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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
08.12.2011 La Russia schiera navi da guerra nel Mediterraneo in difesa del dittatore siriano
mentre gli Usa sono pronti a pressioni sempre più forti. Cronaca di Fausto Biloslavo

Testata:
Autore: Fausto Biloslavo
Titolo: «Usa e Russia si sfidano in mare per Assad»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 08/12/2011, a pag. 15, l'articolo di Fausto Biloslavo dal titolo "Usa e Russia si sfidano in mare per Assad  ".


Barack Obama, Vladimir Putin

Le navi da guerra americane e russe mostrano i muscoli nel Medi­terraneo. Il braccio di ferro navale è un messaggio alla Siria: gli Usa so­no pronti a pressioni sempre più forti su Damasco e la Russia difen­de il presidente Bashar al Assad. Una volta la chiamavano «politica delle cannoniere».
Due giorni fa è salpata una pos­sente squadra navale russa della flotta del nord, dal porto di Severe­mork, nel Mar Artico. La portaerei Admiral Kuznetzov e la nave anti­sommergibili Admiral Ciaba­nenko, accompagnate dalla scorta e da navi cisterna, sono dirette nel Mediterraneo. L’ammiragliato di Mosca sostiene che l’esercitazio­ne è prevista da tempo e non riguar­da la situazione in Siria. La squa­dra, però, attraccherà anche a Tar­tus, lo strategico porto siriano uti­lizzato dai russi fin dai tempi del­l’Unione Sovietica. I media egiziani hanno rivelato che nelle ultime ore sono passate attraverso il canale di Suez verso il Mediterraneo orientale navi da guerra Usa. La tv satellitare Al Ara­biya parla addirittura di un som­mergibile nucleare. «La mobilita­zione di unità navali da parte delle grandi potenze ha lo scopo di fare pressioni e raggiungere un obietti­vo politico »ha spiegato all’agenzia di stampa AdnKronos, Sameh Saif al Yazel,ex numero due dell’intelli­gence egiziana, riferendosi alla Si­ria. Il 20 novembre era già passata per Suez la portaerei americana George Bush, proveniente dal­l’Oceano Indiano, che cinque gior­ni dopo ha attraccato a Marsiglia. A Tartus era già attraccata una frega­ta russa. Non è chiaro quando arri­verà la squadra navale salpata dal Mar Artico, ma la concentrazione di forze navali è attratta dalla crisi si­riana.
Secondo al Yazel, l’obiettivo americano è «spingere Damasco ad accettare le richieste della Lega
Araba (stop alle violenze e osserva­tori internazionali nda), che godo­no del consenso internazionale. In caso di rifiuto è possibile ricorrere alle armi bombardando siti milita­ri o imponendo una “no fly zone” per proteggere i civili». La richiesta di zone di non sorvolo o cuscinetto sulle frontiere siriane è un cavallo di battaglia degli oppositori del go­verno di Damasco scesi in piazza negli ultimi nove mesi. Martedì a Ginevra il segretario di Stato ameri­cano, Hillary Clinton, ha incontra­to sei esponenti in esilio del Consi­glio nazionale siriano, che si batte per rovesciare il presidente Assad. Mosca e Pechino vedono come fumo negli occhi qualsiasi inter­vento militare, come in Libia, nella crisi siriana e i russi vogliono riba­dirlo inviando navi da guerra.
Ieri la Turchia ha annunciato nuove sanzioni commerciali con­tro
la Siria grazie a una tassa del 30% sulle importazioni da oltre­confine. Il governo di Ankara non ha mai escluso la creazione di una zona cuscinetto per i profughi (so­no già 7500 in Turchia) e per il Libe­r­o esercito siriano composto da di­sertori.
Il loro capo, il colonnello Ri­y­adh al Asaad avrebbe trovato rifu­gio proprio in Turchia, anche se i miliziani anti regime si infiltrano pure dal Libano e dalla Giordania. Negli ultimi giorni Damasco ha risposto ai venti di guerra con una grande esercitazione militare alla presenza del ministro siriano della Difesa, Dawoud Rajha. Ieri il presi­dente Assad, in una rara intervista rilasciata alla tv americana Abc , ha dichiarato che si farà da parte se «mi accorgerò che il sostegno po­polare nei miei confronti è calato ». Alla fine ha contestato che la san­guinosa repressione abbia provo­cato 4mila morti fra i civili. Secon­do Assad, almeno 1100 erano sol­dati o poliziotti.

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