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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
21.07.2012 Fermata la disinformazione di Udg (almeno per oggi)
La lettera dell'ambasciatore d'Israele Naor Gilon

Testata:
Autore: Naor Gilon
Titolo: «Il muro di Israele eretto per necessità»

Finalmente i lettori dell' UNITA' posso leggere notizie che informano su Israele, ammorbati dagli articoli disinformanti di Umberto De Giovannangeli. Intendiamoci, non è che all' UNITA' è arrivato un giornalista senza pregiudizi, informato dei fatti, non condizionato dall'ideologia anti-Israele. Magari ! Più semplicemente viene pubblicata una lettera dell'ambasciatore d'Israele in Italia Naor Gilon, che spiega con parole chiare che succede in quella regione. Chissà lo stupore dei lettori ! Ma come, speriamo che qualcuno esclami, se le cose stanno così, perchè diavolo mai Udg ce l'ha menata in quel modo fino ad ora ?
Ecco la lettera:

L'ambasciatore Naor Gilon

Egregio Direttore,

 le scrivo in riuferimento all'articolo scritto da Umberto De Giovannangeli «Israele, un Paese “murato” per 1000 km» pubblicato sul suo giornale il 12 luglio scorso. In particolare vorrei porre la sua attenzione su alcuni punti: ovviamente non posso non essere d’accordo con quanto detto da Yigal Allon: «Nessun Paese moderno può circondarsi di mura »; ed lsraele come ogni Paese moderno e democratico non lo vorrebbe, ma questa barriera difensiva, come tutti sanno, ci è stata imposta dalla terribile realtà degli attacchi terroristici. La decisione della costruzione della barriera tra lsraele e la Cisgiordania presa all’inizio degli anni 2000, dopo che nelle strade israeliane erano stati uccisi più di mille cittadini innocenti. La barriera difensiva è riuscita ad evitare la riuscita del 90% degli attentati che erano stati pianificati in Cisgiordania. Dalla costruzione della barriera difensiva la vita «normale» è tornata nelle strade del Paese, rendendo allora possibile il ritorno al tavolo dei negoziati con i palestinesi. La barriera è stata costruita bilanciando la necessità della sicurezza per lsraele e la vita quotidiana della popolazione palestinese, il tracciato è stato modificato alcune volte, a seconda della decisione della Corte Suprema israeliana, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei palestinesi. Adesempio per proteggere i mezzi di sussistenza dei palestinesi, Israele ha trasferito 90.000 alberi d’olivo dalla parte occidentale a quella orientale della barriera difensiva. Basti pensare che alcuni militari israeliani hanno irrigato gli alberi, fino a fargli mettere le radici. Anche le altre barriere difensive che sono già state costruite o che si pensa di costruire nei confini internazionali d’Israele, sono il risultato della realtà dei paesi circostanti. Purtroppo i vicini d’Israele non sono né la Francia né la Svizzera, bensì Siria ed Egitto, con gli scossoni che caratterizzano oggi questi Paesi.ll diritto naturale d’Israele è quello di proteggersi soprattutto contro le infiltrazioni di elementi terroristici e il contrabbando di armi. Negli ultimi anni si è aggiunto anche il problema dell’immigrazione illegale, che aumenta esponenzialmente. Poiché Israele è l’unica economia occidentalizzata, l’unico Paese sviluppato che si trova «lungo il cammino » dei Paesi del Corno d’Africa, divenendo così l’obiettivo di quanti cercano una vita migliore. Ma essere un piccolo Paese, con una popolazione di 7.5 milioni di persone non ci permette di affrontare il flusso d’immigrati. Come accade in altri Paesi occidentali, come ad esempio la stessa Italia, la quale per contenere il fenomeno dell’immigrazione è costretta a porre dei limiti d’ingresso. Anche altri Paesi occidentali, come ad esempio la Grecia, in scala ridotta, hanno costruito una barriera al confine con la Turchia e, in scala più ampia la barriera tra gli Usa e di il Messico. Amio parere, i pionieri sionisti se avessero visto lo Stato d’Israele oggi, con la sua società democratica e vibrante, l’economia stabile e sviluppata, il potere della tecnologia e della cultura che è ai massimi livelli in tutti i campi a dispetto di tutte le complicate sfide della sicurezza, sarebbero molto orgogliosi dei risultati ottenuti dello Stato d’Israele.

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