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Il Foglio Rassegna Stampa
21.02.2017 Angelo D'Orsi, odiatore fanatico di Israele, sul Foglio
Chi è l'anonimo recensore?

Testata: Il Foglio
Data: 21 febbraio 2017
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «1917: l'anno della Rivoluzione»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 21/02/2017, a pag. 3, la recensione a "1917: l'anno della Rivoluzione", di Angelo D'Orsi.

Angelo D'Orsi è un fanatico anti-Israele. Docente di Storia contemporanea a Torino, dalla sua cattedra fa incessante opera di propaganda. Stupisce, dunque, vedere il suo recente libro recensito sul Foglio, dopo averlo definito "D’Orsi, storico fra i più autorevoli in circolazione". E' mai possibile che al Foglio nessuno lo conosca ? Cosa ancora più grave, è il testo dell'anonimo recensore, che scrive "la Dichiarazione Balfour, germe del futuro Stato di Israele e di tutti i conflitti che ne seguiranno". La Dichiarazione Balfour non è il motivo dei conflitti che seguiranno, causati invece dalla non volontà, da parte araba, di giungere a un compromesso che prevedesse due Stati in pace. Dal rifiuto arabo, un rifiuto che dura ancora oggi, nasce e si sviluppo il conflitto. Un aspetto che il Foglio dovrebbe tenere a mente.

Ecco la recensione:

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Angelo D'Orsi

Una rievocazione mese per mese dell’anno che ha dato inizio al Novecento, perché il cruciale 1917 non vede solamente – osserva D’Orsi – la nascita del comunismo sovietico, ma assiste a una serie di fenomeni che segnano tutto il secolo che è seguito. A febbraio infatti viene promulgata la Costituzione del Messico, che introduce innovazioni radicali come la spartizione dei latifondi e il divieto per la Chiesa di gestire scuole e di possedere immobili, destinata a diventare punto di riferimento per le lotte sociali dell’intera America Latina.

Aprile registra il rientro in Russia di Lenin con la sua parola d’ordine, rivoluzione subito, ma anche – e forse soprattutto – l’entrata in guerra degli Stati Uniti, figlia di una mistura di idealismo pacifista e di interessi di fabbricanti d’armi, principio di una politica tutt’ora in atto. In maggio, in un angolo sperduto del Portogallo tre pastorelli vedono una signora vestita di bianco, e anche l’ombra della Madonna di Fatima si stenderà sul secolo a venire, fino a Medjugorije, al “terzo segreto” e alla pallottola che ferirà Giovanni Paolo II. Il 6 luglio una milizia araba guidata dal capitano dell’esercito britannico Thomas Edward Lawrence conquista la città di Aqaba, chiave dello schieramento difensivo turco, azione che dà il via all’egemonia inglese sulla zona, ponendo “le premesse per la destabilizzazione dell’intero Medio Oriente, con coneguenze che sono oggi drammaticamente evidenti”; mentre il 20 dello stesso mese la cosiddetta Dichiarazione di Corfù getta le basi per la nascita della Jugoslavia. In agosto, il gelido silenzio che accoglie la nota di Benedetto XV sull’“inutile strage” mostra quanto poco ormai conti la voce del papa nella politica reale.

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Il testo della Dichiarazione Balfour

Ottobre è il mese di Caporetto, emblema di tutta la pochezza della guida, politica e militare, del paese (e di come i responsabili di un disastro possano uscirne indenni e anzi rafforzati, come è il caso di Pietro Badoglio, che proprio da lì inizia la carriera che lo porterà dove tutti sanno). A novembre lo scoppio la rivoluzione per antonomasia non deve far dimenticare la Dichiarazione Balfour, germe del futuro Stato di Israele e di tutti i conflitti che ne seguiranno. La posizione culturale di D’Orsi, storico fra i più autorevoli in circolazione, è ben nota, e non tutti i lettori concorderanno con alcune delle sue posizioni, come le simpatie per Lenin e per la Costituzione messicana o il disdegno con cui liquida l’attenzione del Vaticano alle apparizioni mariane; ma il libro ha senz’altro il pregio raccontare in presa diretta come esattamente cent’anni fa ha cominciato a prender forma il Novecento

Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare 06/589090, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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