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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
20.07.2013 Moni Ovadia plaude alla decisione UE
Giusto il boicottaggio di Israele

Testata:
Autore: Moni Ovadia
Titolo: «Dalla UE a Israele una lezione salutare»

Sull'UNITA' di oggi, 20/07/2013, a pag.16, con il titolo "Dalla UE a Israele una lezione salutare", Moni Ovadia dice la sua sulla decisione dell'Unione Europea di boicottare i prodotti che arrivano da oltre la linea verde armistiziale. Con ebrei così, l'odio antisemita non ha più bisogno di antisemiti.
Ecco il pezzo:

Moni Ovadia

La UE di è risvegliata e si è concretamente ricordata della violazione del diritto internazionale perdurante da quasi mezzo secolo.  in Medioriente a causa dell'occupazione e della conseguente colonizzazione delle terre palestinesi da parte dei governi israeliani, in totale disprezzo delle risoluzioni dell'Onu. L'Unione Europea ha preso un'iniziativa che ha fatto e farà infuriare il governo Netanyahu, i coloni e tutti i loro sostenitori oltranzisti in patria e nella diaspora. Ha deciso di escludere da tutti gli accordi commerciali ed economici con lo Stato d'Israele, le attività e le produzioni che avvengono nelle colonie. Ovviamente, tutti i proisraeliani «senza se e senza ma., giudicheranno la decisione della Ue un intollerabile e perverso atto di ostilità antisemita contro lo Stato ebraico e contro gli ebrei in generale, ma le persone dotate anche di un minimo barlume di buon senso in Israele e fuori da Israele, ebrei o non ebrei, non possono non salutare l'iniziativa come un'ottima mossa atta a spezzare il cerchio negativo che imbalsama gli israeliani nell'indegno ruolo intossicarne degli occupanti e che condanna i palestinesi all'oppressione e all'umiliazione. Riconoscere lo Stato di Israele come importante partner commerciale, unicamente nei suoi legittimi confini, non è un atto di ostilità nei suoi confronti, al contrario, è, in una prospettiva lungimirante, una testimonianza di onesto rispetto. Con tutta probabilità, questo cambio di orizzonte politico degli europei, è determinato anche da una buona dose di realpolitik in risposta ai rivolgimenti che sono accaduti, e continuano a determinarsi, nello scacchiere arabo con le «primavere*, il sanguinoso conflitto siriano e anche in Iran a seguito alle ultime elezioni. Anche se è difficile fare previsioni sull'esito finale dei vasti sommovimenti e tantomeno tentare profezie, è altamente probabile che si possa trattare di un cambio di assetto epocale. L'Europa, consapevole del forte significato simbolico dell'impasse israelo-palestinese presso il mondo arabo-musulmano vuole essere Considerata un interlocutore affidabile per l'opinione pubblica di quell'area strategica per il proprio futuro. A questo mutato orientamento, non è ovviamente estraneo l'attivismo del Dipartimento di Stato degli Usa con John Kerry per riattivare il processo di pace che potrebbe rivelarsi il solito cocktail party diplomatico, ma potrebbe anche riservare sorprese. [ suoi stessi detrattori della destra israeliana più ragionevole, potrebbero riprenderlo in considerazione magari per neutralizzare in parte gli effetti del nuovo corso europeo e per rimettere in campo le già sperimentate tecniche dilatorie in attesa che passi la nottata o, chissà, forse per capire che il clima è davvero cambiato e che è tempo anche per Israele di considerare altre opzioni.

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