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Italia Oggi Rassegna Stampa
26.08.2023 Willy Brandt, il primo cancelliere tedesco in Israele
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 26 agosto 2023
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Willy Brandt, il primo cancelliere tedesco in Israele»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 26/08/2023, il commento di Roberto Giardina dal titolo "Willy Brandt, il primo cancelliere tedesco in Israele".

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Roberto Giardina

Golda Meir offered Egypt most of Sinai for peace before 1973 war | The  Times of Israel
Willy Brandt con Golda Meir

Mentre Israele attraversa un momento particolarmente difficile, alla Johannes Rau Haus di Wuppertal, sede del partito socialdemocratico, si è ricordato e discusso il viaggio compiuto da Willy Brandt dal 7 all´11 giugno del 1973, a Tel Aviv e Gerusalemme. Era stato il primo Cancelliere socialista dopo il 1933 e l´avvento di Hitler, e fu il primo Cancelliere a recarsi in visita in Israele, ricevuto da Golda Meir. Un viaggio problematico. L´anno prima alle Olimpiadi di Monaco, i terroristi palestinesi avevano ucciso 11 atleti ebrei, il governo di Bonn era sotto accusa, per non aver evitato l´attentato e il modo caotico in cui si era reagito. Alcuni atleti vennero uccisi dal fuoco amico nel tentativo di liberarli. La Germania era ancora un paese pericoloso per gli ebrei. I terroristi della Baader Meinhof erano andati a istruirsi nei campi palestinesi in Libano. La sinistra tedesca era critica verso Israele, come lo è sempre, in parte, anche adesso. Nel 2012, il ministro degli esteri Sigmar Gabriel, socialdemocratico, in parlamento a Gerusalemme, pronunciò una critica emotiva e confusa all´apartheid contro i palestinesi. Oggi, ammette che non la ripeterebbe. Fin da giovane, Brandt si era battuto contro l´antisemitismo in Germania, e aveva denunciato il pericolo di Hitler, già prima della sua vittoria, per l´odio contro gli ebrei, manifestato nel Mein Kampf. Fuggito nel ´33 in Norvegia, a vent´anni, scrisse dall´esilio articoli in cui rivelava le repressioni contro gli ebrei nel III Reich. E fu tra i primi a denunciare nel ´43 quanto avveniva a Auschwitz. Seguii Brandt, allora si lavorava andando sul posto. All´aeroporto di Tel Aviv, vidi i cartelli “Welcome Willy”, e si aggiungeva “...ma Willy non è tedesco”. La banda dell´esercito israeliano intonò l´inno tedesco. La strofa Deutschland über alles, Über alles in der Welt, Germania sopra ogni cosa al mondo, era stata cancellata. Ma le parole tornano alla mente appena risuona la musica di Haydin. La tv interruppe il collegamento in diretta alle prime note. Golda Meir aveva esitato a invitare Brandt, nel governo di Bonn due ministri erano stati iscritti al partito nazista. Israele era un altro paese. Si impiegavano due ore da Tel Aviv a Gerusalemme per una strada tortuosa. Oggi c´e un´autostrada che si percorre in 40 minuti, e un collegamento ferroviario in gran parte sotterraneo, come un metro. Il pulmino con i bagagli di noi giornalisti uscì fuori di strada, e andò perduta la mia Olivetti 22. Scrissi i miei pezzi a mano. Oggi, Tel Aviv ha grattacieli che ricordano Manhattan. A Gerusalemme alloggiavo al King David, allo stesso piano di Brandt. Una notte dall´armadio a muro uscì un giovane soldato con un mitra in pugno. L´armadio nascondeva un passaggio con la camera adiacente, e lui era di ronda. Nell´albergo avvenne il 26 luglio del ´46 l´attentato dell´Irgun contro i britannici, morirono in 91. Gli attentatori avevano avvertito di sgomberare l´hotel per evitare vittime, ma il comandante britannico si rifiutò. Seguii Brandt sul lago di Tiberiade, ma non a Masada, non era possibile. L´elicottero del Cancelliere fu preso da una violenta folata di vento e rischiò di precipitare. Si cercò di nascondere il pericolo corso. Dopo tre mesi si sarebbe tornati a combattere, in settembre per la guerra del Kippur. Vent´anni dopo, a Berlino, divenne mio vicino di pianerottolo il direttore d´orchestra Lior Shambadal, oggi 73 anni, con la moglie e le quattro figlie. Era appena stato nominato direttore dei Berliner Symphoniker. Diventammo amici e scoprimmo che c´eravamo già visti da lontano nel ´73. Aveva studiato a Salisburgo e a Vienna, e in Italia con Carlo Maria Giulini. Parlavamo in tedesco e in italiano. Era stato lui, a 23 anni, a dirigere la banda dell´esercito che eseguì l´inno tedesco. Tutti, mi disse Shambadal, si erano rifiutati, e mio padre, dopo, non mi parlò per un anno. Mi chiese di scrivere insieme la sua vita, ma non se ne fece nulla. Quando eravamo vicini, gli ebrei potevano passeggiare per Berlino senza nascondersi. Oggi, rischiano di essere aggrediti dai giovani immigrati musulmani. Forse i rapporti tra Israele e la Germania non potranno mai essere normali, ma la normalità non è sempre positiva, se rischia di scivolare nell´indifferenza.

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