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Rassegna Stampa
02.01.2013 Sinistra israeliana troppo poco concentrata sul benessere dei palestinesi
la tesi paradossale di Udg

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Israele, la sinistra punta sul sociale e trascura la pace»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 02/01/2013, a pag. 17, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo "Israele, la sinistra punta sul sociale e trascura la pace".


Umberto De Giovannangeli

Egregio  Udg, diamo i numeri ? ma non si rende conto che sta rimproverando uno Stato (Israele) di non occuparsi dell'economia di un altro ? addirittura neanche costituito ?

Ecco il pezzo:

Punta sugli «indignados» e mette tra parentesi la pace con i palestinesi. Prova a cambiare l’agenda delle priorità - la sicurezza sociale piuttosto che quella militare - ma intanto consuma rotture eccellenti al proprio interno. È la sinistra israeliana a venti giorni da voto. Riflettori puntati soprattutto sul Partito laburista e la sua leader, Shelly Yachimovich, giornalista televisiva di successo, la seconda donna a prendere la guida laburista dopo Golda Meir. A tenere ancora banco, come paradigma di una sinistra lacerata,è il «caso Peretz».
LACERATI
Amir Peretz, numero tre alle primarie dei laburisti, ed ex leader del Labour, aveva minacciato la stabilità del partito qualora Shelly Yachimovich avesse deciso di unirsi ad un eventuale governo di destra guidato dal Likud-Beitenu. Aveva inoltre invitato la dirigenza a prestare maggiore attenzione ai temi politici ed economici. La notizia è stato commentata con toni aspri dalla leader Yachimovitch «Si tratta di un ennesimo complotto politico. La politica ha toccato nuovamente il fondo». Ha poi lanciato un accorato appello ai suoi elettori: «Non vi arrendete all’opportunismo, alle cospirazioni, ai complotti, agli istinti e ai giochi di sedia in cui non vi è alcun valore. Non vi arrendete, perché non deve essere così. Cittadini d'Israele, meritate di più, meritate persone con il fuoco negli occhi, pronti ad assumersi la responsabilità delle vostre vite, di servirvi e di guidarvi». Apriti cielo. In risposta al j’accuse della leader infuriata, Peretz annuncia il suo passaggio alla nuova formazione dell’ex ministra degli Esteri, Tzipi Livni (Ha-Tnu'a, «Il movimento»). Ma le lacerazioni interne dei laburisti non si sono limitate al passaggio di Peretz. Furioso è anche Yariv Oppenheimer, direttore generale di Peace Now. Oppenheimer, approfittando dell’addio di Peretz, aveva chiesto di avanzare di tre posti nella lista dei candidati ai «posti reali» (così da essere eletto sicuramente alla Knesset) perché aveva gareggiato in una lista nazionale e non limitata a determinati distretti. La sua proposta è stata bocciata dalla dirigenza del partito scatenando così le sue ire. «Ladri di giorno e di notte. Questa è la politica di Shelly Yachimovich» è stata la sua reazione. Riflette Gideon Levi, firma di punta di Haaretz: «Oggi i laburisti sono diventati un partito di centro, un altro partito di centro come voleva chi lo dirige. Tuttavia Ha-Tnu'a di Livni non è diventato un partito di sinistra perciò la scelta di Peretz è inutile e dannosa. Haazzerato ogni possibilità di costituire un partito moderato di sinistra. Meretz (sinistra sionista(ndr) dovrebbe rafforzarsi da questa operazione, mentre i laburisti dovrebbero indebolirsi. Ma più di ogni altra cosa, i laburisti sono diventati il partito assolutistico di Yachimovich, nel bene ma soprattutto nel male». A chi la attacca da sinistra, la leader laburista non porge l’altra guancia. E in una recente intervista a l’Unità aveva rilanciato così: «In Israele esiste una grande questione sociale che la sinistra deve saper affrontare e risolvere puntando su un mercato che va regolato e indirizzato alla costruzione di opportunità di lavoro. Equità, solidarietà, giustizia sociale sono i pilastri di una politica che ridia speranza e ossigeno ad un Paese che la destra sta trasformando in una giungla sfrenata. La destra sta distruggendo lo Stato sociale. Noi dobbiamo impedirglielo». Ed ancora: «Oggi la gente ha compreso che la sicurezza contro una minaccia esterna non è più sufficiente, perché è necessario anche rendere più sicura la nostra vita quotidiana, avere un tetto sulle nostre teste e cibo sulle nostre tavole, e una buona istruzione per i nostri figli e sicurezza nelle nostre strade. È questa idea di sicurezza sociale che la destra ha pesantemente incrinato. La sinistra deve costruire su questo una forte, credibile alternativa, chiamando i partiti di centro ad un fronte comune... La scelta in queste elezioni sarà tra uno Stato radicale isolato e uno Stato sionista sano». Sul vago, troppo, resta il processo di pace. Nel suo libro «Us», Yachimovich nomina a malapena i palestinesi. Gli ultimi sondaggi danno al Labour 17 seggi, al Meretz (sinistra laica) 4 seggi. Ma la leader del Labournon demorde. «Sono convinta - dice - che giustizia sociale e pace siano due facce della stessa medaglia: quella di un Paese che vuole investire nel futuro e non chiede altro che di essere un Paese normale, non più in trincea ma profondamente integrato in un Medio Oriente che le primavere arabe, nel bene o nel male, hanno comunque ridisegnato ». Sia il Labour che il Meretz (il cui astro l’astro nascente è Michal Rozin, l’attivista che combatte gli stupri), puntano su diritti sociali e civili. Ma in un Paese in trincea può non bastare.

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