sabato 11 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.



Ordine cronologico - Ordine alfabetico
<< | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | >>  
Nati con la libertà 15/11/2012 -

Alberto Cavaglion
Nati con la libertà
L’Ancora del mediterraneo


“Nato con la libertà” è l’anagramma di Alberto Cantoni, il primo personaggio di questo piccolo dizionario biografico degli ebrei nell’Italia unita, un repertorio ricco di proposte, di casi e di polemiche (dai “riti di sangue” all’abuso dei protocolli dei Sette Savi di Sion). Gli ebrei italiani sono nati due volte con la libertà. Nel Risorgimento prima, con il 25 aprile 1945 poi. Un denominatore comune lega i nati liberi nell’Ottocento ai secondi nati liberi nel Novecento: impedire che la libertà acquisita diventi vana. Nascere con la libertà è relativamente facile, ben più difficile è conservare le ragioni che rendono possibile il consolidarsi di questo valore.

Domande alla Torah 05/11/2012 -

Ugo Volli
Domande alla Torah.
Semiotica e filosofia della Bibbia ebraica
L’Epos

La Torah è la Bibbia ebraica il cui nucleo centrale è il Pentateuco: certamente il testo più influente e significativo dell'intera cultura occidentale, studiato moltissimo dal punto di vista teologico, storico e filologico. Questo saggio propone una lettura semiotica e filosofica che punta a mettere in luce le strutture di senso e il modo in cui esso stesso comprende, anche implicitamente, il proprio funzionamento comunicativo. Ci si chiede, per esempio, che cosa per la Torah è un nome, un libro, la memoria, che struttura ha il suo immaginario delle origini... Un modo innovativo per rivolgersi al libro per antonomasia, ascoltando con attenzione, rispetto e senso critico le sue risposte e quelle della tradizione ebraica. È un modo per mostrare la vitalità del metodo semiotico, applicandolo alla più sacra delle scritture.

Heidegger, l’introduzione del nazismo nella filosofia 25/10/2012 -

Emmanuel Faye
Heidegger, l’introduzione del nazismo nella filosofia
L’Asino d’Oro


I rapporti di Heidegger con il nazionalsocialismo non sono riconducibili al temporaneo disorientamento di un uomo la cui opera filosofica continuerebbe a meritare ammirazione e rispetto -come molti ancora sostengono. Emmanuel Faye, professore di filosofia moderna e contemporanea a Rouen, senza mai separare riflessione filosofica e indagine storica, propone una lettura degli scritti di Heidegger che rivela quanto egli si sia impegnato per introdurre i fondamenti del nazismo nella filosofia e nell'insegnamento. Nel suo seminario hitleriano dell'inverno 1933-34, Heidegger identifica il popolo con la comunità di razza e sostiene che sia necessaria per il III Reich una nuova nobiltà, esaltando l'"eros" del popolo per il Führer. Successivamente, dopo il 1935, il suo nazismo invece di affievolirsi si radicalizza: nel 1941 definisce la selezione razziale come "metafisicamente necessaria"; infine, dopo la disfatta del nazismo, le sue prese di posizione sul nazionalsocialismo e i campi di sterminio andranno a nutrire i discorsi dei movimenti revisionisti e negazionisti. Con questa opera, già pubblicata in molti paesi e finalmente anche in Italia, Faye rende evidente il fatto che Heidegger, partecipando all'elaborazione della dottrina hitleriana e ponendosi egli stesso come "guida spirituale" del nazismo, invece che arricchire la filosofia ha distrutto, attraverso essa, ogni forma di pensiero e di umanità.

La belva in gabbia 15/10/2012 -

Sergio Minerbi
La belva in gabbia
Lindau


"La belva in gabbia" era l’espressione in codice usata dal Mossad, uno dei servizi segreti israeliani, per informare il primo ministro israeliano, David Ben-Gurion, che Adolf Eichmann era stato catturato. Era il 1960. Portato in Israele, un anno dopo cominciò il processo.

Sergio Minerbi seguì il processo ad Adolf Eichmann in tutte le sue fasi, in qualità di corrispondente della Rai, e ne pubblicò successivamente un resoconto dettagliato e drammatico in un volume uscito nel 1962 e divenuto un classico. Viene oggi riproposto in una nuova edizione completamente rivista dall'autore e arricchita dalla prefazione, inedita in Italia, di Gabriel Bach, ex procuratore di Stato in Israele ed ex giudice della Corte Suprema israeliana, finora pubblicata solo sull'edizione americana. Il volume è inoltre impreziosito da un ricco inserto fotografico, storicamente interessante, con immagini concesse in particolare dallo Yad Vashem, il Museo dell'Olocausto.
Una prosa lucida e concisa e una sapiente alternanza di accurate ricostruzioni storiche e di racconti dalla forte presa emotiva fanno di questo libro un tassello fondamentale per comprendere l’immane tragedia della Shoah.

Come fiamma che brucia 24/09/2012 -

Bella Chagall
Come fiamma che brucia
Donzelli

Nata nel 1895 da una famiglia ebrea, l’autrice sposò nel 1915 il celebre pittore. Il loro primo incontro e l’inizio d’un grande amore sono tra i ricordi più toccanti da lei raccontati in queste pagine, che rendono pienamente giustizia al suo talento di scrittrice. Marc Chagall pubblicò il libro tre anni dopo la morte di Bella, corredandolo con 68 disegni in bianco e nero, rimasti tra i suoi più celebri, e con una postfazione, gli uni e l’altra ora riproposti in questa edizione. Un intimismo struggente, una scrittura che si fa emozione pura, il racconto di una infanzia e di una giovinezza imbevute di un piccolo mondo scandito da ricorrenze e retaggi d’un tempo lontano.

<< pagina precedentepagina seguente >>
www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT