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Rassegna Stampa
16.02.2012 Gaza, presunta emergenza energetica
e Udg torna a ripetere la solita litania della prigione a cielo aperto

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Gaza, chiude la centrale. Un milione di persone condannate al buio»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 16/02/2012, a pag. 35, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo "Gaza, chiude la centrale. Un milione di persone condannate al buio".


La Striscia di Gaza, Hamas

A Gaza mancherebbe l'elettricità. Udg o è disinformato o è in malafede.
La questione dell'elettricità a Gaza è stata raccontata dettagliatamente da Marco Reis su www.malainformazione.it. Sarebbe bene che Udg leggesse qualcosa al riguardo.
Per quanto riguarda la presunta emergenza energetica a Gaza, poi, ricordiamo che la centrale elettrica di Ashkelon rifornisce Gaza di elettricità.
Ecco il pezzo:

Una prigione a cielo aperto. Isolata dal resto del mondo. Ora rischia di essere anche una prigione al buio. È Gaza. Si aggrava ulteriormente nella striscia di Gaza la crisi energetica, con la chiusura, ieri della centrale elettrica per l'esaurimento definitivo del combustibile. Nel frattempo i servizi di sicurezza locali sono stati posti in stato di allerta dopo che attorno ad alcune stazioni di benzina - dove in apparenza è ancora possibile acquistare carburante - si sono creati assembramenti. Nel timore di disordini di piazza, nelle strade di Gaza sono stati fatti affluire agenti armati di manganelli. «Non abbiamo più benzina, non abbiamo corrente elettrica, non abbiamo lavoro. Siamo di fronte alla una paralisi» ha sintetizzato un abitante di Gaza City secondo il quale l'esecutivo di Hamas sembra essere a corto di idee di fronte alla crisi, che ha già avuto gravi ripercussioni sugli impianti di purificazione dell'acqua e sul sistema fognario. Nella Striscia vivono oltre un milione e mezzo di abitanti. In questi giorni gli unici a beneficiare di una erogazione più o meno regolare di corrente elettrica sono quelli che vivono nella estremità meridionale o in quella settentrionale, che sonocollegati alle reti di Israele o dell'Egitto. Nei campi profughi la agenzia per i rifugiati Unrwa cerca da parte sua di far fronte alle necessità della popolazione con combustibile importato da Israele. Ma nel resto della Striscia, secondo fonti locali, regna ormai uno stato di sconforto. La Gaza Power Company ha detto che la Striscia «nuoterà presto in un mare di oscurità». I black-out elettrici, già frequenti, sono destinati ad aumentare, scrive la Bbc nel riportare la notizia. CRISI SENZA FINE
Al calare delle tenebre, su molti quartieri di Gaza City è piombata una tenebre assoluta, che hamolto demoralizzato i bambini. Ad essa si è accompagnato un freddo intenso, pungente. Pernon passare unanotte del tutto all'addiaccio non resta che ricorrere - come due secoli fa - a un pò di carbone. Nel corso della giornata, la corrente elettrica è stata razionata fra le diverse località della Striscia. Alcuni ne hanno beneficiato per otto ore, altri per appena due. Niente più televisione, niente internet: ancora una volta la popolazione di Gaza torna a ritroso nel tempo. Nell'attuale stato di ostilità fra Hamas ed Israele, anche la ipotesi di chiedere aiuto allo Stato ebraico è stata scartata. Qualcuno pensa che l'Anp di Abu Mazen potrebbe cercare di trovare una soluzione, assieme con l'Egitto. In futuro, ad esempio, il gas naturale egiziano - esportato in tempi normali verso Israele e Giordania - potrebbe essere inoltrato anche verso Gaza. Ma i primi risultati benefici sarebbero avvertiti solo fra sei-otto mesi. Nel frattempo per la popolazionenon resta che stringersi nelle coperte ed attendere l'alba diunnuovo giorno di freddo, di paralisi, e di sconforto. Non c’è pace per Gaza. Ed ora, come se non bastasse, rischia di non esserci neanche la luce.

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