giovedi` 09 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.



Ordine cronologico - Ordine alfabetico
 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | >>  
Storia degli ebrei sefarditi 06/12/2010 -

Esther Benbassa – Aron Rodrigue
Storia degli ebrei sefarditi
Einaudi


Gli storici Benbassa e Rodrigue raccontano in questo prezioso saggio la storia della diaspora sefardita, la minoranza ebrea spagnola che, cacciata dalla penisola iberica all'indomani della scoperta dell'America, si insediò nei territori dell'Impero Ottomano, nei Balcani e in Asia minore. E lì si è sviluppata mischiando lingua, tradizioni, costumi e vita sociale con l'Islam mediterraneo. L'Impero Ottomano era un contesto multietnico e multiculturale in cui lingue, religioni e modelli economici e sociali si integravano e in cui gli ebrei, così come greci e armeni, godevano di ampie autonomie e funzionavano di fatto come uno stato nell'Impero, sotto la guida dei rabbini e dei notabili. La nascita di nuovi Stati con forte identità nazionale su base etnica segnerà la fine di quella fase e l'inizio delle persecuzioni.

L’eredità di Auschwitz. Come Ricordare? 21/02/2014 -

George Bensoussan
L’eredità di Auschwitz. Come Ricordare?
Einaudi

Tante (forse troppe) volte commemorando lo sterminio degli ebrei perseguito dal regime nazista concludiamo con un «Mai piú» pericolosamente sospeso, impreciso. L'immensa barbarie della shoah spesso ci ammutolisce, riduce le nostre parole a una balbettante invocazione e trascura di spiegare con chiarezza quanto accaduto. E, invece, ciò di cui la storia ha assoluto bisogno non è uno sterile «dovere della memoria» ma un dovere di rigore storico che insegni a chi ancora non sa come e quando quell'atrocità si è consumata.
Nell'Eredità di Auschwitz, Georges Bensoussan indaga con sguardo acuto e lucido non tanto la dinamica della shoah come fatto storico, quanto il modo in cui la civiltà occidentale ha gestito e gestisce la memoria dell'evento: una memoria spesso mistificante e conciliatrice, che tende ad attenuare il portato traumatico dell'accaduto, piuttosto che farsi responsabilità bruciante. Per eludere le trappole della retorica è necessario - secondo Bensoussan - iniziare a prendere in considerazione le questioni politiche che questa storia solleva, a cominciare dal problema del suo insegnamento alle generazioni presenti e venture, e ad adottare un approccio critico che potrebbe anche apparire impopolare: la shoah è stata un'aberrazione imprevista e unica nel corso della Storia, o piuttosto una sua inevitabile evoluzione?

A gonfie vele. Lettere 1928-1946 05/12/2012 -

Isaiah Berlin
A gonfie vele. Lettere 1928-1946
Adelphi


Questa antologia offre una lettura complementare alla bella biografia scritta nel 1998 da Michael Ignatieff svelando il lato in ombra della personalità di Berlin, la cui natura è sì cosmopolita, ma anche anglicizzata. Dalle lettere scritte a parenti e amici sin da quando era nemmeno ventenne trova conferma il ritratto di un Berlin brillante, dai modi affabili e dotato di humour.
Davanti al lettore scorrono, come diapositive fulminanti, immagini, paesaggi, ricordi, di un uomo in frenetico transito tra le due sponde dell’Atlantico, e poi a Salisburgo, Venezia, Parigi, Innsbruck, Marienbad – ma con un occhio sempre rivolto alla Russia di Herzen e di Turgenev, anche se ormai pietrificata in quella gabbia totalitaria che ne ha reciso le radici. Ogni luogo, ogni giorno, di questo diario sofisticato e brillante, è segnato indelebilmente da un volto, da un nome, da un giudizio, ora tenero ora tagliente, che mette in scena non solo i protagonisti del tempo – da Roosevelt a Churchill, cui va l’incondizionata ammirazione di Berlin – ma anche scrittori e filosofi, musicisti e artisti, fino a figure anonime di amici e conoscenti. Il tutto in un quadro in cui si stagliano, come assi portanti, le grandi questioni storiche del montare, e poi dell’esplodere, della follia nazista, della sempre più netta vicinanza dell’America all’Inghilterra, fino alla sua entrata in guerra, e poi della trasmigrazione degli ebrei europei in Palestina, con il conseguente scontro con gli arabi.

Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti… 11/07/2014 -

Dieci anni fa, Proedi Editore pubblicava per la prima volta la storia di 20 bambini ebrei provenienti da tutta Europa, vittime della barbarie nazista: deportati ad Auschwitz prima, usati come cavie umane in Germania poi e infine uccisi per cancellare le “prove” di un assurdo quanto inutile crimine. Era stata Maria Pia Bernicchia ad affidarcela, tradotta e adattata dall’opera di un giornalista buono e coraggioso: Günther Schwarberg. Il primo ad aver reso nota al mondo la tragedia dei “20 bambini di Bullenhuser Damm” sulle pagine del settimanale “Stern”, che dall’8 marzo 1979, per sei settimane, la pubblica insieme a parte degli Atti del Processo di Curio-Haus e alla sentenza. Nove anni dopo, Schwarberg pubblicherà il suo primo libro Il medico delle SS e i bambini: tradotto in sei lingue, salverà per sempre dall’oblio la storia dei “20 bambini di Bullenhuser Damm”. La tenace professoressa di tedesco veronese – una leonessa dal cuore grande e una tempra d’acciaio se si tratta di fare del bene e rendere giustizia all’ingiustizia – dopo aver incontrato Günther, adotta i “20 bambini di Bullenhuser Damm” e decide di impegnarsi a fondo per restituire loro le carezze negate e la Memoria. Traduce, adattandoli, i libri di Schwarberg, contatta Proedi Editore e, insieme, danno vita a un “piccolo libro”. Un “piccolo libro” destinato a crescere e a far crescere. Nel 2004 si intitolava I 20 bambini di Bullenhuser Damm, e aveva 96 pagine. Nel 2011, alla sua quinta ristampa, le pagine erano diventate 120. Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti era il suo titolo. Nell’arco di sette anni ne furono fatte cinque ristampe, una versione in ebraico, una versione eBook nel 2012, sia in italiano, sia in inglese. In dieci anni, la storia dei "20 bambini di Bullenhuser Damm", tenacemente accudita e ampiamente diffusa da Maria Pia Bernicchia e Proedi Editore, è entrata nelle scuole italiane, nel cuore degli studenti e degli insegnanti ed è diventata un riferimento anche per storici e ricercatori in Italia e nel mondo. Molte sono state le iniziative parallele legate alla memoria dei “20 bambini di Bullenhuser Damm”, quali il sostegno derivante da parte dei proventi derivati dalla vendita del “piccolo libro” al progetto Gugulethu per la lotta contro la tubercolosi nei bambini sudafricani o i giardini di rose bianche, piantati in Italia, in Germania, a Gerusalemme, nonché parchi e strade intitolati ai bambini e a Günther Schwarberg ad Amburgo.Per questo e in occasione del settantesimo anniversario di quel tragico 20 aprile 1945, nel quale 20 bambini, dopo essere stati torturati con assurdi esperimenti, furono orribilmente assassinati per la sola colpa di essere ebrei, è uscita la nuova versione di Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti. 256 pagine, con documenti inediti, nuove testimonianze, dati e mappe, la sezione “Chiarimenti” ampliata di voci e di link a musei, memoriali, informazioni, libri… Nulla è stato lasciato al caso, tutto è stato verificato, documentato, confrontato. Maria Pia Bernicchia insieme al suo Editore ha raccolto il testimone lasciato da Günther Schwarberg. Insieme hanno proseguito le ricerche, gli studi, hanno mantenuto i contatti con i parenti delle piccole vittime, hanno tessuto altre trame, hanno collaborato alla realizzazione del documentario prodotto da RAI STORIA, di Gianluca Miligi, Rose bianche su sfondo nero. I bambini di Bullenhuser Damm. Così la storia dei "20 bambini di Bullenhuser Damm" è diventata una grande, indimenticabile storia. Leggila e accarezza anche tu la Memoria dei “nostri” 20 bambini. E ricorda che acquistando il libro contribuirai alla realizzazione della Biblioteca del Memoriale della Shoah di Milano.

Le marce della morte 10/12/2009 -

Daniel Blatman
Le marce della morte
Rizzoli

Tra l'estate del 1944 e la primavera del 1945 migliaia di deportati, incalzati dai loro aguzzini, sono costretti a evacuare i campi di sterminio: con l’avanzata dell’Armata rossa e l’arrivo delle forze alleate è urgente cancellare le tracce. Un esodo in condizioni disperate che passerà alla storia come "le marce della morte" e che lo storico Daniel Blatman ricostruisce con grande perizia avvalendosi di documenti, ascoltando le voci dei sopravvissuti e allargando l'indagine anche alla temperie culturale e sociale in cui avvenne l'evacuazione. Tra i molti studi sull'Olocausto, nessuno aveva ancora approfondito questo aspetto meno conosciuto: l'ultimo tentativo di liquidare i nemici della "razza ariana" e gli avversari politici prima della sconfitta definitiva.

<< pagina precedentepagina seguente >>
www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT