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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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israele.net Rassegna Stampa
11.04.2024 Madre di Khan Younis partorisce in un ospedale israeliano e salva il figlio malato di leucemia
Al Sheba Medical Center

Testata: israele.net
Data: 11 aprile 2024
Pagina: 1
Autore: Redazione di Israele.net
Titolo: «Madre di Khan Younis partorisce in un ospedale israeliano e salva il figlio malato di leucemia»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'articolo dal titolo "Madre di Khan Younis partorisce in un ospedale israeliano e salva il figlio malato di leucemia" tradotto da Ynet News

Famiglie palestinesi al Sheba Medical Center di Tel Aviv. Nessuno viene lasciato indietro, negli ospedali israeliani si curano tutti, a prescindere dalla nazionalità e dalla guerra

Una famiglia di Khan Younis (striscia di Gaza) si trova al momento nel Centro Medico israeliano Sheba di Tel HaShomer, presso Tel Aviv, dove i medici si stanno adoperando per salvare la vita al figlio, affetto da leucemia.

In una recente conferenza il professor Yitshak Kreiss, direttore generale del Centro Sheba, il più grande ospedale d’Israele, ha raccontato che qualche tempo fa il personale aveva spiegato alla madre che se avesse avuto un altro figlio ciò avrebbe reso possibile un trapianto di midollo osseo per il figlio malato. In effetti, pochi giorni prima del 7 ottobre la donna ha dato alla luce un altro bambino presso lo Sheba e da allora è rimasta nell’ospedale con entrambi i suoi figli.

La storia della famiglia di Gaza, che il professor Kreiss ha rivelato in una conferenza a porte chiuse, è iniziata prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, quando presso il Centro Sheba venivano abitualmente curati palestinesi giunti dalla striscia di Gaza. Fu allora che una madre di Khan Younis arrivò all’ospedale con un figlio affetto da leucemia, che aveva urgente bisogno di un trapianto di midollo osseo. Quando è risultato impossibile trovare un donatore compatibile, il personale sanitario ha spiegato alla madre che, se avesse avuto un altro figlio, ciò avrebbe reso possibile effettuare un trapianto di midollo osseo dal neonato al fratello malato, salvandogli la vita.

Pochi giorni prima del 7 ottobre la donna è tornata allo Sheba e, poco dopo quei tragici eventi, ha dato alla luce il secondo figlio.

Dopo la nascita del bambino, i medici hanno potuto eseguire il delicato trapianto di midollo osseo come era stato programmato, prelevandolo dal neonato e trapiantandolo nel bambino malato. Il piccolo affetto da leucemia si è ripreso bene, ma da allora la madre e i due figli sono rimasti nell’ospedale non potendo tornare a casa a causa della guerra.

“Lo Sheba è un ospedale di pace e un simbolo di convivenza dove le cure mediche vengono garantite a tutti – ha detto il prof. Kreiss – Curiamo palestinesi, cooperiamo con palestinesi e ospitiamo palestinesi. Condividiamo la stessa sorte. Quando suonano le sirene dell’allarme per i razzi – ha continuato Kreiss – madri ebree e palestinesi si rifugiano insieme nella stessa area protetta. Circa il 25% dei bambini ricoverati nell’ospedale provengono dalla Cisgiordania. Trattiamo i casi più gravi. Prima del 7 ottobre trattavamo anche pazienti da Gaza. Noi non facciamo politica. Continueremo a vivere insieme e continueremo a curare i palestinesi anche dopo la guerra”.

“Come pediatri – ha affermato Itai Pessach, direttore dell’ospedale pediatrico “Edmond & Lily Safra” presso lo Sheba Medical Center – quando siamo davanti al nostro paziente vediamo solo un bambino. Cerchiamo di andare sempre oltre i limiti di ciò che è possibile, nel fornire trattamenti innovativi per ogni bambino che ne ha bisogno indipendentemente dalle sue origini. Lo abbiamo fatto in passato e continueremo a farlo. Siamo ben felici di poter offrire le cure mediche migliori e più avanzate a ogni bambino, chiunque sia”.

Attualmente due ragazze della striscia di Gaza sono ricoverate presso il Centro Medico Sheba, accompagnate da cinque membri della loro famiglia. Una sta recuperando dopo un trattamento contro il cancro, l’altra ha donato il midollo osseo al fratello. Altri 13 pazienti di Gaza, accompagnati da loro parenti, sono ricoverati in tre ospedali di Gerusalemme est. Tra loro, un malato di cancro operato il 7 ottobre e almeno due persone ferite nella guerra a Gaza.

(Da: Ynet News, 9.4.24)

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