sabato 18 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Rassegna Stampa
05.08.2013 L'odio per Israele e gli Usa mette tutti d'accordo in Medio Oriente
come dimostrano le parole del Gran Muftì di Siria, intervistato da Gian Micalessin

Testata:
Autore: Gian Micalessin
Titolo: «Il Gran Muftì al Papa: 'Vieni in Siria a portare la pace'»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 05/08/2013, a pag. 14, l'intervista di Gian Micalessin a Ahmad Bareddin Hassou, Gran Muftì della Siria, dal titolo "Il Gran Muftì al Papa: 'Vieni in Siria a portare la pace' ".


Gian Micalessin    il Gran Muftì di Siria con Mahmoud Ahmadinejad

Il Gran Muftì fa finta di essere un pacifista e, nelle prime righe dell'intervista, dichiara "Vorrei chiedergli d’incontrare i mufti musulmani, le autorità cristiane e quelle ebraiche per cercare una soluzione alle guer­ra che ci divide. Noi musulma­ni e voi cristiani abbiamo co­struito moschee e chiese. Ma ora bisogna uscire da moschee e chiese per ascoltare la voce del popolo. Per questo Papa Francesco potrebbe aiutarci a metter fine alle guerre".
Peccato che poi incolpi Israele e Stati Uniti della situazione in Medio Oriente.
Invece di guardare con onestà a ciò che sta succedendo, preferisce scaricare la responsabilità sui soliti bersagli dimostrando l'arretratezza culturale e politica del mondo arabo musulmano.
Ecco l'intervista:

«Vorrei tanto parlare con Papa Francesco perché lui è un uomo del popolo e non un uomo di potere. Vorrei esortar­lo tramite il vostro giornale a ve­nire qui in Siria. Ed anche in Egitto, Giordania e Palestina. Vorrei chiedergli d’incontrare i mufti musulmani, le autorità cristiane e quelle ebraiche per cercare una soluzione alle guer­ra che ci divide. Noi musulma­ni e voi cristiani abbiamo co­struito moschee e chiese. Ma ora bisogna uscire da moschee e chiese per ascoltare la voce del popolo. Per questo Papa Francesco potrebbe aiutarci a metter fine alle guerre».
Il gran Muftì di Siria Ahmad Badreddin Hassou la guerra la conosce bene. Ha 64 anni, da 13 è il gran Muftì di Siria. Due anni fa - dopo aver dichiarato di ap­poggiare il regime - ha soppor­tato l’uccisione del figlio 22en­ne freddato per vendetta alle porte di Aleppo. Eppure non ha mai esortato all’odio o alla ven­detta. «Ho sempre spiegato ­racconta in questa intervista a Il Giornale – che se Maometto avesse chiesto di uccidere non sarebbe stato un Profeta del Si­gnore. Sono stato criticato da molti intellettuali musulmani, ma la verità è questa. Il Profeta a chi gli chiedeva di punire con la morte gli assassini ha sempre ri­sposto che sarà Dio a condan­narli per le sue colpe. Per que­sto ho perdonato chi ha ucciso mio figlio. E chiedo a tutti quelli che subiscono la stessa trage­dia di fare lo stesso».
Lei però appoggia un gover­no accusato di massacrare il suo popolo...
«Se la Siria avesse fatto pace con Israele oggi sarebbe consi­derata
il miglior paese del me­dio Oriente. Ho sempre ripetuto ad America e Israele fate la pace invece di raccontare bugie».
Le accuse arrivano anche dall’Europa..
«Nel 2008 il Parlamento euro­peo mi invitò a Bruxelles. Quan­do ho chiesto di mandare una delegazione a vedere quel che succede in Siria mi hanno rispo­sto che verranno solo quando andrà via Assad. Com’è possibi­le accettare questi diktat da chi sta lontano e rifiuta di vedere la verità? Sono pronto a venire da voi e incontrare tutti i membri dell’opposizione. Il grande cri­mine dell’Europa è tagliare i ca­nali diplomatici con la Siria, na­scondere la vera immagine di questa guerra. L’ambasciatore francese all’inizio del caos cercò di farlo, ma Parigi gli ricordò che era l’ambasciatore di Francia non della Siria».
Perché credervi?

«Avete visto cos’è successo in Iraq?C’era un Saddam Hussein e adesso ne avete trenta. In Tuni­sia c’era un presidente e ora c’è il caos. In Libia avete fatto fuori Gheddafi e ve ne ritrovate altri cento.L’Egitto è ormai fuori con­trollo. Volete succeda anche in Siria? Se qui sorge uno stato isla­mico
la guerra arriverà al cuore dell’Europa».
In Medio Oriente si temono nuovi attacchi di Al Qaida. Perché tanto odio per l’Occi­dente.
«Il problema è l’America. Guardate le manifestazioni a fa­vore dei Fratelli Musulmani e dei militari in Egitto.Il punto co­mune è l’odio di entrambi per gli Usa. Al Qaida e queste minacce sono figlie degli stessi errori. L’America ha creato i talebani e loro hanno creato Al Qaida».
Tra le grinfie di Al Qaida è fi­nito anche Paolo Dall’Oglio un prete italiano molto cono­sciuto qui in Siria…
«Mi auguro torni in Italia vivo. Paolo lo conosco bene, si è mes­so nei guai perché si è spinto in una terra senza legge. Dio inse­gna ad entrare nelle case dalla porta. Lui ci è entrato da dietro. Quando è arrivato in Siria l’ho ac­colto come un fratello, non co­me uno straniero. L’ho difeso dalle accuse della stessa chiesa cattolica siriana. Ma quando l’ho visto camminare con i ribel­li ho capito che lui non aveva una vera vocazione di pace. Pro­vo molta più angoscia per la sor­te del vescovo siriaco Yohanna Ibrahim e di quello greco orto­dosso Boulos Yazij rapiti da Al Qaida ad aprile. Loro cercavano veramente la riconciliazione».
In Siria è scomparso anche il giornalista Domenico Quiri­co entrato nel paese con i ri­belli…
«Queste cose succedono per­ché i vostri mezzi d’informazio­ne si fanno suggestionare dalla propaganda».
Dall’Europa sono partiti 600 volontari musulmani venu­ti a combattere contro il regi­me che lei difende…
«Lo so. E so che tra loro c’era anche un giovane italiano è mor­to da queste parti. A tutti questi musulmani vorrei dire di non svendere il proprio cervello. La nostra religione insegna la pace, non la guerra. A questi giovani chiedo di studiare bene il Cora­no e di non credere a chi li esorta a combattere all’estero. Un buon musulmano viaggia per costruire la pace non per com­battere
».

Per inviare la propria opinione al Giornale, cliccare sull'e-mail sottostante


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT