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La Repubblica Rassegna Stampa
25.10.2023 Tra i tank israeliani
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 25 ottobre 2023
Pagina: 7
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Tra i tank israeliani davanti a Gaza: 'Sarà peggio della battaglia di Mosul'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/10/2023, a pag. 7, l'analisi di Daniele Raineri dal titolo "Tra i tank israeliani davanti a Gaza: 'Sarà peggio della battaglia di Mosul' ".

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Daniele Raineri

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SDEROT — I carri e i bulldozer corazzati israeliani sono sull’angolo Nord-Est della Striscia di Gaza, a ottocento metri dalla barriera che isola di nuovo Hamas dalle città e dai kibbutz del Sud e che il 7 ottobre era stata sfondata. Il terriccio è così asciutto che ogni spostamento dei tank solleva una nuvola che si vede da lontano. Di qui si osservano le colonne di fumo dei raid aerei – mai così tanti, da circa quattrocento sono passati a oltre settecento – dentro Gaza, da lì senza dubbio guardano questi movimenti. Gli ufficiali americani del Pentagono che in questi giorni vedono l’esercito israeliano posizionato in attesa della battaglia per Gaza conoscono la situazione perché ricorda uno scenario molto simile che hanno visto da vicino sette anni fa. Ottobre 2016, la battaglia per riprendere la città di Mosul nel Nord dell’Iraq dalle mani dello Stato islamico. Il gruppo terroristico era trincerato fra i palazzi e le viuzze, determinato a combattere per ogni metro e a morire per ogni angolo di strada. In mezzo c’era una popolazione di due milioni di civili, come dentro alla Striscia, che non stava con lo Stato islamico ma nemmeno con le truppe irachene che circondavano la città ed erano aiutate nei combattimenti da (pochi) soldati americani. Michael Knights, esperto militare del Washington Institute che ha studiato sia la situazione a Mosul sia nella Striscia, dice a Repubblica che la battaglia di Gaza City sarà peggiore di quella di Mosul – che pure fu molto aspra, durò per 277 giorni e alla fine fu una carneficina per circa diecimila civili. I combattenti dello Stato islamico all’interno dell’assedio erano circa ottomila, un numero molto inferiore a quelli di Hamas, che a seconda delle stime sono trentamila o quarantamila. Lo Stato islamico ha avuto circa due anni per prepararsi, mentre Hamas si prepara fin dal 2007 e ha scavato un intrico di tunnel sotto la città, alcuni così profondi da resistere ai bombardamenti – che è uno dei motivi che spiegano perché Israele non vuole che entri nella Striscia carburante nei convogli umanitari: perché potrebbe alimentare i generatori elettrici che fanno funzionare la ventilazione dentro ai tunnel. Gaza City inoltre ha molti edifici alti, circa una sessantina, che complicano l’avanzata. Molti edifici, alti o bassi che siano, dovranno essere distrutti durante l’invasione. Tutti i palazzi dovranno essere presi e controllati stanza per stanza e poi giù di sotto tunnel per tunnel. Molto spesso i comandanti israeliani si troveranno davanti a una scelta: perdere soldati oppure ordinare ai piloti in volo sopra le loro teste di bombardare e distruggere un edificio. Non è dato sapere quanto tempo potrebbe durare e neppure quante perdite fra i soldati – e fra i civili – sono considerate accettabili. Verso la fine della battaglia di Mosul, quando gli irriducibili dello Stato islamico si trincerarono fra i palazzi di pietra e i vicoli della Città vecchia vicino alla riva del fiume Tigri, gli aerei bombardarono tutto e seppellirono sotto le macerie l’ultima sacca di resistenza e chiunque fosse lì, perché provare ad avanzare metro per metro sarebbe stato troppo costoso in termini di vite dei soldati iracheni. E in più a Gaza ci sono duecento ostaggi, molti stranieri, che a Mosul non c’erano. Infine: a Mosul ai civili bastò fuggire fuori dalla città per mettersi in salvo, quando e come poterono, ma dove potrebbero andare i civili di Gaza? Non è ancora chiaro se l’esercito israeliano punta a prendere tutta la Striscia oppure soltanto la metà Nord. Secondo ilNew York Times, il Pentagono è preoccupato per questa mancanza di obiettivi chiari dell’esercito israeliano e ha mandato come consulente un generale dei marines a tre stelle, James Glynn, che ha fatto esperienza di battaglie urbane a Falluja, sempre in Iraq, nel 2004, e altri ufficiali. L’Amministrazione Biden vorrebbe ritardare ancora l’operazione di terra, al contrario dell’esercito israeliano. L’altro ieri la radio militare israeliana aveva confermato che la luce verde all’operazione era stata rinviata. Ma non è chiaro per quanto. In questo scenario di possibile resistenza a oltranza dentro Gaza City, Hamas èpeggio dello Stato islamico.

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