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La Stampa Rassegna Stampa
24.02.2024 L’ambasciatore ucraino: Putin e i pacifisti italiani
Intervista di Jacopo Iacoboni

Testata: La Stampa
Data: 24 febbraio 2024
Pagina: 4
Autore: Jacopo Iacoboni
Titolo: «La Russia conduce una guerra ibrida. In Italia organizza la disinformazione»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/02/2024 a pag.4 con il titolo "La Russia conduce una guerra ibrida. In Italia organizza la disinformazione" l'intervista di Jacopo Iacoboni.

Vi invitiamo a leggere la parte dell'intervista che abbiamo evidenziato in neretto, nella ottima intervista di Jacopo Iacoboni. Sembra di sentire l'ambasciatore israeliano. Fateci caso, se sostituite la parola Russia con Hamas e la parola Ucraina con Israele, la situazione combacia perfettamente. L'informazione corretta all'inizio del conflitto, e poi l'arrivo della propaganda che ha sommerso i media italiani. Gli appelli alla pace senza senso e la trasformazione della vittima dell'aggressione in colpevole. Tutto torna. Povera Italia, e povero giornalismo.

Rousseau, Jacopo Iacoboni:
Jacopo Iacoboni


L'ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk

In Italia è in corso una pesante operazione "ibrida" di Mosca tramite disinformazione, «decine di account falsi» e tanto altro: «Quando in Ucraina la Russia combatte con cannoni e bombe, in Italia utilizza operazioni psicologiche e disinformazione di massa: dai libri di testo per scuole elementari, ai film e alle mostre». Chi parla così, a due anni dall'invasione su larga scala della Russia, è l'ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk. Fornisce dettagli su come e quanto i governi Draghi e Meloni abbiano aiutato l'Ucraina, ma anche sulle pesanti ombre russe nel nostro Paese. Sull'assassinio di Alexey Navalny sceglie di non commentare.
Come ha risposto l'Italia all'invasone russa in Ucraina?
«Dai primi giorni dell'invasione su vasta scala abbiamo ricevuto un enorme e costante sostegno dai nostri amici e partner italiani. È impossibile sottovalutare il ruolo di Mario Draghi nel prendere la storica decisione di concedere all'Ucraina lo status di Paese candidato all'adesione all'Ue. Mentre la posizione e gli sforzi di Giorgia Meloni sono stati decisivi nella decisione dell'Ue di approvare il pacchetto di aiuti finanziari all'Ucraina per il 2024-2027. È anche importante che l'Ucraina rimarrà il tema centrale della presidenza italiana nel G7».
Come valuta l'infiltrazione russa in Italia?
«La Russia conduce da tempo la sua guerra ibrida nel mondo e in Italia è molto presente. Il divieto dei canali ufficiali del Cremlino in Europa ha poco influito sull'ampio sistema di distribuzione della propaganda e della disinformazione russa. La macchina della propaganda si è concentrata sui social network, in Italia. La quantità dei lettori degli account filo-Cremlino e affiliati è cresciuta in modo esponenziale dall'inizio dell'invasione. Quando in Ucraina la Russia combatte con cannoni e bombe, in Italia utilizza operazioni psicologiche e disinformazione di massa: dai libri di testo per scuole elementari, ai film e alle mostre».
Nei talk show si sono visti in questi anni anche tanti ospiti che facevano parte di una sospetta disinfo ops russa. Che ne pensa?
«All'inizio dell'invasione su vasta scala i telegiornali italiani dedicavano la maggior parte del loro tempo in onda all'Ucraina. Quasi in tempo reale, i giornalisti italiani hanno fornito informazioni sugli eventi in Ucraina, raccontato le atrocità dell'esercito russo a Bucha e in altre città ucraine appena liberate. Ora vediamo sempre più come questa informazione imparziale venga distorta e sostituita con una vera e propria propaganda della peggior specie».
Avete un allarme specifico, da parte delle vostre forze di sicurezza, sulle operazioni della Russia in Italia?
«Una serie di studi, che ho avuto l'opportunità di conoscere, testimonia l'elevata presenza di infiltrazioni di narrazioni russe proprio nello spazio informativo italiano».
Ci sono politici italiani che vi preoccupano?
«Ci preoccupano non tanto i singoli politici, ma i concetti particolari che vengono diffusi da alcuni politici. Le idee di pacifismo e gli appelli alla pace senza suggerimenti pratici su come raggiungerla: comprendiamo che ciò intende porre fine al sostegno all'Ucraina e incoraggiare un accordo con la Russia alle condizioni dell'aggressore. Altro esempio: addossare la colpa dell'aggressione russa all'Ucraina stessa e ai Paesi che la sostengono, motivandola con un desiderio guerrafondaio».
Qual è secondo lei la situazione al fronte?
«La situazione rimane piuttosto complessa. Come sapete, le forze armate ucraine hanno lasciato Avdiivka, che hanno difeso per 10 anni. È difficile affrontare un nemico che ti supera in numero e ha più armi. Allo stesso tempo non vanno trascurati i risultati ottenuti dai nostri difensori. Solo di recente, le forze armate sono riuscite ad abbattere sei aerei da combattimento russi e ad affondare una grande nave d'assalto».
Sugli aiuti dagli Usa siete più fiduciosi, o più pessimisti, anche nell'ipotesi di un ritorno di Trump?
«Gli Usa sono il nostro partner strategico dal 2008 indipendentemente da chi fosse il presidente, e l'Ucraina continuerà a collaborare con tutti i governi degli Stati Uniti. Trump ha espresso opinioni controversi sulla situazione in Ucraina, ma sono convinto che la prudenza e il razionalismo non gli permetteranno di dare il via alla diffusione dell'aggressione russa in Europa e all'espansione dell'autoritarismo e del totalitarismo nel mondo».

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