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Shalom Rassegna Stampa
14.04.2008 Un po' di chiarezza sulla "lobby ebraica"
un articolo di Angelo Pezzana

Testata: Shalom
Data: 14 aprile 2008
Pagina: 5
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Le ragioni di una lobby»

Da SHALOM di aprile 2008:

E’ vero che Israele ha molti amici fra quanti difendono i valori della democrazia e della libertà, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Persino nei paesi governati da spietate dittature è possibile incontrare persone coraggiose che, sovente rischiando la vita, stanno dalla parte dello stato ebraico. Hanno capito che quel piccolo stato, circondato da regimi che democratici non sono, è oggi la punta di diamante della battaglia per la difesa dei valori che separano il mondo occidentale dal fanatismo politico-religioso. Sono passati più di cent’anni dalla diffusione di quei < protocolli degli anziani di sion >, eppure quel veleno, quelle menzogne, sono ancora in mezzo a noi. Sono tornate le < liste di proscrizione > che diffondono elenchi con nomi di < professori ebrei >, e poco importa che chi le ha compilate sia alquanto ignorante in materia, conta il fatto, l’intenzione realizzata. Importa il boicottaggio a Israele per la sua presenza alla Fiera del libro di Torino, perchè, si sa, Israele ha il diritto di parola solo se  lo esercita in qualche consesso dove può sedere solo in quanto imputato. E tornato un clima da anni ’30, anche se allora si chiamava < difesa della razza >, ma gli strumenti usati appartengono allo stesso armamentario. Si diffonde il sospetto dell’esistenza di un complotto attraverso la compilazione di una lista di professori < ebrei > che dominerebbe nelle nostre università, quando è vero il contrario. Per sincerarsene basta frequentarle, per rendersi conto che chi vuole parlare di Israele sovente rischia l’incolumità fisica. Quasi sempre subisce minacce e ingiurie. La perdita del senso delle differenze, distinguere per esempio tra chi incita all’odio e chi cerca di difendersene, fa sì che in buona parte dei nostri giornali la facciano da padrone editorialisti le cui posizioni verso Israele non sono diverse da quelle del famigerato Dr. Goebbels. Ma loro non sono considerati famigerati, sia che si chiamino Tariq Ramadan o abbiano nomi di casa nostra, no, in nome del rispetto delle idee di tutti, non importa quali esse siano, questi cattivi maestri predicano odio contro Israele praticamente indisturbati. La loro propaganda, per quanto aberrante, trova pochi ostacoli. E’ venuto il momento di aprire gli occhi prima che sia troppo tardi. Mentre scriviamo manca ancora un mese alle prossime elezioni politiche di aprile, per cui ci guardiamo bene dal fare  previsioni. Ci limitiamo ad alcune valutazioni. Se in Italia ha poco senso parlare di < lobby >, e mono che mai di < lobby ebraica >, qui i gruppi di pressione hanno abitudini più mafiose che lobbistiche, non esprimono la volontà di gruppi della società civile, come avviene nei paesi anglosassoni, che fanno valere i propri interessi im modo chiaro, aperto e trasparente. Gli eletti, in quei paesi, rispondono davvero ai loro elettori, di rado il politico eletto tradisce le promesse fatte in campagna elettorale. La sua rielezione non dipende dai vertici del partito, ma dal consenso dei suoi elettori. Quindi l’uso della parola < lobby > ben difficilmente potrà assumere quel significato che ha, per esempio in America. Dove, di lobby, ne esitono moltissime, tutte rispettate e rispettabili. Quella cinese, la messicana, l’italiana, quella che difende gli interessi dei produttori di armi, e,perchè no, quella ebraica, tutte si esprimono alla luce del sole e condizionano i candidati in base alle loro richieste. Verranno votati e,  se non manterranno le promesse, non verranno rieletti. Non è un caso che in Italia gli unici a parlare di < lobby ebraica > siano gli alfieri del nuovo antisemitismo, che si nasconde e giustifica sotto il nome di antisionismo. Sono i compilatori delle liste di proscrizione, sono quelli che delegittimano il diritto di Israele di essere nazione fra le nazioni, che ne riconoscono l’esitenza solo in relazione al conflitto con i palestinesi. Se parlare di lobby può avere un senso,oggi, non può essere altro se non quello che collega gli appartenenti a quella gang di diffusori di menzogne, che vedono nell’America e in Israele la radice dei mali del mondo. Personggi che si muovono a loro agio nel mondo dell’informazione, giornali,Tv, università, possono sostenere che le Twin Towera sono state abbattute da un complotto Cia-Mossad senza temere il ridicolo, anzi, diventano oggetto di interesse quasi morboso, si sa, la teoria del complotto ha un suo fascino. Ma non è detto che le cose non possano cambiare.  Dicevamo il rinnovo del Parlamento, nel quale, ce lo auguriamo, possaoo entrare eletti nuovi, per bene e coraggiosi. Poichè siamo convinti che il bene non appartiene solo ad una parte, sarebbe una grande novità se Camera e Senato producessero una alleanza trasversale nella quale possano riconoscersi quanti non ne possono più di lisciare il pelo ai terroristi e ai loro megafoni fiancheggiatori, donne e uomini che non ne possono più degli eufemismi che ci impediscono di chiamare le cose con il loro nome, eletti dai quali ci aspettiamo non solo una presenza forte nei loro interventi in aula, ma anche e soprattuto la capacità, grazie alla loro esperienza, di creare alleanze trasversali, nazionali e internazionali, che aiutino questo nostro povero paese, disinformato e frastornato dalla retorica buonista e pacifista che, come la storia ci insegna, non hanno mai portato nè bene nè pace, ma guerra. Può succedere, può essere in arrivo un vento nuovo, che ci schieri a fianco di chi lotta per difendere la libertà, anche la nostra, da chi ci vorrebbe < equidistanti > fra il bene e il male. Quel male che sembra non incontrare ostacoli nella sua corsa ad avvelenare le nostre deboli democrazie. Chissà, guardiamo i nomi degli eletti, e, apertamente, cominciamo a fare lobby.

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