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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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israele.net Rassegna Stampa
26.10.2023 Le cheerleader di Hamas ci credono davvero o semplicemente odiano ebrei e stato ebraico?
Analisi di Tova Herzl, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 26 ottobre 2023
Pagina: 1
Autore: Tova Herzl
Titolo: «Le cheerleader di Hamas ci credono davvero o semplicemente odiano ebrei e stato ebraico?»
Le cheerleader di Hamas ci credono davvero o semplicemente odiano ebrei e stato ebraico?
Analisi di Tova Herzl, da Israele.net

Le cheerleader di Hamas ci credono davvero o semplicemente odiano ebrei e  stato ebraico? - Israele.net - Israele.net
Tova Herzl

Le cheerleader di Hamas ci credono davvero o semplicemente odiano ebrei e  stato ebraico? - Israele.net - Israele.net
Un cartello durante una manifestazione anti-Israele a Bologna


All’orrore per le atrocità perpetrate da Hamas il 7 ottobre nelle città e nei villaggi israeliani (i cui disumani dettagli dovrebbero essere ormai noti a tutti ndr), si è presto aggiunto lo sgomento per il sostegno e il credito di cui godono i terroristi nei paesi democratici. Come tantissimi in Israele, sono esplicitamente critica verso l’attuale governo del mio paese e il suo pluriennale primo ministro Benjamin Netanyahu. Ma coloro che vedono le recenti spietate atrocità di Hamas come una risposta alle politiche del nostro governo, o anche alla lunga occupazione di alcuni territori da parte di Israele, non solo illudono se stessi, ma di fatto mettono attivamente – anche se inavvertitamente – a repentaglio le stesse libertà che hanno tanto care, prima fra tutte quella di difendere una determinata causa, in questo caso quella dei palestinesi. Lasciamo stare il fatto che decapitare bambini non promuove per nulla, agli occhi dei principali soggetti sulla scena mondiale, quella che sarebbe la causa di coloro che commettono quei crimini. E lasciamo da parte anche il danno devastante che quei crimini procurano alla fiducia e alla buona volontà dei tanti israeliani che vorrebbero una soluzione politica al conflitto, che richiederebbe un (rischioso) compromesso territoriale con interlocutori affidabili e benintenzionati. Ciò che vorrei piuttosto chiedere ai cittadini delle democrazie occidentali che applaudono le azioni di Hamas, è se credono davvero che lo scopo dei “combattenti” che loro ammirano e incoraggiano è quello di costruire, anziché distruggere. Se credono davvero che gli obiettivi di Hamas siano politici e che abbia scelto mezzi legittimi (o anche solo “giustificabili”) per conseguirli. Se è così, sarebbe interessante sapere cosa pensano i fan di Hamas in Occidente dei jihadisti che hanno già perpetrato stragi nei loro paesi con attacchi contro obiettivi come grattacieli, concerti e redazioni di giornali, gridando “Allahu Akbar” mentre si avventavano contro innocenti con l’arma da loro scelta di volta in volta. Quando i sostenitori di Hamas si avvalgono della libertà di espressione per sostenere torturatori e stupratori, si aspettando davvero che la futura egemonia islamista nei loro paesi rispetterà i diritti delle donne e dei gay, la libertà di parola e di religione, il giusto processo e tutte quelle “banali” passioni occidentali come la musica, il turismo, l’arte e lo sport? Se qualcuno in Occidente crede che la violenza di ispirazione religiosa da lui applaudita si fermerà alle porte di Israele e non lo riguarderà direttamente, nella migliore delle ipotesi si comporta con una ingenuità sconcertante. E nella peggiore delle ipotesi? Mi sgomenta il pensiero che si tratti del vecchio e ben noto antisemitismo che risolleva la testa, con Israele a fare da comodo sostituto dell’ebreo storicamente sempre incolpato a priori praticamente di ogni male – dalla peste nera, alla guerra, ai problemi economici – e che pertanto deve essere punito. Così la settimana scorsa, quando un’esplosione nell’ospedale Al-Ahli ha tragicamente ucciso numerosi abitanti di Gaza, ancor prima che si diradassero i fumi, prima che si potessero conoscere con un minimo di credibilità fatti e numeri, prima che si potessero trarre conclusioni con un’indagine obiettiva, innumerevoli voci si sono scagliate contro Israele accusandolo non solo d’aver ucciso i civili, ma di averlo fatto deliberatamente. E tanti, compresi importanti mass-media, hanno deciso di ignorare le prove contrarie: dalle immagini, alle registrazioni audio degli operativi di Hamas che conoscevano la verità, all’opinione degli esperti. Mi domando: coloro che hanno immediatamente fatto proprie le dichiarazioni diramate da un’organizzazione che si vanta di crimini disumani mai visti dai tempi dell’Isis, ci credevano (e ci credono) veramente? Oppure è il loro odio viscerale verso lo stato ebraico che li ha portati automaticamente a chiudere gli occhi davanti alle prove e alla verità? Se è così, cosa pensano che accadrà quando l’estremismo islamista prenderà sempre più piede nei loro paesi? Credono davvero che il loro sostegno di oggi a quei barbari li metterà al sicuro domani e che non verranno presi di mira? Israele ha subito un durissimo colpo. Recuperare sarà difficile, ma non abbiamo altra scelta. Per quanto riguarda invece le cheerleader di Hamas in Occidente, consiglierei loro di fare tutto il possibile, prima che sia troppo tardi, per assicurarsi di non svegliarsi un mattino e scoprire che il loro entusiasta sostegno alla ferocia disumana gli si è ritorto contro ed è arrivato a minacciare tutto ciò che hanno di più caro. 
(Da: Jerusalem Post, 23.10.23) 

“Abbiamo appena sporto denuncia in Questura per i cori antisemiti urlati durante la manifestazione a favore della Palestina di sabato scorso”. Lo hanno annunciato martedì il consigliere comunale del Pd Daniele Nahum e l’ex deputato dem Emanuele Fiano. “Da cittadini milanesi – hanno scritto sui social network – reputiamo intollerabile che venga gridato in una pubblica piazza ‘morte agli ebrei’ e siamo preoccupati della tensione creatasi in città. Per questo abbiamo sporto denuncia, sia nella speranza che si identifichino gli autori di questo reato di odio, sia per dare un messaggio generale che gli insulti e le minacce di morte ai cittadini di qualsiasi etnia o credo religioso, non possono e non devono rimanere impuniti. Abbiamo anche avuto un colloquio proficuo con il Questore di Milano – aggiungono i firmatari – con cui ci siamo confrontati sull’attuale situazione in città relativamente al clima di intolleranza verso la Comunità ebraica, ricavando la conferma di un’assoluta concentrazione delle forze dell’ordine e inquirenti su questo tema così delicato”.

http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm

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