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Rassegna Stampa
30.12.2011 Prendere sul serio Hamas e contrabbandare le menzogne di Fatah per verità
Ci riesce Udg

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Gaza, tre anni dopo Israele prepara Piombo Fuso2»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 30/12/2011, a pag. 34, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo "Gaza, tre anni dopo Israele prepara Piombo Fuso2".


I negoziati secondo Hamas

Udg prevede una prossima guerra di Israele contro Hamas (definito da Udg 'movimento islamico') sulla base dell'aumento delle violenze nella Striscia di Gaza.
Il pezzo è interamente basato sulle fonti palestinesi, come se fossero affidabili. Perciò del lancio di razzi dalla Striscia, non c'è quasi l'ombra nel pezzo, se non per definirli la risposta palestinese alle incursioni israeliane.
E' l'esatto opposto. Non è Israele ad attaccare per primo. Ma è ovvio che è impossibile accettare il quotidiano lancio di razzi e pensare che non ci sia una risposta. Inoltre Israele si scaglia contro obiettivi militari e mirati. I razzi di Hamas, invece, sono lanciati contro la popolazione civile.
Udg scrive : "
 Israele appronta la guerra, incurante, almeno all’apparenza, dei segnali che provengono dai vertici di Hamas. Il leader in esilio del movimento islamico, Khaled Meshaal avrebbe ordinato all'ala militare dell' organizzazione, le Brigate Ezzedin al-Qassam, di mettere fine agli attacchi contro obiettivi israeliani. A riferirlo è una fonte di al-Fatah (...)Meshaal avrebbe ordinato un cessate il fuoco con Israele non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania". Se una fonte di Fatah sostiene che Meshaal, capo di Hamas, abbia ordinato un 'cessate il fuoco' contro Israele sarà vero? Bastano i fatti a smentire questa menzogna. I razzi continuano a venir lanciati contro Israele.
Secondo Udg e la non meglio precisata fonte di Fatah, Meshaal avrebbe rivolto lo stesso ordine anche in Cisgiordania, non si capisce sulla base di quale autorità. La Cisgiordania, al momento, è sotto l'amministrazione dell'Anp. Difficile credere che il capo di Hamas possa dare ordini.
Udg continua : "
Le fonti di Fatah hanno spiegato ad Haaretz che Hamas non intende riconoscere ufficialmente Israele né accettare accordi di pace con lo Stato ebraico (...) Hamas non ha quindi intenzione di deporre le armi, hanno aggiunto, e risponderà agli attacchi di Israele. ". Hamas rifiuta di riconoscere Israele e di accettare accordi di pace con lo Stato ebraico. Hamas non ha intenzione di deporre le armi.
Hamas, insomma, vuole la guerra. Non è interessata a negoziare.
Sarebbe Israele a preparare la guerra? Israele, semplicemente, si prepara a difendersi dai suoi aggressori.
Ecco il pezzo:

Tre anni dopo, il «Piombo» torna a farsi rovente. Israele è pronto a lanciare una nuova offensiva militare nella Striscia di Gaza, tre anni dopo l’operazione Piombo fuso, che causò la morte di 1.400 palestinesi e di 23 israeliani. «Stiamo preparando e di fatto siamo pronti per una nuova campagna», afferma il generale israeliano Tal Hermoni, citato i dal quotidiano Haaretz. Hermoni ha precisato che l'operazione sarà «diversa» e che il suo obiettivo sarà di «rinnovare la nostra forza di deterrenza, se ci verrà chiesto di riportare la pace nelle comunità del sud». Secondo il piano messo a punto dalle forze armate, precisa Haaretz, l'operazione sarebbe più breve di quella del 2008, ma con l'impiego di maggiore potenza di fuoco. Una nuova guerra a Gaza? «È solo questione di tempo». Secondo una fonte militare israeliana contattata dalla Bbc «finché Hamas resta al potere nella Striscia di Gaza, una nuova guerra nel territorio palestinese è solo questione di tempo».
ESCALATION
Ieri un razzo lanciato da Gaza ha colpito Israele, poche ore dopo un raid aereo israeliano contro siti «terroristici » nel centro e nel nord del territorio palestinese. L’altro ieri altri quattro razzi erano stati lanciati contro Israele, dopo le due incursioni dell'aviazione israeliana di martedì scorso, che aveva causato un morto e una ventina di feriti. Nell’ultima settimana la situazione al confine con Gaza si è fatta più delicata a causa del missile anticarro Kornet che ha raggiunto il territorio dello Stato ebraico. Episodio che ha portato Israele a schierare lungo il confine carri armati dotati di un nuovo sistema di difesa antimissile. Secondo il capo di Stato maggiore israeliano Gabi Ashkenazi, il missile di fabbricazione russa «è tra i più pericolosi tra quelli usati finora, non era stato usato neanche durante la guerra in Libano...La situazione nel sud è molto fragile e potenzialmente esplosiva ». Israele appronta la guerra, incurante, almeno all’apparenza, dei segnali che provengono dai vertici di Hamas. Il leader in esilio del movimento islamico, Khaled Meshaal avrebbe ordinato all'ala militare dell' organizzazione, le Brigate Ezzedin al-Qassam, di mettere fine agli attacchi contro obiettivi israeliani. A riferirlo è una fonte di al-Fatah, precisando che l'ordine è stato emesso dopo unaccordo raggiunto dallo stesso Meshaal con il Presidente palestinese MahmudAbbas (Abu Mazen) durante i colloqui al Cairo per una riconciliazione tra i due movimenti. Secondo le fonti di Fatah, Meshaal avrebbe ordinato un cessate il fuoco con Israele non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania. L'ordine risalirebbe alla fine di novembre, dopo la prima fase dei colloqui di riconciliazione tra Hamas e Fatah al Cairo. Le due organizzazioni avrebbero anche concordato sulla necessità di puntare più su una rivolta popolare come quelle della primavera araba. Meshaal ha ribadito la scorsa settimana che la protesta popolare ha «la potenza di uno tsunami», come già dimostrato nel mondo arabo. «Noi e Fatah abbiamo ora una base comune su cui possiamo lavorare, che è la protesta popolare, espressione del potere della gente», ha detto. Le fonti di Fatah hanno spiegato ad Haaretz che Hamas non intende riconoscere ufficialmente Israele né accettare accordi di pace con lo Stato ebraico, ma al momento vuole puntare sulla protesta popolare e su un accordo per un Stato palestinese entro i confini del 1967.Hamasnon ha quindi intenzione di deporre le armi, hanno aggiunto, e risponderà agli attacchi di Israele. Ma in questa fase, Hamas sembra voler giocare soprattutto la «carta politica ». E di accreditamento regionale.
NUOVO CORSO
Il 26 dicembre, Ismail Haniyeh, «primo ministro » di Hamas a Gaza, ha incontrato al Cairo il segretario generale della Lega Araba e il leader e dei Fratelli musulmani in Egitto. Si è trattato del primo viaggio del rappresentante di Hamas fuori dai territori palestinesi dal 2007, quando Israele impose sulla Striscia l'embargo in seguito al presa del potere del movimento islamico a Gaza. Dopo l’Egitto, Haniyeh visiterà Sudan, Qatar, Bahrain, Tunisia e Turchia. Il tour diplomatico di Haniyeh sembra indicativo, secondo analisti palestinesi indipendenti, di un rafforzamento politico di Hamas, apparentemente favorito dalla caduta di alcune dittature arabe nel corso della «Primavera» che anche ha visto grandi successi elettorali delle correnti islamiche in diversi Paesi.

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