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Panorama Rassegna Stampa
08.11.2004 Un' altra inopportuna santificazione di Arafat
e una frase molto scorretta

Testata: Panorama
Data: 08 novembre 2004
Pagina: 62
Autore: Giovanni Porzio
Titolo: «Il rais lascia un erede, se stesso»
PANORAMA dell'11-11-04 pubblica a pagina 62 un articolo di Giovanni Porzio, "Il rais lascia un erede, se stesso"

L'articolo mostra come il carisma di Arafat abbia colpito il cronista arrivato in Israele per registrare gli eventi di questi giorni. Abbiamo notato lo stesso atteggiamento in molti giornalisti sia della televisione sia della carta stampata, che date le disperate condizioni di Arafat si abbandonano a sentimentalismi e sono portati a creare e descrivere il valore simbolico della figura di Arafat. L'articolo descrive la situazione di desolazione e di attesa che si vive a Gaza. Descrive tutti i possibili successori di Arafat chiarendo quali sono le caratteristiche peculiari di ciascuno, pregi e difetti.
In fondo all'articolo viene però allargato il campo per dare un inquadramento dell'intero scenario ed il giornalista afferma:

Anche Ariel Sharon, dopotutto, potrebbe scoprirsi orfano del 'vecchio'. Con Arafat confinato nella Muqata e con l'assenso della Casa Bianca, ha potuto ignorare la road map, avviare la costruzione del muro difensivo in Cisgiordania e imporre al Likud e alla Knesset il piano di sgombero delle colonie dalla striscia di Gaza. Senza il rais e con una leadership credibile a Ramallah, Sharon non avrebbe più l'alibi di cui si è servito per congelare le trattative di pace con l'Autorità palestinese
Quante scorrettezze in una sola frase! Innanzitutto è utile ricordare che Sharon non ha assolutamente ignorato la Road Map. La Road Map nella sua prima fase è stata seguita da Israele, mentre da parte palestinese non uno dei passi - nemmeno il più piccolo - è stato seguito. La Road Map è rimasta cristallizzata nei fatti solo a causa dell'incapacità da parte palestinese di porre un freno all'attività terroristica e di smantellare i gruppi terroristici esistenti.
Ed ancora si parla della barriera di sicurezza - chiamata per convenienza giornalistica 'muro difensivo' - che come ben sappiamo è in realtà costituita da un reticolato e solo per il 3% da un muro (peraltro solo per eliminare il rischio di attacco di cecchini) e si è rivelata come la misura più efficace per arginare gli attacchi terroristici. Anche gli stessi giornalisti difatti, criticano la misura (peraltro attuata in varie altre parti del mondo) ma non ne contestano i positivi risultati.
Ma andiamo oltre. Il piano di sgombero da Gaza viene presentato come una forzatura, una imposizione che Sharon avrebbe fatto al suo stesso partito ed al Parlamento e non come un atto positivo ed unilaterale che è stato pensato ed attuato da Sharon senza alcuna pattuizione in cambio. Dalle parole del giornalista sembra quasi che se Arafat non fosse stato confinato nella Muqata, non sarebbe stato possibile a Sharon ottenere l'approvazione del piano di sgombero delle colonie. Un vero tentativo di ribaltare la verità dei fatti.
E proseguiamo. Sharon si sarebbe servito dell'immobilità di Arafat per congelare le trattative con i palestinesi. In realtà se non ci sono state trattative la causa è da ricercare nell'impossibilità di avere un interlocutore veramente rappresentativo e non colluso, nella dichiarata non volontà di trattare con chi è collegato a gruppi terroristici, nella impossibilità a trattare con qualcuno che nega il fondamentale diritto all'esistenza dello Stato di Israele

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione di panorama. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


rossella@mondadori.it

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