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Rassegna Stampa
24.07.2012 Disinformatzia: Il primato di Udg
Mai così tanta in una sola colonna

Testata:
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: «Israele, via libera alla demolizione di otto villaggi palestinesi»

Sull'UNITA' di oggi, 24/07/2012, a pag.14, con il titolo "Israele, via libera alla demolizione di otto villaggi palestinesi", Umberto De Giovannageli raggiunge il massimo numero di disinformazioni in una sola colonna del giornale 'vicino al PD'. Intanto non c'è nessun esodo, quella parola la usi per i siriani che fuggono le stragi di Assad. E poi cerchi di essere preciso quando scrive su Israele, cosa che capita di rado. Sotto quale amministrazione sono questi villaggi ? In Israele la legge impone la demolizione delle case abusive, non importa a chi appartengono. Perchè poi l'esercito israeliano ha scelto quel luogo per fare le esercitazioni ? Con tutte le interviste che Udg fa abitualmente, non poteva informarsi, mica tutti i lettori dell'UNITA' se la bevono così stupidamente, forse molti (si fa per dire) si saranno posti le stesse domande. Un pezzo infarcito della solita disinformazione, ma Udg è mai stato in Israele, è mai andato a vedere Maalè Adumim che lui continua a chiamare 'insediamento' ?
Un pezzo confuso, tratto da Haaretz, come Udg ci informa, l'unica informazione corretta che vi abbiamo trovato.
Ecco l'articolo: 

Un esodo forzato. L’ennesimo per la gente palestinese. Ben otto villaggi palestinesi a sud della città di Hebron, in Cisgiordania, saranno demoliti dalle autorità israeliane. Lo rivela il quotidiano Haaretz aggiungendo che l'aree territoriali di questi villaggi saranno consegnate all'esercito israeliano che vi svolgerà manovre militari. Gli abitanti dei villaggi in questione saranno spostati, evidentemente contro la loro volontà, verso la cittadina di Yatta dove alcuni di loro avrebbero altre abitazioni. L'esercito, quando non dovrà svolgere esercitazioni, consentirà ai contadini palestinesi di raggiungere i campi coltivati. Lo stesso avverrà in altri due periodi dell'anno. Questi secondo quanto riportato da NenaNews, sono i nomi dei villaggi in attesa di demolizione: Majaz, Tabban, Sfai, Fakheit, Halaweh, Mirkez, Jinba e Kharuba. Israele li considera «abusivi» sebbene buona parte dei essi esisteva già nel 1830. Il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha invece «salvato » Tuba, Mufaqara, Sarura and Megheir al-Abeid. Negli anni '70 l'esercito israeliano ha dichiarato circa 30mila dunam di terra palestinese (3mila ettari) zona proibita ai non residenti. Una sorte analoga sembra investire anche un altro villaggio palestinese in Cisgiordania: Susiya. Il 12 giugno l'esercito israeliano ha consegnato ben 50 gli ordini di demolizione: non solo contro tende (casa per oltre 100 abitanti di Susiya) e stalle per animali, maanche contro la scuola, l'asilo e la clinica, il centro culturale, i pannelli solari donati dalla cooperazione internazionale. Nel frattempo, Israele ha deciso di riprendere costruzione del muro di separazione in Cisgiordania e la prima porzione a essere estesa sarà quella tra l'area di Betlemme e la colonia di Gush Etzion. Ad annunciarlo è stata questa mattina la radio pubblica israeliana, citando i dettagli sul progetto rivelati dal Colonnello Ofer Hindi, responsabile della barriera, alla seduta di ieri della Corte Suprema. La costruzione del muro, iniziata nel giugno 2002, era stata interrotta cinque anni fa per problemi di budget e per i continui ricorsi da parte dei palestinesi. Finora sono stati costruiti 725 km di barriera, il cui tracciato è stato modificato più volte tra il 2005 e il 2006: l'85% della costruzione si trova all'interno del territorio palestinese e ingloba la quasi totalità delle colonie israeliane e tutti i pozzi d’acqua fino a penetrare nelle terre assegnate all' Autorità palestinese 28kmoltre la Linea verde stabilita nel 1967. Secondo i dettagli rivelati da Hindi, dopo l'area di Gush Etzion, le ruspe passeranno all'azione nella zona di Maale Adumim, il più grande insediamento israeliano in terra palestinese - 40mila abitanti - annesso unilateralmente alla municipalità di Gerusalemme. La colonia, una vera e propria città, si è estesa per 12 chilometri a est fino quasi a raggiungere il bacino del Mar Morto.

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