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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
15.06.2013 In Siria è l'Iran che sta vincendo
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata:
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «La vittoria di Damasco è la vittoria di Teheran»

Sul GIORNALE di oggi, 15/06/2013, a pag.12, con il titolo "La vittoria di Damasco è la vittoria di Teheran", Fiamma Nirenstein commenta  i rapporti in Medio Oriente, tra Iran,Turchia,Libano,Russia, di fronte ad una probabile vittoria di Assad.


Fiamma Nirenstein                               dittatori, andatevene

Un win-win game è molto comune in Occidente, se ne parla quando tratti un affare, un accordo, un compromes­so, di cui alla fine tutti sono contenti. L'ottimo commentatore di cose isla­miche Harold Rhode parlando della Turchia spiega che Erdogan non cer­ca il compromesso coi dimostranti co­me avverrebbe da noi, la sua cultura gli impone di cercare sempre la vitto­ria schiacciante (anche se ieri ha so­speso la distruzione di Gezi Park in at­tesa di una sentenza). Alla fine farà co­sì anche sulle folle che gli mandano il chiarissimo messaggio di non soppor­tare più la sua prepotenza, i giornalisti e i militari in galera, i bar chiusi, la rein­troduzione del costume islamico più antiquato. In realtà, tutte le grandi questioni in gioco in questi giorni in Medio Oriente hanno questo segno: nessun compromesso in vista, anche se noi occidentali ne cerchiamo la trac­cia con la lente di ingrandimento.
La Siria è di nuovo in ballo. Obama vuole mandare armi ai ribelli e impor­re la «no fly zone». Avviene a pochi giorni dal tanto propagandato incon­tro di Ginevra che avrebbe dovuto ri­solvere col compromesso i problemi. Perché? Perché la realtà si è mostrata ineluttabilmente: Assad sta vincen­do, e non ci sarà compromesso che po­trà smorzare questo incredibile dato. Bill Clinton in sostanza ha detto a Oba­ma:
l'Iran e gli Hezbollah sono diventa­ti la punta di diamante della guerra, ciò che fa della Siria il centro dello scontro che l'Iran tenta di imporre al mondo per conquistare un'egemonia imbattibile, e noi che facciamo? L'idea che «l'Iran sta battendo gli Usa in Siria» l'ha suggerita analiticamente il decano della Johns Hopkins Univer­sity Vali Nasr, e Eliott Abrams, ex consi­gliere di Bush per il Medio Oriente, ha detto «stiamo subendo un'umiliante sconfitta per mano dell'Iran». La con­ferenza di Ginevra all'improvviso è ap­parsa non più così risolutiva, le sbruf­fonate di Assad sui soldi inarrivo per la ricostruzione nelle sue mani dalla Banca Mondiale, insieme alla sconfit­ta dei ribelli a Qusair, rendono gli ac­certamenti sull'uso delle armi chimi­che un dato minore: Obama ha avuto paura dell'assoluta mancanza di pro­spettiva di un compromesso ha imma­ginato Assad in sella e la Russia vinci­trice di questo match numero due del­la guerra fredda. Per questo ora si vuo­le muovere, inutile contare su un com­promesso. Anche in Iran non ci sarà compromesso col prossimo governo: come vadano le elezioni l'Aeia, l'orga­nizzazione mondiale per il nucleare, ci avverte che l'Iran sta per ottenere la bomba atomica. Mancano pochi chi­logrammi di uranio arricchito e nessu­no fra i candidati alle lezioni di ieri la­scia intravedere un possibile compro­messo. L'Iran di Khamenei ha già vin­to, ha eliminato tutti i candidati sco­modi, il regime khomeinista governe­rà ancora. Ci è giunto un messaggio e un video da Caspian Makan, il compa­gno di Neda Agha Soltan, la ragazza uc­cisa dai Basiji nel giugno del 2009, nei moti contro i risultati elettorali. Neda vi appare bellissima, sanguinante, mo­ribonda. La gente contempla l'ineffa­bile orrore. Centinaia furono uccisi, migliaia feriti e sbattuti in galera. Ca­spian non chiede di votare per l'iperat­tivo sindaco di Teheran, o per Said Jali­li negoziatore che certo considera «ne­goziato » una parola comica, nè per il «moderato» Rohani. Chiede in nome degli occhi spalancati di Neda, di boi­cottare il voto. Non c'è futuro per la gente di Teheran che vorrebbe vivere in una società normale, non ammini­strata da un vecchio terribile e la sua corte. Non ci sono compromessi in Medio Oriente.

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