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Rassegna Stampa
04.06.2012 Israele ha un arsenale di guerra ed è pronto a difendersi dagli attachi
Come ogni altro Stato sovrano. Questo sarebbe uno scoop ?

Testata:
Autore: Marina Mastroluca
Titolo: «L'arsenale di Israele ? Parla tedesco»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 04/06/2012, a pag. 14, l'articolo di Marina Mastroluca dal titolo " L'arsenale di Israele ? Parla tedesco ".

Ricordiamo a Marina Mastroluca che la capitale di Israele è Gerusalemme, non Tel Aviv. errore ripetuto in tutto l'articolo. Ignoranza o malafede ?
Non è poi ben chiara la sua 'denuncia' dei sommergibili tedeschi venduti a Israele.
Uno Stato ha diritto all'autodifesa che, come noto, avviene con un esercito e armi. Israele è perennemente sotto minaccia, a partire dal momento della sua nascita. Perchè dovrebbe stupire e indignare il fatto che lavori alla propria difesa ?
Leggendo l'articolo sembra che Israele si stia preparando a un conflitto offensivo con l'aiuto della Germania. Niente di più lontano dalla realtà. Non è Israele a minacciare la pace in Medio Oriente, il pericolo arriva dall'Iran e dal suo programma nucleare, dal quale lo Stato ebraico si prepara a difendersi, dato che nè Usa, nè Europa, nè Onu hanno preso efficaci provvedimenti per bloccarlo.
Ecco il pezzo:


La copertina di Der Spiegel

Israele installa missili nucleari sui sottomarini forniti dalla Germania. Apparentemente non è una notizia: è dalla fine degli anni '90 che - senza mai una vera e propria conferma ufficiale da parte di Tel Aviv - la storia circola sulle stampa internazionale. Ma l'inchiesta oggi in edicola sullo Spiegel è di quelle destinate a far montare la polemica. Perché Israele piazza missili nucleari sui sottomarini che Berlino ha costruito, in larga parte finanziato e per il resto venduto a condizioni agevolate. E il governo tedesco lo ha sempre saputo. «La Germania - anticipa lo Spiegel - sta aiutando Israele a sviluppare le sue capacità nucleari militari-, a dispetto di quanto ha finora sostenuto. E i contribuenti tedeschi danno una mano a loro insaputa. Non stupisce che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak dichiari al settimanale che «i tedeschi possono essere fieri di aver garantito per molti anni l'esistenza dello Stato di Israele.
U-BOOT E INSEDIAMENTI
«Operazione segreta Sansone», il titolo di copertina dello Spiegel mostra il volto di Angela Merkel e quello di Netanyahu, sullo sfondo azzurrino con la sagoma di un U-Boot. Il settimanale, che ha dedicato mesi all'inchiesta, ha raccolto le testimonianze dell'ex sottosegretario alla Difesa, Lothar Ruehl, e dell'ex responsabile dell'Ufficio di coordinamento, Hans Ruehle. Entrambi hanno spiegato al settimanale di Amburgo di aver dato per scontato che Israele avrebbe montato missili nucleari sui sommergibili costruiti nei cantieri di Kiel. Israele ha sempre mantenuto un assoluto riserbo sulle proprie capacità nucleari, lasciando tuttavia intendere di essere in possesso di un arsenale che non avrebbe difficoltà ad utilizzare. E secondo lo Spiegel, la Germania sapeva dei programmi nucleari israeliani sin dal 1961. L'ultima occasione documentata in cui la questione è stata sollevata tra i due governi risalirebbe al 1977, quando l'allora cancelliere Helmut Schmidt ne parlò con il ministro degli esteri israeliano Moshe Dayan. Eppure da quando, dopo la prima Guerra del Golfo, Berlino ha fornito a titolo gratuito i primi due sottomarini ad Israele, i governi tedeschi sono stati estremamente vaghi sul possibile impiego di armi nucleari a bordo. Quando la questione è stata sollevata al Bundestag, in particolare perché i sommergibili erano dotati di tubi lanciasiluri da 650 millimetri - compatibili con l'impiego di testate nucleari - la risposta è stata che non se ne conosceva la ragione visto che la progettazione era su disegno israeliano. Finora dai cantieri «Howaldtswerke» sono usciti tre sommergibili già consegnati allo Stato ebraico e segnalati in passato tra il Mediterraneo e il Mar Rosso, da dove facilmente possono tenere sotto tiro l'Iran (che anche ieri ha proferito nuove minacce contro Israele). A bordo - secondo quanto rivelato già nel 2003 da ufficiali Usa e israeliani -avrebbero la possibilità di alloggiare missili da crociera a lungo raggio, i Popeye Turbo, Capaci di colpire fino a 1500 chilometri. Altri tre sottomarini, più grandi e di nuova concezione, verranno forniti dalla Germania entro il 2017. La nuova serie, denominata U-212, è più veloce e silenziosa, più difficile da individuare e dotata di un finora segreto sistema di espulsione dei missili. Il primo sottomarino di questa seconda serie è già stato consegnato all'inizio dello scorso maggio: si tratta della nave Tanin, coccodrillo in ebraico. E dopo qualche difficoltà a chiudere l'accordo. il governo tedesco ha di recente firmato il contratto per la fornitura del sesto sommergibile - ma Israele sta considerando l'acquisto anche di altri tre. Secondo lo Spiegel, la cancelliera Angela Merkel ha fatto «concessioni sostanziali» ad Israele. «Non solo Berlino finanzia un terzo del costo del sottomarino, circa 135 milioni di euro» ma ha anche consentito a Tel Aviv pagamenti dilazionati fino al 2015. La cancelliera avrebbe anche subordinato la consegna del sesto sottomarino ad uno stop della politica degli insediamenti e all'autorizzazione a realizzare nella Striscia di Gaza un impianto di depurazione delle acque, in parte finanziato dal governo tedesco. Nessuna di queste condizioni, specifica lo Spiegel, è stata finora mantenuta.

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