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La Stampa Rassegna Stampa
28.01.2017 La lezione di Wiesel su come preservare il ricordo della Shoah
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 gennaio 2017
Pagina: 20
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «La lezione di Wiesel su come preservare il ricordo della Shoah»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/01/2017, a pag.20, con il titolo "La lezione di Wiesel su come preservare il ricordo della Shoah", la risposta del direttore Maurizio Molinari a un lettore.

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Elie Wiesel                             Maurizio Molinari

Caro Direttore,
se è vero, c'è da svenire dalla vergogna: un ragazzo tedesco su cinque non è a conoscenza della Shoah. Il giorno della memoria è servito a svelare un'amara constatazione: l'immagine della storia recente è stata risucchiata nei meandri del dimenticatoio. Meandri pericolosi, perché la facoltà di ricordare è il principio su cui si fonda il futuro. Giovani dai 18 ai 29 anni ignorano Auschwitz. Giovani cresciuti sotto la lente di chiacchiere televisive vacue e fuorvianti. E la scuola? Possibile che non insegni la storia del proprio Paese? Oddio, se si pensa che per molto tempo le foibe - per fare un esempio - erano tabù, il piatto della vergogna è servito. Ben venga il giorno della memoria. E già qualcosa.

Fabio Sicari, Bergamo

Caro Sicari,

il preoccupante livello di non conoscenza sullo sterminio degli ebrei d'Europa rende attuale l'impegno di Elie Wiesel, il premio Nobel per la Pace sopravvissuto ad Auschwitz che durante tutta la sua vita sottolineò l'importanza dello studio come antidoto contro il ripetersi dei crimini più orrendi dell'uomo sul proprio prossimo. L'enfasi di Wiesel sulla necessità per le nuove generazioni di studiare la Shoah nasceva anche dalla necessità di affrontare il tema su come preservarne il ricordo dopo l'inevitabile scomparsa degli ultimi sopravvissuti. A tale riguardo è utile osservare l'importanza del ruolo dei discendenti diretti dei sopravvissuti al genocidio del popolo ebraico. Figli e nipoti della Shoah sono destinati a diventare loro i testimoni di quanto avvenne. Di generazione in generazione. In una riedizione del ruolo che la «Haggadà» ha nella tradizione ebraica per preservare il ricordo dell'Uscita dall'Egitto narrata dall'Esodo. Così come il testo dell'Haggadà, letto ogni anno durante la cena della festa di Pesach, consente ad ognuno di rivivere l'Esodo come se vi avesse partecipato, il ricordo delle testimonianze dei sopravvissuti da parte dei loro discendenti potrà consentire alle generazioni future di conservare la memoria della Shoah.

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direttore@lastampa.it

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