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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
26.01.2013 Egitto: sangue e proteste contro Morsi
La cronaca di Fausto Biloslavo

Testata:
Autore: Fausto Biloslvao
Titolo: «Al Qaida regista del caos in Egitto»

La protesta contro il regime del Presidente Morsi è esplosa ieri in piazza Taharir al Cairo. Riprendiamo la cronaca di Fausto Biloslavo, sul GIORNALE di oggi, a pag.13, con il titolo " Al Qaida regista del caos in Egitto".

Due anni dopo la caduta di Hosni Mubarak gli egiziani che non digeriscono i Fratelli mu­sulmani al potere sono scesi in piazza ieri scontrandosi dura­mente con la polizia. Il bilancio è di almeno otto morti e centina­ia di feriti in tutto il Paese. A Suez la polizia ha sparato sui manifestanti che assaltavano il governatorato.
Una settimana fa, invece, gli agenti si erano ben guardati dall' intervenire quando duemila estremisti salafiti avevano cir­condato l'ambasciata francese al Cairo. Non solo: sul cancello della sede diplomatica è stato appeso un grande striscione bianco con i faccioni di Osama Bin Laden e Ayman al Zawahiri, il nuovo capo di Al Qaida, come si vede nella foto che pubblichia­mo. I salafiti protestavano con­tro l'intervento francese in Ma­li. Sullo striscione di Al Qaida pa­role eloquenti: «Allah benedica i mujhaeddin». «Questi sono gli uomini che hanno garantito la vittoria ad Allah e al suo profe­ta », è lo slogan classico di Al Qai­da. E poi i propagandisti del ter­rore si chiedono: «Dove siete?». In pratica è un incitamento all' azione contro i francesi e gli alle­ati che appoggiano l’attacco in Mali. Come se non bastasse, fra gli organizzatori della protesta è spuntato Mohammed al Zawahiri, fratello minore di Ay­man, l'ex medico egiziano che guida Al Qaida dopo la morte di Bin Laden.
I manifestanti erano seguaci del Movimento salafita della guerra santa, un cartello di grup­pi estremisti egiziani.
In appog­gio ai cugini della jihad in Mali, sventolavano bandiere di Al Qaida chiedendo l'espulsione dell'ambasciatore francese. Mohammed al Zawahiri in un' intervista a Euronews ha rinca­rato la dose. Quella in Mali «è un' aggressione. La Francia ha attiz­zato il fuoco e iniziato la guerra. Se continuerà, le fiamme bruce­ranno i popoli dell'Occidente».
Il «giovane» Zawahiri ha pas­sato 14 anni in prigione ed è sta­to rilasciato dopo la «rivoluzio­ne » che ha abbattuto Mubarak. Sostiene di non far parte di Al Qaida, ma di condividerne l'ideologia. I capi dei Salafiti per
la guerra santa hanno reso pub­blico un comunicato che suona come un annuncio di attentati contro gli occidentali: «Le no­stre operazioni militari colpi­ranno tutti i paesi che aiutano la Francia nella guerra in Mali».
Nella lista delle nazioni nel mi­rino ci sono Stati Uniti, Belgio, Inghilterra, Germania, Russia e
diversi paesi africani. L'Italia non è citata, ma vengono espres­samente minacciate rappresa­glie nei confronti di chi «contri­buisce con aerei e appoggio logi­stico » al conflitto. Il nostro pae­se ha messo a disposizione per il Mali 15 istruttori, due aerei tra­sporto truppe ed una cisterna volante per rifornire in volo i cac­cia bombardieri francesi.
Non risulta che la polizia ab­bia arrestato qualcuno nella ma­nifestazione del 18 gennaio, che ha circondato l'ambasciata francese. Lo stesso presidente egiziano, Mohammed Morsi, che il 30 gennaio incontrerà la cancelliera tedesca Angela Me­rkel, si è opposto all'intervento in Mali. Ieri, invece, la polizia ha caricato i manifestanti che pro­testavano contro il nuovo pote­re in mano ai Fratelli musulma­ni. Sessantuno civili e 32 agenti sono rimasti feriti in duri scon­tri al Cairo, nella mitica piazza Tahrir, dove è iniziata la prima­vera araba egiziana, a Suez le vit­time sono almeno otto. La sede dei Fratelli musulmani a Ismai­la è stata data alle fiamme. La cri­si economica è un volano della protesta che riprende gli slogan di due anni fa: «Il popolo vuole abbattere il regime». Uno dei leader di sinistra, Hamdeen Sa­bahy, è ancora più chiaro: «La nostra rivoluzione continua. Di­ciamo no a uno stato della Fra­tellanza musulmana ».

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