domenica 28 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
07.10.2023 Mattarella: 'Sostenere l’Ucraina o sarà guerra mondiale'
Commento di Ugo Magri

Testata: La Stampa
Data: 07 ottobre 2023
Pagina: 10
Autore: Ugo Magri
Titolo: «L'appello di Mattarella: 'Sostenere l'Ucraina o sarà guerra mondiale'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/10/2023, a pag.10, con il titolo "L'appello di Mattarella: 'Sostenere l'Ucraina o sarà guerra mondiale' ", il commento di Ugo Magri.

Ugo Magri - HuffPost Italia
Ugo Magri

Quirinale 2022, Sergio Mattarella è stato riconfermato Presidente della  Repubblica - Orizzonte Scuola Notizie
Sergio Mattarella

Contro un certo scoramento che si va diffondendo sulle sorti dell'Ucraina e sui destini dell'Europa, Sergio Mattarella ha speso ieri parole nette nel summit tra i 15 capi di Stato riuniti a Porto per il cosiddetto Gruppo di Arrajolos: nessuno tra loro eletto direttamente da popolo eppure, in alcuni casi, parecchio influenti. Possiamo definirlo un appello del presidente a non farsi illusioni, ovvero un richiamo alla dura realtà: arrendersi oggi davanti agli ostacoli significherebbe correre domani rischi peggiori. Mattarella è arrivato a evocare, nel suo intervento a porte chiuse, la tragedia che si consumò nel 1938-39, quando l'espansionismo nazista creò le premesse della Seconda guerra mondiale. L'errore fu di non fermare Hitler quando sarebbe stato possibile, e la Storia purtroppo rischia di concedere il bis: «Se l'Ucraina cadesse assisteremmo a una deriva di aggressioni ad altri Paesi ai confini con la Russia; ciò condurrebbe a un conflitto generale e devastante, dai confini imprevedibili», ha rammentato agli immemori. Nessuno potrebbe sentirsi al sicuro, nemmeno quanti oggi si domandano se vale la pena aiutare Zelensky e la sua gente. Papa Francesco ha mille volte ragione, e con lui tante coscienze morali: la guerra è un orrore. «Vite stroncate, distruzioni, immani risorse finanziarie bruciate in armamenti» rappresentano un motivo di profonda tristezza, dà atto il presidente. Ma «quanto stiamo facendo», insiste, «tutela la pace mondiale». Chi veramente la desidera e vuole arrivarci quanto prima, non può che stare dalla parte di Kiev sostenendola fino in fondo. «Serve assistenza militare», specifica Mattarella lasciando ovviamente al governo il compito di stabilire il come e il quanto (la premier appare molto determinata al riguardo, il ministro della Difesa un filo più problematico). Oltre alle armi occorrono «ingenti risorse finanziarie» e, in prospettiva, garanzie per la futura ricostruzione dell'Ucraina. Un impegno dunque di lunga durata. Non finisce qui: per dare speranza ai Paesi che da tempo bussano alla porta dell'Unione, ed evitare di ricacciarli nella sfera di influenza ex-sovietica, l'Europa deve riprendere ad allargarsi verso i Balcani occidentali, proseguendo con la Moldova, «quando sarà il tempo» con la Georgia. Un piano ambizioso che solleva la domanda: questa Ue sarà in grado di metterlo in atto? Qui Mattarella non risparmia le critiche. Dichiara apertamente, al termine del vertice portoghese, che «c'è bisogno di un salto di qualità sul fronte dell'integrazione». Domanda se «davvero si vuole buttare via» il lavoro svolto dalla Conferenza sul futuro dell'Europa, che ha coinvolto milioni di cittadini, «e continuare come se nulla fosse successo». Rammenta che non ci saranno «prove d'appello», tantomeno «un secondo tempo» per recuperare i ritardi: resteremmo indietro e basta, perché il mondo va avanti. Indica quattro traguardi concreti da raggiungere in fretta. Primo, «serve un voto a maggioranza», cioè basta con i poteri di veto da parte dei singoli Stati, spesso dettati da puro egoismo, che frenano le decisioni indispensabili; secondo, occorre una «effettiva politica estera», laddove ciascuna cancelleria oggi procede per proprio conto; terzo, ci vorrebbe un Parlamento Ue «con autentici poteri decisionali», diversamente da quello attuale; quarto, bisognerebbe completare l'«architettura finanziaria» rimasta finora incompleta (abbiamo una moneta unica per 20 Paesi ma senza una politica fiscale comune). Non è la prima volta che Mattarella denuncia queste emergenze; mai, tuttavia, con la determinazione di ieri. Un motivo c'è, piuttosto evidente: si avvicinano le elezioni europee che segneranno una svolta. Ci giocheremo parecchio, in un senso o nell'altro.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681 , oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT