “Attraverso i tempi più oscuri”, è di parere contrario: “Siamo nel XXI secolo, i giochi fanno parte della nostra cultura, servono a studiare il passato”.
Oggi, sei tedeschi su dieci giocano al computer, oltre 36 milioni a partire dai sei anni. Molti giochi sono ispirati alla seconda guerra mondiale, si combatte contro i tedeschi o dalla loro parte, ma non si pongono domane morali. Vince chi usa meglio panzer e divisioni. Pur se non esplicitamente antisemitici, gli ideatori evitano di evocare la Shoah, e i campi di sterminio. Ubertus ammonisce: “Non dobbiamo lasciare l´enorme potenziale dei giochi digitali in mano ai reazionari antidemocratici.”

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