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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Giornale-La Stampa Rassegna Stampa
28.07.2017 Gerusalemme: Democrazia e Barbarie nell'informazione, chi sta con la prima
Cronache e commenti di Fiamma Nirenstein, Rolla Scolari

Testata:Il Giornale-La Stampa
Autore: Fiamma Nirenstein-Rolla Scolari
Titolo: «Israele offre la pace:via i metal detector. E ora i muslmani tornano sulla spianata-Scontri sulla spianata delle moschee, Gerusalemme in stato di allerta»

Riprendiamo dal GIORNALE e dalla STAMPA di oggi, 28/07/2017 le cronache e i commenti di Fiamma Nirenstein e Rolla Scolari sulla situazione che coinvolge la capitale e la politica sulla sicurezza del governo.
Non tiriamo in ballo la parola "obiettività", un concetto ambiguo ed elastico, dipende da quale parte lo si tira. Ma su Israele e Medio Oriente non si può essere equidistanti, tra la democrazia e la barbarie si deve scegliere. Altrimenti non si riferiscono più i fatti ma soltanto le opinioni di chi scrive.
In questa pagina abbiamo ripreso chi si attiene ai fatti, onorando così la propria professione di giornalista.

Il Giornale-Fiamma Nirenstein:" Israele offre la pace:via i metal detector. E ora i muslmani tornano sulla spianata"

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Sono già due giorni che i "metal detectors"denunciati come un ennesimo tentativo da parte israeliana di controllare, sottomettere, forse distruggere! la Moschea di Al Aqsa sono stati smantellati. ma solo ieri Muhamad Hussein, il gran mufti,ha annunciato che il boicottaggio delle Moschee iniziato il 14 di luglio ero finito e che si poteva tornare a pregare sulla Spianata. Anche Abu Mazen con una dichiarazione scritta ha fatto sapere che si poteva andare di nuovo nel luogo santo a genuflettersi di fronte a Allah. Molti musulmani, così, ieri pomeriggio si sono precipitati in cortei trionfanti alla Moschea, festeggiando quella che appare come una capitolazione di Israele di fronte al terrorismo islamico e alle pressioni esercitate da tutto il mono. Data la passione per le congiure e le cospirazioni, c'è anche chi dice che è tutta una finta e che gli israeliani già si ingegnano di trovare altre strade di controllo: per esempio Al Jazeera ha detto che macchine da presa nascoste spiano e filmano coloro che vengono frugati e li mostrano nudi ai poliziotti israeliani. Una storiella come quella dei delfini-spia che adorna la mitologia anti israeliana. La verità è più complicata e più semplice, e ha una dimensione regionale strategica: due blocchi si sono mossi subito dopo l'attacco terrorista palestinese che il 14 luglio ha lasciato sul terreno due guardie israeliane uccise e poi i loro assassini, e che poi ha condotto all'orrido eccidio della famiglia Salomon sterminata a Halamish. L'inizio è un classico del terrorismo islamico, che ha avuto seguito nel grande funerale d'onore che si è tenuto per i tre terroristi, lodati come shahid su tutta la stampa palestinese, di Hamas e di Fatah: si tratta dei tre giovani Jabarin che decidono di "salvare" Al Aqsa, di "morire per" Al Aqsa, in seguito all'incitamento senza limiti che disegna gli ebrei come oppressori. Se li abbia aiutati l'Isis o Hamas o abbiano avuto armi da fuori Israele, non fa niente. E' la loro formazione stessa che porta al terrorismo. Tanto per non diemnticare, Abu Mazen er esempio parlò del fatto che gli ebrei "calpestano la spianata coi loro piedi sudici". Ma dopo il 14 Arafat chiamo la brigata terrorista dei "martiri di Al Aqsa". Quando nel luglio si presenta l'opportunità di un risveglio di massa, mondiale, contro Israele per le Moschee, si muovono due campi, quello che ha interesse allo scontro e quello che non lo vuole. Netanyahu agisce razionalmnete quando ha affidato alla olizia il compito di sorvegliare gli ingressi, ma ha dovuto poi rinunciarvi per ragioni strategiche sovrastanti: la compicazione giordana del giovane terrorista ucciso dal membro dell'ambasciata, stava per privarlo di un membro importante del club della pace, il re Abdullah. La soluzione della rinuncia ai metal detector ha portato al ripristino della normale gestione giordano-palestinese della Spianata. Nel frattempo si erano mossi per una guerra totale tutti gli amici dei Fratelli Musulmani: in testa, inopinatamente,Erdogan, sempre alla ricerca del perduto impero Ottomano, del ruolo di leader di tutti i musulmani: dalla Turchia ha minacciato, condannato, ribadito il suo invito all'islam a considerare come sua la questione di Gerusalemme; Hamas naturalente ha visto una bella occasione di scontro totale e così il movimento islamista guidato dallo sceicco Raed Salah. Dietro, si intravede il Qatar, oggi in difficoltà per l'embargo dei Paesi sunniti. Abu Mazen si è unito a questa schiera, perchè la sua forza è indebolita dalla perdita di fiducia del mondo arabo. Dall'altra parte però i Giordani, gli Egiziani, i Sauditi hanno capito che un'insurrezione avrebbe favorito la parte a loro avversa, quella che costituisce il lasciapassare per l'Iran e gli hezbollah in Medio Oriente. Il re Salman si è speso con telefonate a Trump perchè premesse per togliere le istallazioni, e con un'invito personale a Abbas al summit arabo di Ryiad. E' andata? Difficile dirlo. Si saprà bene solo oggi durante la preghiera alle moschee, una parte del mondo islamico incita a continuare gli scontri e ieri si vedevano ancora drappelli per le strade. Netanyahu è stato contestato da destra per aver abbandonato il bastione della sovranità. Ma questa è la politica, sarebbe stato sciocco non mettere i metal detector, sciocco non toglierli.

La Stampa-Rolla Scolari:" Scontri sulla spianata delle moschee, Gerusalemme in stato di allerta"

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Le forze di sicurezza israeliane sono in stato di allerta, in anticipazione della preghiera islamica di oggi alla moschea di al-Aqsa. Da settimane le tensioni continuano a crescere attorno alla spianata delle moschee, quella zona della città vecchia di Gerusalemme che gli ebrei chiamano Monte del Tempio e i musulmani alHaram al-Sharif, il Nobile Santuario. Nelle scorse ore, le autorità israeliane hanno rimosso controverse misure di sicurezza installate all'entrata della spianata, tra cui metal detector. Erano state introdotte dopo che il 14 luglio tre arabi israeliani armati avevano ucciso due uomini della sicurezza israeliana. La presenza dei metal detector ha fatto infuriare leader religiosi e fedeli musulmani, che hanno iniziato un boicottaggio, pregando al di fuori dell'area. Dopo giorni di pressioni anche internazionali, Israele ha revocato le misure, e ieri i leader musulmani locali hanno incitato i fedeli a tornare a pregare in massa ad al-Aqsa. Migliaia di persone hanno accolto la chiamata. Ci sono stati scontri con la polizia israeliana, un centinaio di persone sono rimaste ferite. A preoccupare le autorità è soprattutto la preghiera di oggi: i movimenti politici rivali palestinesi, Fatah e Hamas, hanno mobilitato i loro sostenitori, chiedendo loro di recarsi a pregare ad al-Aqsa e a manifestare in Cisgiordania e Gaza, e il timore di nuovi violenti scontri è alto. Le tensioni legate ai luoghi sacri di Gerusalemme si sommano a quelle in arrivo dalla Giordania, Paese custode dei santuari islamici della città. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri ha visitato i parenti di tre israeliani uccisi da un palestinese in un insediamento della Cisgiordania la settimana scorsa. E per il giovane responsabile dell'attacco di Halamish lo stesso Netanyahu ha chiesto la pena di morte. Sempre ieri, il re giordano Abdullah II si è recato dalla famiglia del 16enne ucciso da una guardia dell'ambasciata israeliana pochi giorni fa. E ha utilizzato parole insolitamente forti, spiegando come tutti nel regno fossero infuriati per il comportamento «inaccettabile e provocatorio» del governo di Netanyahu. Secondo le autorità, la guardia israeliana ha sparato al 16enne dopo essere stato assalito con un cacciavite. A far «infuriare» la monarchia sarebbero state le lodi di Netanyahu alla guardia, al suo ritorno in Israele. Nelle tensioni di queste ore è entrato anche un altro scontro regionale, quello tra Paesi del Golfo e il Qatar: il canale satellitare al-Jazeera, emittente del piccolo emirato, ha promesso di fare causa a Netanyahu se questi andasse avanti con il suo progetto di chiudere la sede di Gerusalemme, accusandolo di sostenere l'embargo regionale contro il Qatar. II premier ha minacciato la chiusura dell'ufficio dopo aver accusato l'emittente di incitare alla violenza con la sua copertura degli eventi di Gerusalemme.

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