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Shalom Rassegna Stampa
21.05.2007 Due pesi e due misure
contro Israele, l'"ebreo tra le nazioni"

Testata: Shalom
Data: 21 maggio 2007
Pagina: 24
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Israele l'ebreo tra le nazioni»

E’ vero che Israele è uno Stato diverso dagli altri, altrimenti non riuscirei a capire perchè i fatti e gli avvenimenti che lo riguardano differiscano dalle normali valutazioni che vengono usate per tutti gli altri. Alcuni esempi:

1)      Israele è l’unico Stato al mondo che, combattendo guerre di difesa, viene giudicato Stato aggressore. Persino nella guerra d’Indipendenza del 1948, di fronte ad una legittimità che gli veniva dalle Nazione Unite, quella guerra ben di rado viene raccontata nei libri di testo per come è andata davvero. Gli storici si guardano bene dallo scrivere che gli Stati arabi, rifiutando una decisione dell’Onu, volevano impadronirsi del territorio del nuovo Stato, distruggerlo e massacrarne i cittadini. No, quello che interessa agli storici sono i profughi, che sono diventati tali a causa di una guerra dichiarata certo non  da Israele. Invece è allo  Stato ebraico che se ne attribuisce  la responsabilità e il loro destino nei campi profughi, così come si continua ad attribuirgliela sino ad oggi. Campi voluti peraltro dall’Onu, e, unico caso al mondo, mantenuti tali e quali ad eterna colpa... di chi non l’aveva affatto. Qualcuno ricorda dei campi profughi tenuti in vita per sessant’anni in qualche altra parte del mondo ?

2)      E le guerre successive ?  Prendiamo quella del ’67. Viene ricordata unicamente per sottolineare che Israele con quella guerra ha occupato dei territori palestinesi, nessuno che ricordi alla nostra svogliata pubblica opinione che Gaza venne subito restituita all’Egitto, il quale però si guardò bene dal mostrare il minimo interesse. Gaza, allora, era già abitata da cinquecentomila palestinesi, e l’Egitto non aveva la minima intenzione di prenderseli. Non mi risulta che qualcuno l’abbia mai rimproverato ai vari governi egiziani, men che mai a Nasser. E la Giordania, guidata dal “piccolo e saggio re” ? Qualcuno ricorda mai che di palestinesi ne ha fatti fuori più lui in pochi giorni con Settembre Nero che Tzahal in sessant’anni ? E Gerusalemme divisa, sotto amministrazione giordana, non mi sembra di averne mai letto nei servizi dei tanti inviati speciali, specialissimi solo nel raccontare le sofferenze ai check point quanto avari di informazioni sulle reti terroristiche palestinesi.

3)      Tutto da ridere, se non fosse una tragedia, la storia del futuro Stato palestinese, che paradossalemnte sembra oggi trovare nel solo Israele il sostenitore più convinto. Quanti sanno dei rifiuti palestinesi ? Dal 1939, dal 1948, su su fino ad Arafat, sono stati sempre dei N0 alle varie possibilità di fondare uno Stato palestinese indipendente. Ma questa semplice verità non ha mai fatto riflettere più di tanto. Alzi la mano chi ricorda di aver letto qualche commento critico su Gaza, dopo l’uscita di Israele nell’agosto 2005. Invece di riconoscere lealmente che Gaza, nella completa autonoma gestione palestinese, invece di diventare una parte del futuro Stato, si era trasformato in un centro organizzato dai terroristi di Hamas, con l’unico obiettivo l’attacco alle città di frontiera israeliane, no, la maggior parte dei nostri “esperti” mediorentali hanno suonato, come già facevano prima, la canzone della “ fogna a cielo aperto “, riuscendo a darne la colpa ancora ad Israele.

4)      E i soldati rapiti ? Gilad Shalit, Ehud Goldwasser,Eldad Regev, interessano a qualcuno nel nostro paese ? Si è mai levato un appello dalla Croce Rossa, così presente quando si tratta di verificare le condizioni dei prigionieri terroristi a Guantanamo, per scoprire poi che tutti i loro diritti sono rispettati dalla cattiva America ? Idem in Pakistan, in Afghanistan, ovunque è presente. Tranne quando si tratta di verificare le condizioni di israeliani. Allora, di fronte al rifiuto di procedere a qualsiasi controllo delle condizioni dei rapiti, l’illustre organizzazione umanitaria, non fa nemmeno finta di redigere una protesta formale, un pezzo di carta, poca roba, no, nemmeno quella. Se li sono presi, possono anche averli uccisi, noi ce ne laviamo le mani. Vien da chiedersi come vivremmo se la Croce Rossa Internazionale chiudesse i battenti, forse non ce ne accorgeremmo neanche. Ho citato la CRI, ma potremmo anche chiedere al nostro governo perchè tace di fronte ad una violazione crudele, ingiustificata sotto ogni aspetto. Già, Prodi e D’Alema, perchè state zitti ?

5)      E’ una domanda retorica, lo sappiamo, è la stessa che ci siamo fatti quando, durante il rapimento di Daniele Mastrogiacomo, siamo rimasti sconvolti dal fatto  che nessuno fra quelli che si preoccupavano giustamente della sorte del giornalista italiano gli venisse in mente di ricordare un altro rapito, sempre dai Talebani, sempre di nome Daniele. Ma lui si chiamava Pearl,non Mastrogiacomo, era ebreo, e come tale non oggetto di trattativa, andava sgozzato e subito. Mi sarà sfuggito, ma non mi pare di aver letto il nome di Daniel Pearl nelle cronache del sequestro e della liberazione di Mastrogiacomo. Sarà un caso ?

Potremmo andare avanti a lungo, tanti sono gli esempi per i quali Israele può essere preso come campione per una valutazione del due pesi-due misure, con le quali viene giudicato lo Stato ebraico.

Come è possibile ? Viene da chiedersi, come è possibile questa parzialità, questa ossessione nel vedere in Israele la radice di buona parte dei mali del mondo ? Non è una risposta, ma una riflessione. Per duemila anni, senza che esistesse per gli ebrei alcuna possibiltà di reazione, abbiamo assimilato tutte le forme possibili di antisemitismo, ci è entrato nel cervello, nella pelle, si è trasmesso per venti secoli nel dna di ciascuno di noi. Ce ne vorrà di tempo per riacquistare un equilibrio decente. Intanto è bene tenere a mente un fatto, e ricordalo quando è il caso: dal 14 maggio 1948 è finita la libera caccia all’ebreo. Adesso la difesa è possibile. Persino l’attacco.


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