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Rassegna Stampa
17.04.2012 Una cronaca tutta sbilanciata a favore dei pacifinti della flytilla
Udg non perde l'occasione di attaccare Israele

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Israele, botte e abusi sugli attivisti della 'Flytilla' dei cieli»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 17/04/2012, a pag. 33, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Israele, botte e abusi sugli attivisti della «Flytilla» dei cieli".


Shalom Eisner, con le dita rotte

La cronaca è totalmente sbilanciata a favore dei pacifinti della Flytilla.
Udg menziona dalle prime righe l'episodio dell'ufficiale di Tzahal che ha ferito un 'attivista' colpendolo al volto con il calcio del fucile, ma l'argomento viene approfondito solo nel finale : " 
L'episodio è stato immediatamente stigmatizzato dal presidente Shimon Peres e da Netanyahu. Eisner - elogiato dall'estrema destra - si è difeso sostenendo d'aver subito provocazioni e una bastonata sulle dita, ma la sua giustificazione non deve essere parsa convincente nemmeno agli alti comandi militari: che hanno definito «molto grave» l'accaduto, ordinando un'inchiesta e sospendendo seduta stante dal servizio l'ufficiale-picchiatore.". Scrive bene Udg, sia il governo israeliano sia Tzahal hanno preso le distanze dal tenente colonnello Eisner, il quale è stato immediatamente sospeso e verrà punito per la sua azione.
Ma Udg continua : "
 Qualcuno, intanto, ha notato che Eisner indossa la kipa (lo zucchetto degli ebrei osservanti), simbolo nel suo caso di adesione a un' ideologia nazionalista-religiosa legata a filo doppio col movimento dei coloni. Una realtà il cui peso cresce nelle file -un tempo dominate dalla tradizione laica dei kibbutz - di Tzahal.". Udg confonde fra ebrei ortodossi, coloni, nazionalisti. Tutti insieme nello stesso calderone, tutti oppressori, ovviamente. L'osservanza religiosa di Eisner non ha nulla a che vedere nè coi coloni, nè con il colpo inferto al pacifinto.
Facciamo notare a Udg che gli ultraortodossi sono esentati dal servizio militare, lo fanno se lo desiderano. Non sono la maggioranza. E ad aver colpito uno dei manifestanti è solo il tenente colonnello Eisner, di sua iniziativa. Non si trattava di un ordine ricevuto dall'alto. E il suo gesto non è stato imitato, ma condannato.
 
Udg, però, scrive : " secondo qualche osservatore rischia di cambiarne alla lunga i connotati almeno quanto il colonnello ha cercato di cambiarli al malcapitato pacifista danese. ". Il 'malcapitato pacifista danese', in perfetto stile pacifista, aveva appena rotto due dita ad Eisner. Non che questo giustifichi la sua reazione violenta, ma chiediamo a Udg per quale motivo la violenza dei manifestanti non abbia nessun valore.
Ecco il pezzo:

Non bastano le espulsioni. Le «liste degli indesiderati»,un aeroporto militarizzato. Chiusa la porta in faccia a gran parte dei 1.500 attivisti dell' operazione «Benvenuti in Palestina» - intenzionati vanamente a convergere da mezza Europa nei Territori palestinesi occupati passando per Tel Aviv - Israele fa i conti con le polemiche del giorno dopo. Alimentate ieri anche dalla comparsa di un video- scandalo che documenta l’aggressione a colpi di calcio di mitra sul naso perpetrata sabato verso Gerico, in Cisgiordania, da un ufficiale superiore di Tzahal (l'esercito con la Stella di David) contro un pacifista danese estraneo ai ranghi della «Flytilla» dispersa l’altro ieri.
PUGNO DURO
Numerosi partecipanti, segnalati in anticipo come indesiderati dallo Stato ebraico, sono stati stoppati già nei Paesi d'origine con l'annullamento dei biglietti da parte di varie compagnie aeree. Diverse altre decine sono state invece fermate ai controlli dell'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e sottoposti a fermo (nella camera di sicurezza dello scalo o nel vicino centro di detenzione di Ghivon) in attesa dell'espulsione: epilogo che per molti si è compiuto l’altro ieri e che per altri - inclusi due italiani tuttora trattenuti - dovrebbe arrivare entro domani. Archiviata la fase dell'ordine pubblico, restano comunque sul tavolo perplessità, critiche e proteste. Gli attivisti già rispediti indietro, comel'italiana Stefania Russo, denunciano d'essere stati «trattati come criminali», fra «perquisizioni corporali» e «atteggiamenti minacciosi», senza la contestazione del benchè minimo reato. E anche sulla stampa israeliana i dubbi non mancano. Dalle colonne del giornale liberal Haaretz - che ieri aveva bollato come isterica la reazione del governo e degna dell'Iran l'espulsione collettiva di centinaia di manifestanti - l'analista militare Amos Harel definisce «largamente sovrastimata» la percezione della minaccia. Mentre sul moderato Yediot Ahronot il generale della riserva Eitan Haber, già capo di gabinetto di Rabin, scrive che Israele avrebbe dovuto lasciar passare gli attivisti in nome della democrazia a cui si richiama; e accusa le autorità di avere «perso la testa», ma anche contribuito a dare visibilità ai toni anti-israeliani dell'iniziativa. Il governo di Benyamin Netanyahu e gli apparati di sicurezza replicano affermando di aver agito per bloccare un'operazione ostile, foriera di ipotetici «disordini», e di averlo fatto senza uso della forza. Non aiuta tuttavia l'immagine d’Israele il video-choc di Gerico, girato di nascosto al culmine d'un alterco fra una pattuglia militare e un gruppo di attivisti dell'International Solidarity Movement impegnati sabato in una escursione ciclistica di solidarietà con la causa palestinese nella Valle del Giordano. Alterco degenerato in bruta violenza da parte del tenente colonnello Shalom Eisner, ripreso a un certo punto nell'atto di colpire al volto il danese Anders Ias con il calcio del proprio M-16. L'episodio è stato immediatamente stigmatizzato dal presidente Shimon Peres e da Netanyahu. Eisner - elogiato dall'estrema destra - si è difeso sostenendo d'aver subito provocazioni e una bastonata sulle dita, ma la sua giustificazione non deve essere parsa convincente nemmeno agli alti comandi militari: che hanno definito «molto grave» l'accaduto, ordinando un'inchiesta e sospendendo seduta stante dal servizio l'ufficiale-picchiatore. Qualcuno, intanto, ha notato che Eisner indossa la kipa (lo zucchetto degli ebrei osservanti), simbolo nel suo caso di adesione a un' ideologia nazionalista-religiosa legata a filo doppio col movimento dei coloni. Una realtà il cui peso cresce nelle file -un tempodominate dalla tradizione laica dei kibbutz - di Tzahal. E che secondo qualche osservatore rischia di cambiarne alla lunga i connotati almeno quanto il colonnello ha cercato di cambiarli al malcapitato pacifista danese.

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