Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 17/12/2012, a pag. 13, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "Assad agita contro Israele lo spettro delle armi chimiche".
Fiamma Nirenstein Bashar al Assad
Come in una spirale di orrore, adesso entrano sulla scena siriana anche i profughi palestinesi: i jet di Assad hanno ucciso dentro una moschea del campo di Yarmouk, alla periferia di Damasco, 25 ribelli che vi si erano rifugiati. Dallo stesso campo profughi era fuggito il comandante del Fronte popolare di liberazione della Palestina, il duro e ormai anziano Ahmed Jibril, che era rimasto fedele a Assad, mentre il capo di Hamas, Khaled Mashaal, cerca altri sponsor. La strage della moschea è un ennesimo tassello dello scenario che dovrebbe completarsi con la cacciata del tiranno da Damasco, anche se il futuro appare molto problematico. La Siria è ormai uno scandalo continuo con i suoi 43mila morti, le incessanti denunce di orrori da ambo le parti. Venerdì i leader europei hanno confermato l’intenzione di «appoggiare e aiutare l’opposizione». Deciderà la conferenza dei ministri degli Esteri dei Ventisette: potrebbero allentare l’embargo sulle armi ai ribelli. Di fornire armi Angela Merkel non vuol sentir parlare, ma per David Cameron «l’inoperosità non è un’opzione» e Herman Van Rompuy sostiene che «l’Ue ha il dovere di intervenire perché sono in giuoco vite innocenti». Il clima somiglia a quello che precedette l’intervento in Irak. Il possibile «smoking gun», la pistola fumante, è stata identificata da Obama nelle armi chimiche, che Assad starebbe muovendo e persino usando in piccoli quantitativi.
Ma, dicono i ribelli, Assad può continuare a uccidere anche con i missili Scud come fa in questi giorni, finché non compie lo sgarro codificato.
D’altra parte la Francia sembra stia già fornendo almeno il denaro per l’acquisto di armi; il fronte dei ribelli è stato riconosciuto ufficialmente come rappresentante del popolo siriano dagli Usa e dall’Europa; i russi hanno un palese scontro interno sul prosieguo del sostegno al raìs.
I missili Patriot sul confine turco fanno infuriare l’Iran; c’è odore di guerra. Ma l’idea sia di Obama che europea è, finché non fumerà la famosa pistola, di non entrare nel giuoco ma aiutare i ribelli. Gli americani cercano precauzioni contro gli jihadisti mettendo fuori legge Al Nusra, il cui capo è Mustafa Abdelatif Saleh, cognato di Abu Mussa al Zarkawi, il vice di Bin Laden, ucciso nel 2006 in Irak. Una notizia assai preoccupante è quella del controllo consolidato dai ribelli nell’area di confine con Israele. L’esercito israeliano intende evitare che i grandi arsenali chimici siriani cadano nelle mani dei nuovi vicini mentre Assad avrebbe passato molte armi letali agli altri vicini, gli Hezbollah.
Ahmad Slash, membro del parlamento siriano, ha detto in tv: «Queste armi biologiche sono fatte per lo scontro con i nemici del Paese... ne abbiamo chimiche e biologiche. Contro chi ha armi nucleari, noi abbiamo qualcosa di equivalente. Che lo tengano bene in mente».
Chi? Sono molti a rifletterci.
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