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israele.net Rassegna Stampa
05.09.2023 Israele ha finalmente un governo di pura destra ed è un completo disastro
Brian Blum intervista Micah Goodman, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 05 settembre 2023
Pagina: 1
Autore: Brian Blum
Titolo: «Israele ha finalmente un governo di pura destra ed è un completo disastro»
Israele ha finalmente un governo di pura destra ed è un completo disastro
Brian Blum intervista Micah Goodman, da Israele.net

A destra: Micah Goodman

Brian Blum | LinkedIn
Brian Blum

Il filosofo israeliano Micah Goodman esprime una posizione sorprendentemente ottimistica circa il futuro di Israele, anche nel mezzo della lacerazione politica che la riforma istituzionale-giudiziaria ha alimentato da quando è comparsa sui radar all’inizio di quest’anno. Goodman è contrario alla revisione giudiziaria. Non si fa illusioni sul fatto che, finché rimarrà al potere l’attuale coalizione, i prossimi anni saranno probabilmente un incubo continuo di tentativi unilaterali di accaparrarsi il potere e di violazioni dei diritti delle minoranze, contrastati da continue sollevazioni della società civile. Tuttavia, aggiunge Goodman, quando questa coalizione non sarà più al potere – e quel giorno arriverà, se non domani, quando verranno indette di nuovo le elezioni – l’Israele che emergerà sarà profondamente cambiato. Ma non per i motivi che ci spaventano tanto. Accadrà, invece, che i processi che hanno alimentato la nostra indignazione porteranno a una nuova era di realismo. L’era delle illusioni sta per finire. La destra, spiega Goodman, sta per vivere un’esperienza molto simile a quella che ha portato al collasso della sinistra dopo i sanguinosi anni della seconda intifada (che demolì la credibilità delle proposte di pace fino ad allora avanzate dalla sinistra israeliana ndr). 

“L’attuale governo estremista è stato, per molti anni, il miraggio dei circoli della destra – dice Goodman, intervistato nel podcast di Amanda Borschel-Dan su Times of Israel – Questo miraggio ha un nome in ebraico: memshelet yamin al-male. Sostanzialmente, un governo integralmente di destra. Questo miraggio è stato molto utile alla destra perché era un’ottima risposta alla domanda: “Siete al governo da 40 anni, come mai Israele non è il paradiso che ci avevate promesso? Come mai ci sono ancora problemi di sicurezza, problemi economici?” ecc. La risposta della destra, afferma Goodman, era: “‘Beh, non siamo mai stati veramente al potere. C’era sempre lì qualcuno di centro o liberal a neutralizzare il nostro potere, a bloccarci, a impedirci di fare ciò che riteniamo di dover fare. Ma un giorno otterremo ciò che vogliamo, avremo una maggioranza schiacciante e non dovremo allearci con nessun centrista per formare la coalizione. Avremo un governo di destra pura, e allora vedrete come diventerà Israele”. Bene, finalmente c’è quel governo a lungo agognato, un governo completamente di destra. E com’è andata? La maggior parte degli israeliani – compresi molti di destra – sarebbe d’accordo nell’affermare che è un completo e totale disastro. Il modo in cui sono stati portati avanti i cambiamenti nel sistema giudiziario senza dibattito né compromessi; le dichiarazioni odiose con cui se ne escono quotidianamente certi leader della coalizione (qui, la parlamentare del Likud che ha accusato le Forze di Difesa israeliane e i servizi di sicurezza di lavorare per i terroristi palestinesi ndr); l’etichettare i cittadini più patriottici di Israele come traditori, disertori e anarchici; la crescente brutalità della polizia; la devastazione economica e diplomatica: tutto questo, dice Goodman, mostra com’è realmente un governo “integralmente di destra”. E non lo vogliamo più. Il 54% degli israeliani afferma di opporsi alla legge recentemente approvata che annulla la facoltà della Corte Suprema di utilizzare lo standard della ragionevolezza. Potrebbe sembrare una maggioranza esigua, ma è di 20 punti percentuale più alta rispetto a coloro che la sostengono. Guardando ai prossimi passi, solo il 16% degli israeliani è d’accordo che il governo continui a “legiferare senza un accordo” (con le opposizioni ndr). La maschera è caduta e il miraggio si è rivelato insostenibile. 

Un fenomeno, secondo Goodman, non dissimile da quanto accaduto negli anni ’90, quando un miraggio analogo – quello della sinistra – ci faceva credere che presto saremmo andati a mangiare hummus nei ristoranti di Damasco. “Il modo migliore per demolire un miraggio è metterlo in pratica – afferma Goodman – E ora stiamo vivendo quel miraggio, stiamo vivendo il sogno della destra estrema. E a moltissime persone, anche persone di destra, anche sionisti religiosi, anche elettori del Likud, questa non sembra affatto un’utopia. Sembra piuttosto una distopia”. 

“E cosa accadrà – si chiede Goodman – il giorno dopo la fine di questo governo? L’idea di un governo completamente di estrema destra non sarà più un miraggio, sarà un brutto ricordo”. Non sarebbe meglio arrivare a quel punto senza dover passare attraverso il “superamento di un trauma”? Ovviamente. Ma come le illusioni della sinistra sono state da tempo demolite, per guarire dai miraggi dell’estrema destra occorre che subiscano lo stesso destino. Solo da questa reciproca disillusione può emergere un vero centro moderato. “Molti israeliani di destra non avranno nessuna voglia di replicare questo esperimento”, afferma Goodman. 

L’attuale coalizione può ancora causare molti danni lungo il percorso. Ma personalmente voglio credere che Goodman non abbia tutti i torti. È un barlume di speranza di cui adesso abbiamo disperatamente bisogno. Goodman non respinge di per sé le idee né della sinistra né della destra. “Ma quando ti innamori di un’ideologia – aggiunge – diventi cieco di fronte alla realtà: ami l’ideologia e vuoi ad ogni costo che diventi realtà. Quindi non ascolti la realtà stessa”. Questo significa che presto la destra scomparirà come la sinistra, in questo paese? No, dice Goodman. Ma ciò che in futuro sarà fuori discussione è “una coalizione con l’estrema destra” (idem per l’estrema sinistra, che peraltro non ha nessuna forza di questi tempi). L’obiettivo è quello di raccogliere in qualche modo ciò su cui l’opinione pubblica israeliana concorda, non ciò su cui sta litigando. Come scrive Daniel Gordis sulla sua pagina Substack, “avevamo bisogno di una riforma giudiziaria, lo sanno quasi tutti (secondo i sondaggi, circa il 60-70% degli israeliani è favorevole a qualche tipo di cambiamento del sistema giudiziario). Ma più di questo, avevamo bisogno di preservare l’unità del paese. E avremmo potuto avere entrambe le cose” con una gestione diversa. “Sostenere una mobilitazione di massa – scrive Maria J. Stephan, coautrice di Why Civil Resistance Works: The Strategic Logic of Nonviolent Concept – richiede investimenti nell’organizzazione delle infrastrutture, nella formazione e nell’impegno per la disciplina nonviolenta”. Arrivarci non sarà facile. Ma per la prima volta da settimane – da mesi, in realtà – mi sento leggermente meglio, riguardo al futuro di Israele.
 (Da: Jerusalem Post, 25.8.23)

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