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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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israele.net Rassegna Stampa
21.10.2023 Israele combatterà in base ai propri valori, ma combatterà fino in fondo perché un 7 ottobre non accada mai più
Analisi di Naftali Bennett

Testata: israele.net
Data: 21 ottobre 2023
Pagina: 1
Autore: Naftali Bennett
Titolo: «Israele combatterà in base ai propri valori, ma combatterà fino in fondo perché un 7 ottobre non accada mai più»
Israele combatterà in base ai propri valori, ma combatterà fino in fondo perché un 7 ottobre non accada mai più
Analisi di Naftali Bennett

WATCH | Ex-Israeli PM Naftali Bennett loses calm during interview, says  will eradicate 'Nazi' Hamas - Middle East News
Naftali Bennett

Israele combatterà in base ai propri valori, ma combatterà fino in fondo  perché un 7 ottobre non accada mai più - Israele.net - Israele.net
Civili massacrati da Hamas


Israele è cambiato per sempre la mattina di Shabbat (sabato) 7 ottobre, quando all’alba migliaia di terroristi provenienti da Gaza hanno fatto irruzione attraverso il confine attaccando e massacrando le comunità israeliane. Fino ad allora, noi israeliani ci sentivamo per lo più una società occidentale, dove le persone lavorano nel settore tecnologico, progettano vacanze sulla neve e frequentano centri di benessere senza troppe preoccupazioni. Tutto questo è finito quella mattina con l’agghiacciante consapevolezza che viviamo accanto a un nemico che brucia i bambini, stupra ragazze e cancella intere famiglie dalla faccia della terra. Ho prestato servizio come soldato e ufficiale in unità delle forze speciali, e come ministro della difesa e primo ministro israeliano. Ho visto molte cose. Ma niente che si avvicinasse a questo. Siamo stati costretti a vedere scene che non vedevamo dai tempi della Shoà. La popolazione israeliana è ferita. Non c’è un israeliano che non abbia perso un amico o un parente. Figli di alcuni dei miei amici più cari sono stati assassinati o sono morti mentre combattevano eroicamente contro i terroristi. Allo stesso tempo abbiamo riscoperto un forte spirito israeliano, personificato dal membro di kibbutz che ha afferrato un terrorista a mani nude per dare il tempo ad altri di mettersi in salvo, dalle madri che hanno trasformano le loro case in cliniche d’emergenza salvando vite umane. Questo non dovrebbe essere compito di civili, ma quando c’è stato bisogno, c’eravamo. Questo ci ricorda in modo duro che lo stato ebraico venne fondato 75 anni fa affinché gli ebrei non fossero più indifesi di fronte i loro assassini. Ecco perché ora la risposta deve essere tale da garantire che i nostri nemici non pensino mai più di poter fare un attacco del genere. Ma questa non è solo una battaglia di Israele. La battaglia di Israele è la battaglia delle nazioni civili del mondo contro il terrorismo disumano. Israele si trova fisicamente sulla linea di faglia di un fronte guidato dall’Iran. Hamas non è l’unico nemico. È solo un dei tentacoli che si dipartono da una piovra terroristica che ha sede a Teheran. Altri tentacoli agguantano la Siria e il Libano e tentano di afferrare le nazioni arabe del Golfo. Dobbiamo guardare questo nemico nel suo insieme e capire che deve essere affrontato in modi nuovi, sofisticati e inaspettati. Le regole sono cambiate. Non permetteremo a Hamas di nascondersi dietro i civili palestinesi mentre uccide i nostri civili. Non prenderemo mai di mira i civili, poiché non sono nostri nemici. Ma se dei civili a Gaza resteranno uccisi mentre vengono usati come scudi umani, sarà Hamas che avrà ucciso anche loro. Israele ora riceve la simpatia e il sostegno del mondo, ma da primo ministro sono stato chiaro: il futuro di Israele non dipende dalla pietà del mondo, ma dalla paura instillata nel cuore dei nostri nemici. Nei prossimi giorni e settimane, forse mesi, non avremo altra scelta che lanciare una guerra di portata senza precedenti. Tutti gli israeliani, di destra e di sinistra, religiosi e laici, hanno messo da parte le discussioni politiche – non ultima quella sulla riforma giudiziaria del governo – che li hanno distratti negli ultimi nove mesi, e combattono in questa guerra. Ogni unità militare che ho visitato la scorsa settimana aveva un numero sovrabbondante di riservisti che si sono presentati. Siamo grati per il sostegno della potenza americana, così come per le parole di sostegno del presidente Joe Biden dopo l’attentato di Hamas e la sua visita in Israele questa settimana. Ma deve essere chiaro che saremo noi a combattere le nostre battaglie. Per tutto il tempo che sarà necessario. La priorità di Israele in questo momento è de-hamastizzare Gaza. Non potremo mai più permettere che esista una simile minaccia su un nostro confine. L’area deve essere smilitarizzata e questo richiederà tempo. Nessuno in Israele si illude che l’operazione militare possa essere breve o facile. Siamo pienamente consapevoli dell’impatto che ciò avrà sulla popolazione civile di Gaza. Israele non prende di mira i civili e non lo farà durante lo svolgimento dell’operazione. Ecco perché le Forze di Difesa israeliane li hanno avvertiti e hanno dato loro il tempo di lasciare la città di Gaza e spostarsi verso sud in relativa sicurezza. Certamente Israele non rifornirà il nemico, ma non impediremo ad altri paesi di fornire ai civili acqua cibo e medicine, a condizione ovviamente che la Croce Rossa possa visitare tutti gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Questa guerra è una test non solo per Israele, ma per il mondo. Coloro che predicano a Israele la “proporzionalità” devono rendersi conto che nulla può essere proporzionato alle atrocità perpetrate da Hamas. Israele non manderà migliaia di uomini a Gaza a stuprare, saccheggiare, trucidare a caso intere famiglie, bruciare bambini nelle loro case. Questi non sono mai stati e non saranno mai i nostri valori. Per millenni gli ebrei sono stati vittime di pogrom, omicidi sfrenati e saccheggi. Abbiamo costruito il nostro straordinario stato ebraico con la chiara promessa: “mai più”. Adesso tocca a noi mantenere quella promessa. 
(Da: The Economist, 17.10.23)

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