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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Panorama Rassegna Stampa
18.07.2005 Terrorismo: il pericolo nucleare
intervento dell'ambasciatore d'Israele in Italia

Testata: Panorama
Data: 18 luglio 2005
Pagina: 57
Autore: Ehud Gol
Titolo: «Incubo nucleare sull'Occidente»
PANORAMA datato 21 luglio 2005 pubblica un intervento di Ehud Gol, ambasciatore d'Israele in Italia.

Ecco l'articolo:

Gli attentati terroristici compiuti a Londra la settimana scorsa hanno ricordato ancora una volta a tutti il terribile incubo in cui il mondo democratico occidentale è costretto in questi ultimi anni. Episodio dopo episodio, come in un film dell'orrore, gli attentati piombano sulle principali città del mondo, mentre tutti i commentatori sono assorti in pronostici, per individuare quale sarà il prossimo obiettivo.
Il terrorismo convenzionale non ci lascia chiudere occhio la notte e non è semplice né facile fronteggiarlo, mentre spesso ci poniamo l'interrogativo su quale sia il prezzo che le democrazie devono pagare nella lotta al terrorismo, sull'uso, da parte loro, di mezzi estremi contro i perpetratori e gli ideatori di tali atrocità, e infine sino a quali compromessi possiamo giungere. Ma a mio parere il peggior incubo che ci possa capitare non è la naturale paura del terrorismo urbano, la quale siamo quasi adattati e purtroppo assuefatti, bensì l'orribile timore che le organizzazioni terroristiche internazionali riescano a mettere le mani su armi non convenzionali, ossia armi chimiche, biologiche o atomiche.

Per anni in molti paesi del mondo, e in particolare in Europa, vi è stata la tendenza a chiudere un occhio nei confronti del terrorismo e a considerarlo come un problema regionale, e molti di questi paesi hanno moltiplicato i loro gesti di appeasement nei confronti di ideatori e perpetratori di atti terroristici, con il tacito accordo che tali sanguinosi attentati si limitassero a determinati luoghi e l'Europa ne rimanesse immune. Vana, pericolosa illusione! L'atteggiamento morbido e conciliante non è servito a nulla. A molti è sfuggito, più o meno consapevolmente, il fatto che il terrorismo, i cui primi germogli hanno iniziato a spuntare alla fine degli anni 70, non deriva dalla povertà, dall'oppressione e dall'ingiustizia. Il terrorismo deriva da una vera e propria ideologia a opera di elementi antidemocratici che vedono nelle democrazie occidentali e nel loro stile di vita pluralista il maggior pericolo per l'oppressione e la tirannia che caratterizzano i governi della maggior parte dei paesi mediorientali. Il terrorismo internazionale ormai da tempo si è allontanato dai suoi fittizi obiettivi temporanei, come quello della liberazione e dell'indipendenza nazionale, e oggi è ormai chiaro a tutti che l'obiettvo principale dei terroristi, così come si evince dalla visione del mondo da parte di alcuni circoli estremisti e oscurantisti del mondo musulmano, è quella di estendere la loro egemonia a tutte le estremità della terra.
All'inizio di agosto presterà giuramento il nuovo presidente dell'Iran , Mahmoud Ahmadinejad. Contrariamente ai pronostici della maggioranza degli esperti e dei commentatori politici, il nuovo presidente ha battuto il candidato cosiddetto riformista. Noi non siamo rimasti sorpresi, dato che negli ultimi otto anni non abbiamo dato credito alle previsioni secondo cui l'Iran, sotto il predecessore dell'attuale presidente, Mohammed Kathami, sarebbe avanzato nella direzione delle riforme democratiche e dell'adozione di modelli di vita occidentali. Tali asserzioni erano solo una facciata di comodo per non pochi paesi legati a questo regime totalitario per vari loro motivi economici o altro.
Non solo, la gente ancora oggi chiude gli occhi di fronte alle intenzioni di armamento nucleare dell'Iran ed i suoi recenti progressi nell'arricchimento dell'uranio. L'Iran è abbastanza ricco, si veda per esempio l'aumento del prezzo del petrolio in questi giorni, e non ha bisogno di altre fonti di energia per "scopi pacifici". Lo stesso volto di questo paese non è pacifico, dato che esso continua a sostenere, finanziare e armare organizzazioni terroristiche e, assieme alla Siria, fa muovere gli hezbollah, il cui obiettivo dichiarato è la distruzione del processo di pace tra Israele e i palestinesi.
Ma ciò è nulla in confronto al reale pericolo che in un futuro non molto lontano l'Iran possa usare le organizzazioni terroristiche con la minaccia o addirittura con l'utilizzo di armi non convenzionali. Fa paura pensare alla possibilità che tali organizzazioni terroristiche riescano a mettere le mani su programmi di sviluppo di armi nucleari e che, un giorno, riescano a sviluppare una "bomba sporca".
Davanti a un'eventualità del genere, l'incubo di New York, di Madrid, di Londra e di altre città sarà nulla in confronto al rischio concreto che correrà l'esistenza stessa del mondo democratico occidentale. Questo mondo ha già vinto le due maggiori catastrofi del XX secolo, il nazismo e il comunismo, e lo ha potuto fare grazie alla fermezza e all'unità.
Atteggiamenti concilianti, adulatori o di noncuranza non riusciranno a battere il terrorismo internazionale. Bisogna combatterlo senza esitazioni e senza compromessi, e meglio se in anticipo.
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