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israele.net Rassegna Stampa
26.09.2023 Smontiamo un mito: Twitter è sempre stato una fogna
Analisi di Benjamin Kerstein, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 26 settembre 2023
Pagina: 1
Autore: Benjamin Kerstein
Titolo: «Smontiamo un mito: Twitter è sempre stato una fogna»
Smontiamo un mito: Twitter è sempre stato una fogna
Analisi di Benjamin Kerstein, da Israele.net

Amazon.com: Benjamin Kerstein: books, biography, latest update
Benjamin Kerstein

Twitter-X cambia ancora, ora non ci sono già i tweet ma i post - Fortune  Italia

Da quando il miliardario Elon Musk ha acquistato Twitter si è sviluppato un mito secondo il quale il social network era stato uno spazio più o meno sicuro, progressivo e inclusivo finché un ricco lunatico di destra non l’ha trasformato in una fogna di odio e razzismo. Recentemente il New York Times ha pubblicato una versione di questa narrazione firmata da Yoel Roth, ex capo della sezione “fiducia e sicurezza” di Twitter, uscito dall’azienda dopo l’acquisizione di Musk. Roth accusa soggetti politici e finanziari malevoli d’essere impegnati in una “strategia ben pianificata” per distruggere i loro avversari sul sito. Cita, ad esempio, gli attacchi ai tentativi di Twitter di respingere le false affermazioni di Donald Trump riguardo alle elezioni del 2020, che portarono al bando di Trump dalla piattaforma (Musk lo ha reinserito). È impossibile non provare solidarietà per Roth. È chiaramente un benintenzionato progressista della classe media i cui valori – sebbene disperatamente sdolcinati – sono nondimeno sinceri. E non c’è alcun dubbio che ha patito per mano di Trump e Musk. Racconta Roth che, dopo aver effettuato un fact check (controllo fattuale) su un tweet di Trump, “il signor Trump, appoggiato dai fan sui social network, mi ha attaccato pubblicamente. Due anni dopo, in seguito all’acquisizione di Twitter e dopo che avevo rassegnato le mie dimissioni dal ruolo di responsabile fiducia e sicurezza dell’azienda, Elon Musk ha aggiunto benzina sul fuoco. Ho dovuto vivere con guardie armate fuori casa, sconvolgere la vita della mia famiglia, nascondermi per mesi e traslocare ripetutamente”. Roth descrive in dettaglio ulteriori molestie, comprese minacce di morte. Tutta roba orribile, senza dubbio, e Roth avanza buoni argomenti circa l’interferenza del governo e della politica nei social network. Ciononostante, Roth è chiaramente impegnato in una sorta di revisionismo “postbellico”. Afferma: “Le aziende di social network evitano di prendere il tipo di decisioni difficili che prese il mio team quando intervenne contro le bugie di Trump sulle elezioni del 2020. Le piattaforme avevano finalmente iniziato a prendere sul serio questi rischi solo dopo le elezioni del 2016”. Riferendosi a una minaccia di morte contro di lui pubblicata su Twitter, Roth afferma: “Quel post, e centinaia di altri simili, costituivano violazioni proprio delle politiche per cui avevo lavorato, per svilupparle e farle rispettare. Sotto la nuova gestione, Twitter ha chiuso gli occhi e i post sono ancora oggi sul sito”. Per quanto si possa essere solidali con Roth per le sue traversie – e lo sono – è necessario sottolineare, soprattutto in quanto ebreo sostenitore del sionismo e difensore delle ragioni di Israele, che la sua narrazione non sta in piedi. Twitter non era affatto uno spazio sicuro, poi diventato una fogna dopo l’acquisizione di Musk. Twitter è sempre stato una fogna. Dal suo esordio fino ad oggi, è stato un forum ideale per demenza politica, razzismo, antisemitismo, odio, violenza di massa e comportamenti efferati in generale. Era ed è la latrina dell’umanità. La cosa mi divenne dolorosamente chiara nel 2014, molto prima che entrasse in scena Musk. Durante la guerra di quell’anno tra Israele e Hamas, Twitter divenne il motore di antisemitismo più efficace che il mondo avesse visto da decenni. L’hashtag #HitlerWasRight (Hitler aveva ragione) divenne virale. Io e altri ebrei fummo sottoposti alla retorica più virulenta, razzista e sadica. Utenti musulmani da tutto il mondo acclamavano il terrorismo e il genocidio contro gli ebrei e, fra i tanti insulti, ci chiamavano “maiali” e “satanici”. Tutto queste ebbe conseguenze nel mondo reale. In tutta Europa esplose la violenza antisemita, da quella di strada agli attacchi in massa contro le sinagoghe. Fu un pogrom, anche se nessuno usò questa parola. Fu l’inizio, in effetti, di un pogrom globale che ora si è esteso agli Stati Uniti. E’ ridicolo pensare che Twitter, e i social network in generale, non abbiano avuto alcun ruolo in questa barbarie, promuovendo l’ideologia che la sta dietro. Contro quest’ondata di odio e violenza, Twitter non fece assolutamente nulla. Non intraprese alcuno sforzo concertato e globale per affrontare il problema. Né, a quanto pare, desiderava farlo. È possibile che fosse solidale con gli autori del pogrom. In caso contrario, era chiaramente troppo abbrutito per fermarli. La manifestazione forse più compiuta della natura abbrutita dell’era pre-Musk di Twitter fu il rifiuto della piattaforma di intraprendere qualsiasi azione contro la “Guida Suprema” iraniana Ali Khamenei. Khamenei, un antisemita genocida e un teocrate depravato e misogino, usava Twitter per rigurgitare regolarmente antisemitismo omicida, invocando costantemente l’annientamento di Israele. Nonostante i numerosi appelli lanciati attraverso canali ufficiali e non, Twitter non tacitamente, bensì a voce alta proclamò che non farà nulla riguardo all’istigazione all’odio di Khamenei, anche se vìola palesemente tutti i codici di condotta dichiarati dalla piattaforma. Quindi, spiace doverlo dire ma la narrativa portata avanti da Roth e da tanti altri è poco più che un’auto-assoluzione per i loro fallimenti. Sì, Trump avrebbe dovuto essere cacciato da Twitter, ma anche Khamenei avrebbe dovuto esserlo. È vero, Musk non ha fatto abbastanza per contrastare odio e antisemitismo sulla piattaforma, ma nemmeno Roth e i suoi colleghi lo hanno fatto. L’ipocrisia non garantisce indulgenze. Non penso che esista una cura per la malattia di cui è affetto Twitter. L’opzione migliore sarebbe l’eutanasia, ma è ovviamente impossibile. Se c’è una cosa chiara, tuttavia, è che in questo caso nessuno è innocente. Tutti hanno contribuito a costruire la latrina, e non dovrebbero stupirsi che i peggiori tra noi abbiano deciso di usarla.
 (Da: jns.org, 20.9.23)

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