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Rassegna Stampa
18.02.2013 Prigioniero X, chi era ?
Ma ciò che conta è la sicurezza dello Stato. Cronaca di Umberto De Giovannangeli

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Israele, Netanyahu alle prese col giallo del «Prigioniero X»»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 18/02/2013, a pag. 14, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Israele, Netanyahu alle prese col giallo del «Prigioniero X» ".


Ben Zygler               Bibi Netanyahu

Tra le brevi pubblicate sui giornali di questa mattina, scegliamo il pezzo di Udg che, stranamente, approfondisce la vicenda del prigioniero X.
Per maggiori informazioni, cliccare sul link sottostante
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=253&sez=120&id=48129

Ecco il pezzo di Udg:

Quella morte agita la politica israeliana. Lasciate lavorare in pace i servizi segreti. Con questo messaggio il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha cercato di mettere a tacere il polverone suscitato in Israele dalle rivelazione sul «Prigioniero X», il detenuto più segreto delle carceri israeliane: un australiano con passaporto israeliano, legato al Mossad e morto in un carcere di massima sicurezza nel dicembre 2010. Sul caso, su cui per mesi il governo israeliano aveva steso la pesante cortina della censura, sta facendo luce proprio in questi giorni la stampa internazionale e di riflesso quella israeliana. Ma Netanyahu ha messo in guardia.
OMBRE SOSPETTE
«Chiedo a tutti voi di lasciare che le forze di sicurezza continuino a lavorare in pace in modo che possiamo continuare a vivere in pace e in sicurezza in Israele». Il premier, che non aveva mai parlato finora dell'arresto e della morte del detenuto, ha voluto sottolineare che Israele è «uno Stato democratico esemplare che protegge i diritti delle persone sotto inchiesta»; ma ha aggiunto che l'esposizione in pubblico delle attività di intelligence può «danneggiare gravemente» la sicurezza del Paese. «Una sovraesposizione delle attività di sicurezza e intelligence può danneggiare, e danneggiare malamente, la sicurezza; e questo è il motivo per cui in ogni dibattito non dobbiamo sottovalutare l'interesse della sicurezza: nella realtà in cui vive Israele, questo deve essere un interesse centrale».
LA STORIA
Era un'ex spia australiana del Mossad infiltratasi in Iran e Siria il misterioso «Prigioniero X» detenuto in un carcere israeliano di alta sicurezza, ritrovato impiccato nella sua cella 'alla fine del 2010. A rivelarlo è l'emittente australiana Abc, squarciando almeno in parte il segreto di Stato che per due anni aveva coperto la notizia. Ora si apprende che neppure il governo di Canberra era al corrente di questa misteriosa detenzione, dietro cui sembra nascondersi un'autentica «spy story». L'uomo, secondo l'emittente, era detenuto per reati ignoti e confinato in isolamento totale, tenuto d'occhio da telecamere di sicurezza, controllato regolarmente, in una cella a prova di suicidio, all'interno di un'ala del carcere di Ayalon, il più sicuro del Paese. Neanche i secondini sapevano chi fosse o cosa avesse fatto, tranne che la cella era stata costruita per un precedente inquilino: Yigal Amir, l'assassino dell'ex premier, Yitzhak Rabin. Un livello di sicurezza che fa pensare a reati gravissimi, forse un doppio gioco con una potenza ostile. La storia del cosiddetto «Prigioniero X» era apparsa per la prima volta nel maggio 2010, sul sito web di Ynet in un articolo dal titolo: «Chi sei, prigioniero X7»; ma poi era rapidamente scomparsa e, sull'intera vicenda, era piombata la censura del governo israeliano. L'uomo è stato identificato dalla Abc come Ben Zygler, morto a 34 anni, alla fine del 2010. Zygler, che in Israele si faceva chiamare Ben Alon, era un avvocato ebreo, rampollo di una famiglia molto nota a Melbourne che si era trasferito in Israele all'età di 24 anni. Aveva sposato una donna israeliana e i due avevano due figli piccoli. L'uomo era diventato una spia del Mossad e, secondo la stampa australiana, aveva ottenuto un passaporto australiano con il nome Ben Allen (un altro dei nomi da lui utilizzati) con cui era riuscito a viaggiare in Iran, Libano e Siria, Paesi che non riconoscono Israele e in cui è vietato l'ingresso a cittadini israeliani. Secondo altre fonti Zygler avrebbe preso parte tre anni fa in un hotel di Dubai all'assassinio di un leader militare di Hamas, Mah-mud al Mabhuh. Fermato dalla polizia degli Emirati avrebbe vuotato il sacco, facendo i nomi di altri agenti del Mossad che operano con passaporti di Paesi occidentali. In quel modo si sarebbe garantito l'immunità e il servizio segreto israeliano fu costretto a rapirlo per riportarlo nello Stato ebraico. Il mistero continua.

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