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Rassegna Stampa
08.06.2014 Siria: Tra i crociati di Siria 'Meglio Assad di Al Qaeda'
di Gian Micalessin

Testata:
Autore: Gian Micalessin
Titolo: «Tra i crociati di Siria 'Meglio Assad di Al Qaeda»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 08/06/2014, a pag.13, con il titolo " Tra i crociati di Siria 'Meglio Assad di Al Qaeda', l'articolo di Gian Micalessin.


Gian Micalessin          Maalula, Siria

«Prima non ho mai portato un'arma, ma adesso la porto eccome. Ora sarei pronto a calpestare le teste di tutti quei ribelli. Non avrei problemi a farli fuori uno a uno». Constantine con una mano alza il kalashnikov al cielo, con l'altra ti mostra la croce di legno appesa al collo. Poi ti spingeverso il parapetto della terrazza affacciata sulle gole di Malula. Guarda cos'hanno fatto del nostro povero villaggio. Guarda cos'è rimasto. E per questo che abbiamo preso le armi. E per questo che festeggiamo la vittoria di Bashar Assad a queste elezioni. Lui è il solo in grado di salvarci e garantire la nostra sopravvivenza». Fino allo scorso settembre Constantine, 44 anni, era un aiutante di sacrestia o meglio, come si definisce lui, un «uomo del Vangelo». Oggi è un combattente infuriato e pronto a uccidere. Per capire perché basta guardarsi attorno. Sopra e sotto di noi c' è un villaggio fantasma. Un grappolo di case ab-barbicate alle rocce dove granate e colpi di mortaio hanno scavato voragini annerite. Fuoco e incendi hanno fatto il resto trasformando in scheletri anneriti le abitazioni sopravvissute ai bombardamenti. Un tempo questa era Malula, un villaggio simbolo della cristianità siriana. Quisi parlaval'antico aramaico, la lingua di Gesù Cristo. Qui erano conservate le reliquie del cristianesimo delle origini. Qui arrivavano turisti datutto ilmondo. Di tutto questo oggi rimane assai poco. A settembre i ribelli algaidisti di Al Nusra hanno invaso il villaggio, profanato i luoghi sacri, rapito le suore del monastero di Santa Tecla, ucciso e sequestrato una dozzina di abitanti. Per riconquistare Malula e cacciare gli intrusi l'esercito di Bashar Assad ha impiegato oltre sette mesi. Ma la riconquista, arrivata lo scorso aprile, non è servita a far rientrare gli abitanti nelle case. «I nostri familiari torneranno solo quando i nostri sei fratelli ancora ostaggio di Al Nusra verranno liberati. Le nostre mogli e i nostri figli rimetteranno piede in queste case solo quando saremo sicuri di poter proteggere da soli la valle di Malula e tutte quelle circostanti. Vogliamo combattere ad armi pari i musallahim e le brigate jihadiste» - spiega Toni Houri. Prima dell'assalto jihadista era il proprietario di un'officina. Oggi è uno dei capi della milizia cristiana creata dal nulla per proteggere Malula e i suoi abitanti. Una milizia di 250 uomini formalmente indipendente, ma integrata in quella difesa nazionale che fa da corollario alle forze di sicurezza del regime. Ora Toni e i suoi uomini ci portano nella chiesa di santa Tecla.Oltre la porta ci sono solo mura annerite su cui campeggiano le scritte lasciate dalle brigate martiri Ain Minin. Del prezioso altare sono rimasti solo i quattro pilasti. Le antiche icone salvatesi dall'incendio hanno tutte il volto sfregiato. «Le hanno sfigurate nel nome del loro fanatismo, questo è uno dei tanti simboli del loro odio. Abbiamo fatto un salto indietro di tredici secoli, siamo tornati all'epoca dell'iconoclastia». Toni e gli altri miliziani ora avanzano sulla terrazza davanti alla tomba di Santa Tecla. «Guarda le cupole delle chiese, là su tetti e facciate non è rimasta in piedi una sola croce. Le hanno abbattute una ad una non appena sono arrivati qui. Ma ora non potrà più succedere. Gli emiri del Golfo che li pagano ora devono fare i conti con i nostri kalashnikov. Distruggere le pietre è facile, distruggere l'uomo cristiano è impossibile». Abu Fahdi, uno dei luogotenenti di Toni, ti fa vedere la tomba svuotata della santa. «Sono entrati qui alla ricerca di oro e oggetti preziosi, ma non hanno trovato nulla e allora si sono vendicati distruggendo le ossa e le reliquie». Constantine l'ex aiutante di sacrestia abituato in passato ad accompagnare i turisti nel reliquiario scuote la testa, giura vendetta. «Prima se vedevo qualcuno con le anni lo sgridavo, perché noi cristiani non siamo uomini d'armi, ma quando ho visto il mausoleo distrutto e la chiesa bruciata sono entrato anch'io nelle milizie. Se quei terroristi riprovano a metter piede qua li faccio fuori con il mio fucile. Poi ci penserà Santa Tecla a giudicarmi».

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