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Libero Rassegna Stampa
11.04.2024 Uccisi figli e nipoti del capo di Hamas
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 11 aprile 2024
Pagina: 4
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Uccisi figli e nipoti del capo Hamas»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/04/2024, a pag. 4, con il titolo "Uccisi figli e nipoti del capo Hamas", la cronaca di Amedeo Ardenza

I tre capi di Hamas uccisi dall'IDF sono tre figli del capo politico Ismail Haniyeh, che vive a Doha in Qatar. Haniyeh ha voluto «ringraziare Dio per averci concesso l’onore del loro martirio», reagendo con molto distacco alla notizia della loro uccisione, in un attacco aereo in cui sono morti anche i nipoti. 

«Tutti i cittadini di Gaza pagano un prezzo (per la guerra) con il sangue dei loro figli: adesso anche io». Con queste parole il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha commentato l’uccisione di tre dei suoi figli da parte di Israele ieri nell’enclave palestinese.
In un video verificato da Al Jazeera si vede Haniyeh nel momento in cui riceve la notizia: secondo la versione fornita dall’emittente qatariota, il capo di Hamas si accingeva a visitare dei bambini palestinesi in un ospedale di Doha, in Qatar. Nella clip si vede Haniyeh reagire con apparente distacco alla telefonata mentre ripete la frase «possa Allah rendere lieve il loro cammino».

ONORE E MARTIRIO

Più tardi, il leader in esilio del gruppo radicale islamico ha dichiarato di «ringraziare Dio per averci concesso l’onore del loro martirio». E in un’intervista telefonica trasmessa da sempre da Al Jazeera, ha poi assicurato che Hamas non si arrenderà e che queste azioni non faranno cambiare i suoi obiettivi e le sue richieste. «Il loro sangue puro è per la liberazione di Gerusalemme e di Al Aqsa, e noi continueremo a marciare sulla nostra strada, non esiteremo e non vacilleremo«, ha aggiunto. «Con il loro sangue, creiamo speranze, futuro e libertà per il nostro popolo e la nostra causa«.
I tre uomini, accompagnati da tre dei loro figli, sono stati colpiti da un missile lanciato da un drone mentre si spostavano in auto per festeggiare in occasione della festività musulmana di Eid al-Fitr, che iniziava mercoledì. Il premier d’Israele Benjamin Netanyahu non sarebbe stato informato preventivamente dell'attacco ai figli di Haniyeh ha riferito il portale israeliano Walla, secondo cui le forze di sicurezza avrebbero così deciso a causa del ruolo dei figli di Haniyeh nell’ala militare di Hamas. Haniyeh ha poi reso noto che quasi 60 membri della sua famiglia sono stati «martirizzati» nella guerra e che lui ha pagato lo stesso prezzo del resto del popolo palestinese.
Una sottolineatura importante da parte di un leader spesso criticato per un tenore di vita molto al di sopra di quello dei suoi concittadini gazawi. Lo scorso febbraio Israele ha arrestato Sabah Abdel Salam Haniyeh, sorella di Ismail e moglie di un beduino con cittadinanza israeliana. La donna è stata accusata di incitare al terrorismo. Almeno altre due sorelle di Haniyeh hanno sposato cittadini israeliani.
Già segretario del capo spirituale di Hamas, Ahmed Yassin, Haniyeh è stato eletto alla guida del Movimento islamico di resistenza nel 2017, succedendo a Khaled Meshaal. E Doha, la capitale del Qatar è diventata il nuovo porto sicuro di Hamas, movimento in precedenza protetto da Damasco. Il presidente siriano Bashar Assad chiuse gli uffici del gruppo nel 2012 dopo che Haniyeh appoggiò la primavera araba contro il regime siriano.

NEGOZIATI FERMI

La notizia dell’uccisione di tre dei figli del leader di Hamas arriva mentre i negoziatori internazionali presenti a Doha aspettano una risposta da parte del gruppo terroristico sui termini di una possibile tregua con Israele in cambio, fra l’altro, della liberazione di almeno parte dei civili rapiti lo scorso 7 ottobre. Ieri il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz ha affermato che è tempo «di esercitare ogni forma di pressione su Hamas affinché il gruppo accetti il cessate il fuoco, rilasciando tutti gli ostaggi: oltre alla pressione militare, quella politica e diplomatica».
Fra i primi gruppi a offrire le proprie condoglianze al capo di Hamas si sono distinti gli Huthi, il gruppo yemenita alleato dell’Iran e nemico giurato di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. «Questi grandi sacrifici non fanno che rafforzare la fermezza del popolo palestinese di fronte all'arroganza israeliana», ha dichiarato il portavoce del gruppo, Mohammed Abdulsalam, su X. Sempre ieri gli Huthi hanno affermato di aver colpito quattro navi nel Golfo di Aden, inclusa una nave da guerra Usa, una battente bandiera panamense e una liberiana ma di proprietà israeliana e la statunitense Maersk Yorktown.

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