Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 06/05/2014, a pag. 14, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "Israele ricorda 30.000 caduti senza lacrime".
Fiamma Nirenstein Celebrazione di Yom Hazikaron al Kotel
Se volete capire cos’è davvero Israele, guardate a cosa sta è accaduto nelle ore di passaggio fra il Giorno del ricordo dei 23169 soldati uccisi nelle guerre dal ’48 in poi, più i 10mila uccisi in attentati terroristici, e ieri sera, quando comincia Yom Azmaut, il 66esimo Giorno dell’Indipendenza: un’esplosione di canti,fuochi, felicità però mista alla gratitudine per quei ragazzi il cui il futuro è solo nei sogni dei loro cari. «Per chi ha un caduto -ha detto Bibi Netanyahu che ha perso il fratello Yoni a Entebbe- ogni giorno è il Giorno della Memoria ». E ogni giorno è il giorno dell’Indipendenza. Il popolo ebraico, che ha conosciuto la Shoah (non il motore, ma l’ostacolo sulla strada della sua liberazione nazionale) e le persecuzioni (gli egiziani, i romani,i cristiani..) guarda con occhi innamorati alla sua creazione, un Paese che ha inventato i migliori sistemi di irrigazione, le migliori medicine, i computer più avanzati, la democrazia più abrasiva, che insegna la pace a scuola, un giardino in mezzo al deserto morale e fisico dell’odio che lo circonda. Israele ha mescolato settantasette diaspore giunte nella miseria, ha subito il rifiuto arabo alla partizione. Oggi, dai poco più di seicentomila cittadini che vivevano qui nel ’48,è arrivata a una popolazione di 8 milioni e 120mila residenti, di cui un milione e settecentomila arabi, tutti uguali davanti alla legge, mentre i Paesi arabi sono tutti judenrein . Di fronte a questi fatti, se Israele deve gestire con cautela una trattativa sempre rifiutata dai suoi interlocutori, solo gli sciocchi o gli odiatori possono non capire il perché.
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