sabato 27 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.



Ordine cronologico - Ordine alfabetico
<< | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | >>  
Lion Feuchtwanger I fratelli Oppermann 29/07/2014 -

Lion Feuchtwanger

I fratelli Oppermann
Skira

"Nel gennaio del 1941 la sorte dell'Europa e del mondo sembravano segnate [...]: avevamo letto 'I fratelli Oppermann' di Feuchtwanger, importato nascostamente dalla Francia, in cui si descrivevano le 'atrocità naziste'; ne avevamo creduto una metà, ma bastava..." (Primo Levi, "Il sistema periodico"). Questo romanzo, la storia di un'agiata famiglia di ebrei tedeschi travolta dall'avvento del nazismo, rivela contenuti quasi profetici nel descrivere gli avvenimenti storici, pur essendo stato pubblicato nel 1934. Una società ora inconsapevole, ora politicamente impreparata, ora volutamente cieca di fronte alla Storia assiste all'affacciarsi del nazismo nella Germania degli anni Trenta: passato e futuro si fondono nella saga degli Oppermann, che da cittadini benestanti ed emancipati di una Berlino all'avanguardia precipitano nel vortice di una tragedia reale, fatta di svastiche, camicie brune, discriminazioni, inganni e tradimenti.

Ci scrive l'inventore della carta stampata.. 28/07/2014 -
La Shoah dei bambini -

Bruno Maida
La Shoah dei bambini
Einaudi

Questo libro racconta la storia dei bambini ebrei che furono perseguitati e deportati dall'Italia, in una vicenda che si dipanò dal 1938 al 1945. Esso non ripercorre solo le complesse realtà che vissero gli adulti bensì riattraversa quegli anni "con occhi di bambino". È un'espressione, questa, che non significa solo collocare al centro della narrazione il punto di vista dell'infanzia e i percorsi di una memoria specifica, segnata da esperienze in parte diverse rispetto a quelle dei genitori. È un'espressione che sottolinea come nella ricostruzione storica della persecuzione e della deportazione dei bambini italiani ebrei vengano analizzate le strategie e i comportamenti della vita quotidiana - dal gioco allo studio, dal rapporto con gli altri famigliari agli oggetti e ai luoghi - che restituiscono un mondo articolato di paure e speranze, il libro racconta sia come vissero concretamente quei bambini, sia l'aspetto psicologico più strettamente legato al trauma, poiché fu un'esperienza che coincise con la fase della crescita, indirizzando per sempre alcuni elementi della loro identità e del loro rapporto con il mondo, il tema della mancata reintegrazione, in termini materiali e simbolici, da parte del nostro paese, induce l'autore a spingere la sua ricostruzione fino al dopoguerra, così da portare la riflessione sulle responsabilità collettive che tuttora ci interrogano.

Agguato ai Nibelunghi 16/06/2014 -
Roni Dunevich
Agguato ai Nibelunghi
Mondadori

Quando Galia, un'agente speciale israeliana impegnata in una pericolosa missione in Turchia, viene catturata dalle autorità locali, Alex Bartal, che dirige la divisione operativa del Mossad dal quartier generale di Glilot, decide di intervenire per salvare la vita della coraggiosa collega. Questa vicenda non solo scatena un'ulteriore crisi in Medio Oriente ma è anche l'inizio di una misteriosa catena di delitti: uno dopo l'altro, infatti, molti agenti israeliani "dormienti", appartenenti al cosiddetto "Anello dei Nibelunghi", vengono eliminati. Si tratta di uomini e donne che vivono e lavorano nelle principali città europee. Hanno una copertura perfetta, agiscono da soli e possono rimanere inattivi per anni ed entrare improvvisamente in azione. Non si conoscono tra loro e nessuno sa chi siano tranne chi li comanda, la cui identità è custodita gelosamente dal capo del Mossad. Convinto che tra i Nibelunghi si nasconda una talpa, Alex Bartal parte alla volta di Berlino per incontrare questo misterioso personaggio, ma l'uomo scompare subito dopo in circostanze oscure. Ha così inizio per Alex una corsa contro il tempo per anticipare le mosse del traditore che continua inesorabile a lasciarsi alle spalle una lunga scia di sangue.
'Giudaica perfidia'. Uno stereotipo antisemita fra liturgia e storia 06/06/2014 -
Daniele Menozzi
"Giudaica perfidia". Uno stereotipo antisemita fra liturgia e storia
Il Mulino


«Preghiamo anche per i perfidi giudei», così recita nel venerdì santo il Missale romanum di Pio V, pubblicato nel 1570, sintetizzando l’immagine degli ebrei nella liturgia latina. Stanno qui le radici di uno stereotipo antisemita che le traduzioni in volgare dei testi liturgici introiettano nella mentalità cattolica. Ma dal tardo Settecento la cultura cattolica comincia a interrogarsi su questo «insegnamento del disprezzo» trasmesso dal culto pubblico e ufficiale della chiesa. Gli eventi culminati nella Shoah avviano poi un decisivo confronto con la storia, portando a un riesame del rapporto con gli ebrei. Lo testimoniano tormentati rifacimenti della preghiera del venerdì santo da Giovanni XXIII fino ai nostri giorni.

Daniele Menozzi insegna Storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Con il Mulino ha pubblicato: «Chiesa, pace e guerra nel Novecento. Verso una delegittimazione religiosa dei conflitti» (2008) e «Chiesa e diritti umani. Legge naturale e modernità politica dalla Rivoluzione francese ai nostri giorni» (2012).
<< pagina precedentepagina seguente >>
www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT