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Rassegna Stampa
05.04.2012 Calcio, l'Haopel Kiryat Shmona vince il campionato israeliano
cronaca di Lorenzo Longhi

Testata:
Autore: Lorenzo Longhi
Titolo: «Razzi di pace a Kiryat Shmona. È festa scudetto»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 05/04/2012, a pag. 47, l'articolo di Lorenzo Longhi dal titolo " Razzi di pace a Kiryat Shmona. È festa scudetto ".
Incredibile, una informazione corretta sull'UNITA' ! Se poi dall'argomento calcio,  la correttezza arrivasse anche ad argomenti più alti, non sarebbe male, vero, Udg ?


Giocatori dell'Hapoel Kiryat Shmona esultano per la vittoria

Non ci sono cinema attivi, in città, né stazioni ferroviarie. Lì, il treno, non arriva. Aeroporti? Esiste, nei paraggi, una pista di atterraggio, ma da anni è vietata a qualsiasi volo che non sia militare: a Kiryat Shmona, estrema periferia nord di Israele, si arriva solo via terra, seguendo la route 90 in direzione del Mare di Galilea. Non è un autostrada, ma può bastare per scorgere, ai lati e fra le campagne, centinaia di rifugi antiaerei. Già, perché Kiryat Shmona è conosciuta nel mondopiù che altrocomecittà-bersaglio dei razzi di Hezbollah: a pochi chilometri c’è infatti la frontiera con il Libano, e Libano per Israele troppo spesso ha significato guerra e morti. Eppure, da lunedì notte, la periferica “Città degli otto” (questo il significato del nome) è il centro calcistico di Israele, avendo per la prima volta la squadra della città, l’Hapoel Ironi Kiryat Shmona, trionfato nella Ligat ha’Al, il campionato israeliano. Ai preliminari della prossima Champions League, dunque, ci sarà anche questa cittadina, la più settentrionale di Israele, a due passi dalle alture del Golan e teatro, l’11 aprile 1974, di unaefferata azione terroristica nota come il “massacro di Kiryat Shmona”, quando tre membri del Fronte Nazionale di Liberazione della Palestina irruppero in un’abitazione uccidendo 18persone. Città piccola, giovane e povera: 23 mila abitanti circa, molti giovani, centro prevalentemente agricolo e nel quale, appunto per la sua collocazione drammaticamente strategica, vivere è tutt’altro che semplice e auspicabile. “Città degli otto”, si diceva: il nome ebraico è un omaggio agli otto patrioti caduti nel 1920 durante una battaglia nella vicina Tel Khai. Ecco perché, di fronte aduncalcio patinato e vuoto, non stridono le prime parole dell’allenatore dell’Hapoel Ironi, Ran Ben Shimon, immediatamente dopo il pareggio contro l’Hapoel Tel Aviv che ha portato il titolo con cinque giornate di anticipo a Kiryat Shmona: «Abbiamo fatto battere il cuore a questa città, abbiamo fatto sorridere la gente in un posto molto difficile. Abbiamo dato speranza: non c’è niente di più importante per le persone a questo mondo, e a volte la speranza è più bella della realtà». Nei suoi occhi, lacrime di gioia. E speranza. GPS...E PERIFERIA «Piccola vittoria, grande storia», era scritto su uno striscione mostrato in campo dai calciatori. Un trionfo che dà speranza, un successo che posiziona KiryatShmonasulla carta geografica finalmente per qualcosa che non sia una tragedia. E, calcisticamente parlando, quella dell’Hapoel Ironi è la storia di una vera e propria impresa sportiva. Tre anni fa, infatti, il club - nato nel 2000 dalla fusione delle squadre cittadine Hapoel e Maccabi - era retrocesso dalla massimadivisione israeliana, dove era arrivato dopo avere ottenuto tre promozioni in sei anni,maè tornato immediatamente nella Ligat ha’Al. Unascalata vertiginosa e straordinaria, dovuta quasi totalmente alle finanze di Izzy Sheratzky, tycoon israeliano dell’elettronica e dei servizi, diventato milionario grazie alle tecnologie che sfruttano il sistema Gps. Ituran, una delle sue imprese, è sponsor del club e compare anche nel nome ufficiale della società: Hapoel Ironi Ituran Kiryat Shmona. Sheratzky ha deciso di investire nel calcio di questa città di frontiera e l’ha portata a interrompere, dopo vent’anni, il dominio delle squadre di Tel Aviv, Haifa, Gerusalemme e Netanya. Un trionfo che fa il paio conla coppa di Lega vinta dalla squadra in gennaio. In squadra vi sono sei arabi israeliani e quattro stranieri: un serbo (l’attaccante Matovic), un argentino (David Solari, fratello dellex interista Santiago e di Esteban, ex Chioggia ora all’Apoel Nicosia), l’americanoGerzicich e lo zambiano Njovu. E quando, lunedì notte, la squadra ha ottenuto il punto necessario al trionfo, i quattromila tifosi presenti sulle tribune hanno potuto gioire gustandosi lo spettacolo dei fuochi artificiali. Razzi innocui e colorati. Razzi di festa, finalmente, anche a Kiryat Shmona.

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