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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
14.10.2015 Israele nel sangue: quando maturano i frutti dell'odio palestinese
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata:
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Israele nel terrore, tre i morti; Hamas esulta: 'Eroi da imitare'»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 14/10/2015, a pag. 13, con il titolo "Israele nel terrore, tre i morti; Hamas esulta: 'Eroi da imitare' ", l'analisi di Fiamma Nirenstein.

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Fiamma Nirenstein

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L'autobus dopo l'attentato di ieri a Gerusalemme

A Gerusalemme non c'è tregua agli attacchi dei terroristi palestinesi. Anche ieri tre morti e 22 feriti hanno straziato la città e Israele intera. Tutti gli attentatori sono arabi israeliani, con la carta d'identità blu che consente loro di girare per ogni dove, senza restrizione di orari e di spazi. "Ieri ho portato i bambini dal barbiere al mall di Malcha a Gerusalemme" racconta una giornalista" il barbiere è arabo. Ho fatto la spesa, l'ortolano è arabo. Sono andata a trovare un'amica all'ospedale, molti medici e infermieri sono arabi… Non c'è modo di circoscrivere questa situazione, essa si configura come un incubo di lunga durata, inutile come fa il sindaco Barkat pensare a un muro di divisione. Non abbiamo che un'arma: le nostre leggi, il Parlamento, la democrazia. Ma bisogna farli valere". La sensazione di pericolo è presente in ogni angolo della città, in centro come in periferia. La giornata di ieri è stata terribile fin dalle prime ore del mattino.

Due attentati sono stati portati più o meno alla stessa ora, le 10:30, nel quartiere di Gheula e ad Armon Hanatziv.Bisogna vedere il filmato del quartiere Gheula per capire che cosa è questa eruzione di odio che in mancanza di meglio chiamiamo Intifada: il terrorista investe con l'auto la stazione degli autobus e travolge tre persone in attesa, poi nello scompiglio e nel sangue salta giù dall'auto, un pezzo di uomo con un coltello in mano con cui si accanisce su una persona per terra, una due dieci volte. Fa un morto e una decina di feriti. L'odio che esprime è terrificante. Non si spaventa però un passante armato che gli si fa sotto e benché il terrorista si volga verso di lui gli spara un colpo; poi costretto dal fatto che lo zombie terrorista si rialza ne spara un altro e lo ferisce mentre si avvicinano altri cittadini per aiutarlo.

L'attentatore è Ala Abu Jamal, di Jabel Mukaber, Gerusalemme est, carta d'identità israeliana; il suo progetto di morire da martire era già su un social network, ed ha compiuto il suo attentato usando un'auto della Bezek, la rete telefonica nazionale. E' la poetica dell'orrore. Ieri la serie di attentati ha avuto un ulteriore sviluppo: un autobus (memorie della seconda Intifada…) è stato attaccato da due terroristi, uno con la pistola. Fino ad ora non ne erano apparse. I due terroristi sono tutti e due arabi israeliani, Baha Alyan di 22 anni, Bilal Ranen di 23. Hanno fatto due morti. Intanto a Raanana, nella banlieue di Tel Aviv il terrorista è riuscito a accoltellare quattro persone prima di essere fermato, uno è in condizioni gravissime. Abu Jamal è cugino dei terroristi che nel novembre 2014 compirono la strage della sinagoga di Har Nof.

Tutta la trama d'odio di questi giorni e la vendemmia di decenni di incitamento che ha trovato il suo picco nella menzogna della moschea di Al Aqsa, che Abu Mazen ha promosso con tutte le sue forze, fino a ritrovarsela bollente fra le mani. Hamas chiede di unirsi agli attentatori ("Fratello del West Bank, accoltella!" incita in Moschea lo sceicco Muhmmad Sallah da Gaza), i terroristi vengono descritti come eroi da imitare, le loro mamme "piangono lacrime di gioia", e l'autodifesa che li lascia sul terreno è vista come un gesto di crudeltà da parte degli israeliani, che hanno creato la provocazione di Al Aqsa per poi uccidere degli innocenti giovani. Non sembra possibile frenare l'attacco calmando, come ora vorrebbe forse fare Abu Mazen. Un mondo palestinese frammentato e diviso. I moderati odiano quello che sta accadendo a causa dei pericoli che corrono: il vicinato integralista che si scalda ai bordi del campo.

Il sindaco di Nazareth ha aggredito verbalmente in tv un parlamentare arabo prono, come molti all'Intifada: "Ci rovini la vita, noi non siamo shahid, vai a lavorare per noi". Ma Abu Mazen, che comunque è nell'West Bank, non ha più la forza di bloccare la violenza ora che certamente si è accorto che è pericolosa la sua accusa a "gli sporchi piedi degli israeliani" di desacrare la Moschea di Al Aqsa sommata a decenni di incitamento. Se frena troppo Hamas può avere il sopravvento, se non frena affatto l'Intifada travolge ogni suo ruolo. L'Autorità Palestinese è paralizzata. Israele, che ieri ha riunito il gabinetto di sicurezza, cerca ogni strada, con determinazione, per bloccare l'espressione ormai patente della ferocia che si leggeva da decenni nei libri di scuola, nelle tv, nei social media. Di certo, dopo il TNT trovato su una aspirante terrorista suicida domenica e la pistola di ieri, la polizia e il legislatore stanno studiando come impedire che i giovani armati facciano di Gerusalemme una città del Far West.

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