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Shalom Rassegna Stampa
11.03.2011 Egitto: cambiano i leader ma l’antisemitismo resta sempre lo stesso
analisi di Stefano Gatti

Testata: Shalom
Data: 11 marzo 2011
Pagina: 17
Autore: Stefano Gatti
Titolo: «Egitto: cambiano i leader ma l’antisemitismo resta sempre lo stesso»

Riportiamo da SHALOM di marzo, a pag. 17, l'articolo di Stefano Gatti dal titolo " Egitto: cambiano i leader ma l’antisemitismo resta sempre lo stesso ".


Stefano Gatti

L’Egitto è il paese arabo-islamico che, dalla prima metà degli anni ’50, si è dimostrato il più attivo nella diffusione di tematiche antisemite. E’ a Il Cairo che nel 1951 apparve la prima edizione araba dei Protocolli dei savi di Sion, ed è sempre nell’Egitto di Nasser che, nel 1962, arrivarono i primi pronunciamenti negazionisti per bocca del ministro Zulfikar Sabri .
L’Egitto agli inizi degli anni ‘50 divenne una sorta di calamita per gli ex nazisti che, a migliaia, vi trovarono rifugio ed incarichi di rilievo, ed è a Il Cairo che, grazie ai buoni uffici dell’amico Hajj Amin al-Husseini ex Muftì di Gerusalemme, si trasferì anche Johannes Von Leers, uno dei più importanti ideologi del Terzo Reich e che era stato il principale specialista delle campagne antisemite naziste incentrate sull’accusa del sangue ed i Protocolli.
Von Leers si convertì all’islam prendendo il nome di Mustafa Ben Ali e Umar Amin, e divenne subito il principale responsabile delle campagne antiebraiche del regime nasseriano, riproponendo al mondo arabo la sua propaganda incentrata sui Protocolli, sulla denuncia del complotto ebraico per il dominio del mondo e sull’accusa del sangue .
E’ da circa sessanta anni quindi che il discorso antisemita è una presenza costante e continua nella società egiziana, ma è proprio durante gli anni del governo Mubarak che ha raggiunto i livelli più elevati.
Gli esempi recenti sono molteplici. Nel corso della fiera internazionale del libro che si tiene ogni anno a Il Cairo è normale trovare esposti testi classici dell’antisemitismo come il Mein Kampf, i Protocolli dei Savi anziani di Sion, e tanti altri nuovi libri antisemiti.
Paradigma di questa nuova saggistica antiebraica è The Bomb, presentato nel corso della fiera del febbraio 2003. Il libro trae ispirazione dalla sura del Corano che sostiene che un gruppo di ebrei fu trasformato da Allah in ‘scimmie e maiali’, e l’autore a prova di ciò correda la sua opera di molte fotografie di corpi mummificati forniti di coda ed identificati come ‘ebrei’ poiché dotati di 'capelli chiari' e 'naso adunco' .
In seguito agli eventi della ‘Freedom Fleet’ del giugno 2010, Al-Masri Al-Yawm, considerato il miglior quotidiano di Egitto, per spiegare le ragioni della sempiterna ‘violenza ebraica’ha pubblicato una serie di articoli di Muhammad Tantawi, ex grande imam della moschea di Al-Azhar e gran sceicco dell’università Al-Azhar, in cui gli ebrei vengono accusati di ogni nequizia (‘esseri disgustosi e spregevoli’, ‘traditori’, ‘infedeli’ ‘ladri’ ‘bugiardi’ ‘uccisori di profeti’), di praticare l’omicidio rituale (‘dissanguano a morte un gentile per utilizzarne il sangue nella preparazione delle matzoth per Pesach’) e di cospirare alla luce dei Protocolli per schiavizzare il mondo .
In Egitto il mezzo di comunicazione più attivo nella diffusione di tematiche antisemite rimane però la televisione, che nel corso degli ultimi anni ha visto il forte sviluppo dei canali satellitari, spesso di ispirazione islamista, e che dell’antisemitismo fanno uno dei loro cavalli di battaglia.
Il caso forse più clamoroso di antisemitismo televisivo è quello costituito dalla fiction ‘Un cavaliere senza cavallo’.
In occasione del Ramadan 2002, periodo di massimo ascolto televisivo, la tv di stato egiziana ha trasmesso una sorta di telenovela in 41 puntate innervata di stereotipi antisemiti tratti dai Protocolli dei savi anziani di Sion. La serie, che per venire trasmessa ha dovuto ottenere il visto della occhiuta censura egiziana, ha ottenuto altissimi indici di ascolto, ed è stata elogiata dalla Radio e Televisione Egiziana come 'momento fondamentale della fiction egiziana'.
Le ‘star’ delle televisioni egiziane sono però sceicchi islamisti che – molto di frequente - tengono sermoni intrisi di antisemitismo.
Alcuni esempi recenti tra i tanti.
A giugno del 2010, durante i mondiali di calcio in Sudafrica, lo sceicco Mus’id Anwar dagli schermi della salafita Al-Rahma TV ha sostenuto che “Come voi ben sapete gli ebrei hanno i Protocolli degli anziani di Sion. Più di cento anni fa hanno formulato un piano per il dominio del mondo, e adesso lo stanno mettendo in atto…uno dei Protocolli dice: ‘distrai i non ebrei con le canzoni, il calcio ed i films’ “.
Il chierico egiziano Hussam Fawzi Jabar a luglio 2010 su Al-Nas TV ha affermato che “gli ebrei per loro natura non mantengono i patti, odiano la pace, amano la perfidia, il tradimento, gli inganni, le uccisioni ed il sangue…vivono per portare odio tra le genti…Hitler ha avuto ragione a far quel che ha fatto agli ebrei”.
Mentre a settembre del 2010, sempre su Al-Rahma TV, il religioso Abdallah Samak ha accusato gli ebrei di essere “dei notori assassini, massacratori di profeti ed assetati di sangue…la caratteristica principale degli ebrei è che è insito nella loro natura perseguire la guerra, non possono vivere senza attaccare gli altri…gli ebrei sono vendicativi, senza alcuna pietà”.
Anche i programmi sportivi in Egitto spesso si trasformano in tribune per propagandare tesi antiebraiche. Il noto commentatore sportivo Ibrahim Higazi, nel corso di una puntata del suo show su Nile Sports TV a marzo 2010, ha asserito che ‘dietro ogni catastrofe’ ci sono i ‘sionisti e i loro Protocolli…gli ebrei controllano i mass-media’.
Ma gli attacchi contro gli ebrei non sono appannaggio di barbuti imam fondamentalisti, anche il famoso Zahi Hawass, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egizie e noto anche in Italia per le sue frequenti partecipazioni a documentari televisivi sull'antica civiltà egizia a febbraio del 2009, nel corso di un programma trasmesso della Tv di stato egiziana, ha affermato che “Per 18 secoli gli ebrei sono stati dispersi nel mondo, poi sono andati in America, hanno preso il controllo dell’economia…e adesso controllano tutto il mondo”.

Stefano Gatti è ricercatore e redattore del portale ‘Osservatorio Antisemitismo’ della Fondazione CDEC di Milano (www.cdec.it)

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