giovedi` 09 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
20.04.2014 Siria: liberi i reporter francesi. Commento di Domenico Quirico
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 20 aprile 2014
Pagina: 1
Autore: Domenico Quirico
Titolo: «Il prigioniero che rivide il cielo in Siria- Siria, liberi quattro reporter francesi»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/04/2014, a pag. 1-13 la cronaca di Giordano Stabile sulla liberarione dei reporter francesi prigionieri dei ribelli siriani, preceduta dal commento di Domenico Quirico.

Domenico Quirico: " Il prigioniero che rivide il cielo in Siria "

Conosco quel confine, divide la Siria dei ribelli e la Turchia, la frontiera dell’essere libero: prima degli ostaggi francesi che l’hanno attraversata ieri è stata anche la mia. Quando arrivi lì l’ultimo giorno, hai il cervello vuoto, hai il cuore inaridito.Lercio e affardellato di biancheria sudicia, l’ostaggio è un povero uomo, arenato per settimane, mesi sull’impiantito di camere ostili e vuote dove i tuoi carcerieri vengono e vanno via. Adesso, sì, la guardi voltandoti indietro: la terra di nessuno la sbarra l’arco su cui è scritto Turchia le bandiere. E più lontana, finalmente più lontana, la terra del tormento, la terra siriana. La notte scosta dolcemente la laidezza, cancella la miseria e l’orrore, cambia quasi tuo malgrado, nonostante quel tuo vuoto, la polvere in ombra, come una maledizione in benedizione. Non rimane della prigionia, eppure così lunga, che un colore, una nebbia, una forma.Anzi nemmeno un brivido e il battito del tuo cuore. È perché, forse per l’ultima volta, tu ostaggio sei solo. Cosa inaudita, un poco divina: sei veramente solo. Nonostante l’affollarsi dei poliziotti dei soldati dei medici degli emissari del tuo paese. Sei solo. Sei in questa innocenza, in questa purezza perfetta: la solitudine.Scompaiono anche quelli che erano con te, i tuoi compagni di cella a cui eri unito dall’invisibile e sublime legame del Male. Pensi: fra di te e queste persone che ti abbracciano che ti fanno domande che vogliono aiutarti non vi è più questa frontiera; e fino a un minuto prima vi erano lo spazio infinito e il tempo eterno, vi erano tutte le forze malvagie del mondo. Confronti l’istante: quello che puoi fare ora e quello che prima non potevi, camminare ridere muoverti telefonare a chi ti ama. L’oppressione straordinaria, la semplicità tragica, l’armonia intensa e straziata di quella prigionia,di quei mesi «senza il cielo » come ha detto uno dei colleghi francesi ieri, dove è tutto questo? Provi a raccontarlo e non vive. Le parole stan lì sulla realtà,nette e regolari come catene.Piangi, forse,ma le lagrime non sono parole. I tuoi mesi da prigioniero, da scomparso, da morto vivente, sono ricaduti nel passato per la naturale dolcezza del loro peso, si rannicchiano già nel ricordo, freddolosamente. Ho partecipato alcuni mesi fa a Parigi a una manifestazione di solidarietà con i quattro giornalisti francesi ieri finalmente liberi. Ho conosciuto il padre di uno di loro, i colleghi, altre vittime di sequestri più antichi: l’Iraq il Libano, la geografia di un mestiere che sconta ancora, nonostante tutto, la banalità del suo coraggio di testimoniare. Il medesimo brivido, proveniente da un medesimo mistero, il male dell’uomo la sua crudeltà, ci sospinge, tutti coloro che l’hanno provato, verso il medesimo infinito. Per sempre. Siamo separati, sì, da tutta la forza dei nostri dolori. Soffrire insieme, ahimè, che disunione straordinaria! Eccola la piaga: è il tempo che è passato e che ci ha cambiato. Ci è attaccato dentro come una malattia. Inesorabilmente. La separazione degli esseri che si affrontano in guerra al confronto non è niente. Questo non impedisce di vivere.Ma il tempo che è passato! Questo è grave, è la ferita netta in pieno petto. Pare che abbiamo conosciuto la verità in quel tempo interminabile e vuoto, come una cattiva notizia improvvisa, come un lutto nuovo. Dacché il mondo è mondo la morte è la sola cosa palpabile. Ci camminiamo sopra. È verso di lei che camminiamo.

Giordano Stabile: " Siria, liberi quattro reporter francesi"

 Giordano Stabile   i reporter liberati

L’annuncio è arrivato dall’Eliseo, alle undici del mattino. I quattro giornalisti francesi rapiti nel giugno del 2013 inSiria erano liberi e «in buone condizioni». Li aveva trovati all’alba una pattuglia dell’esercito turco al confine, a Nord di Raqqa, roccaforte del più temibile gruppo ribelle islamista, l’Isis. Erano legati e bendati. I militari li hanno scambiati per contrabbandieri.Poi hanno notato le bende. «Finalmente rivediamo il cielo», sono state le loro prime parole.Provati, le barbe lunghissime,ma in grado di camminare e senza gravi problemi di salute.Domenica saranno di ritorno in Francia. Finisce un’odissea di quasi un anno. Didier François ed Edouard Elias erano stati rapiti ad Aleppo il 6 giugno 2013. Nicolas Hénin e PierreTorres erano scomparsi a Raqqa due settimane dopo.François, 53 anni, lavora per la tv Europe1. Elias è un giovanissimo, 23 anni, fotografo,ma con alle spalle già la Libia e numerose puntate nella rivoluzione siriana.Torres è un oceanografo convertito ai documentari di guerra. Hénin, 37 anni, reporter dell’agenzia Solas Film.Grandissima la gioia nelle famiglie e al Comité de soutien Otages en Syrie. «Fantastico» è il commento, commosso, del portavoce Florence Aubenas, anche lei prigioniera degli jihadisti di Al Qaeda per sei lunghi mesi, nel 2005 in Iraq. L’Isis, emanazione dell’Al Qaeda irachena, controlla ora Raqqa, dove nel luglio 2013 è stato rapito Padre Paolo Dall’Oglio, e parte di Aleppo.Ma è in rotta con gli altri islamisti di Al Nusra.Ne ha approfittato il regime diBashar al Assad, che ha riconquistato la «spina dorsale» delPaese, da Damasco alla periferia di Aleppo.La crisi dei jihadisti ha contribuito alla liberazione in serie dei reporter occidentali. Prima tre spagnoli,Marc Marginedas, Javier Espinosa e Ricardo Garcia Villanova.Ora i quattro francesi.Restano nella mani dei rapitori, denuncia Reporters sans frontières, decine di giornalisti, compresi gli americani James Foley e Austin Tice.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT