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Rassegna Stampa
30.09.2011 Il parlamento europeo e l'autoproclamazione dello Stato palestinese
Commento di Fiamma Nirenstein, fraintendimenti da Udg e Unità

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Strasburgo approva Abu Mazen: Legittimo lo Stato di Palestina»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 30/09/2011, a pag. 32, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Strasburgo approva Abu Mazen: Legittimo lo Stato di Palestina".


Fiamma Nirenstein

Il titolo del pezzo è portatore di un equivoco macroscopico. Stando alla dichiarazione di Fiamma Nirenstein che segue, la risoluzione non riconosce la legittimità dello Stato palestinese, ma  le aspirazioni dei palestinesi ad avere un proprio Stato. Cita anche il negoziato fra le parti, pur sapendo che Abu Mazen è contrario.
Ecco il comunicato di Fiamma Nirenstein, seguito dall'articolo di Udg:

La dichiaraziomne dell'Unione Europea, anche se al solito acritica nei confronti di una politica palestinese pericolosamente ormai lanciata sull'unilateralismo, non è tuttavia univoca, anche perchè ben consapevole che non lo sono affatto le posizioni al suo interno. Riflette nel riconoscere il diritto alla "statehood" statualità palestinese, e non a uno "state", un già definito stato palestinese, una sottile distinzione fra aspirazione e realtà delle cose, lasciando tutto in fieri. Auspica anche il ritorno al negoziato, ovvero ribadisce la richiesta del Quartetto che le parti perseguano la pace con colloqui, ovvero sottintende che una pace possibile si stabilisce parlandosi, e non rifiutando di trattare e appellandosi all'ONU. Tuttavia l'Unione Europea non può che essere se stessa, e quindi, nonostante voci diverse al suo interno, esprimere alla fine la sua lontananza da Israele.

L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : " Strasburgo approva Abu Mazen: Legittimo lo Stato di Palestina "


Catherine Ashton

Udg riporta questa notizia: "In una risoluzione adottata a larga maggioranza il Parlamento europeo «chiede agli Stati membri, appoggiandoli, di essere uniti nel loro atteggiamento verso la domanda legittima del popolo palestinese di essere rappresentato come Stato alle Nazioni Unite presentata dall'Autorità palestinese, e di evitare le divisioni tra gli Stati membri».". L'autoproclamazione sarebbe una 'richiesta legittima'? Pretendere che i confini siano quelli del'67, indifendibili, anche?
Non stupisce la posizione di Catherine Ashton :
"Catherine Ashton, nel corso del dibattito in aula tenuto martedì scorso, il Parlamento chiede al governo israeliano di fermare la costruzione e l'ampliamento degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est e insiste sulla necessità di trovare un accordo su una tregua definitiva che eviti lanci di missili dalla Striscia di Gaza verso Israele". Una dichiarazione inaccettabile, che lascia intendere che Hamas continui a lanciare razzi contro Israele perchè non è stato ancora raggiunto un accordo.  Hamas lancia razzi contro Israele per assassinare la sua popolazione, non in segno di protesta per lo stallo dei negoziati.
Ecco l'articolo:

Una presa di posizione destinata a lasciare il segno. Un sostegno importante per il presidente MahmudAbbas (AbuMazen).Gli eurodeputati giudicano «legittima» la richiesta d'adesione all'Onu di uno Stato di Palestina, formulata la settimana scorsa dall'Autorità nazionale palestinese, e chiedono lo stop alla costruzione o all'estensione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. In una risoluzione adottata a larga maggioranza il Parlamento europeo «chiede agli Stati membri, appoggiandoli, di essere uniti nel loro atteggiamento verso la domanda legittima del popolo palestinese di essere rappresentato come Stato alle Nazioni Unite presentata dall'Autorità palestinese, e di evitare le divisioni tra gli Stati membri». Nel testo approvato si afferma «l'indiscutibilità tanto del diritto del popolo palestinese all' autodeterminazione e a un proprio Stato sovrano quanto del diritto di esistenza dello Stato d'Israele entro frontiere sicure». Inoltre è scritto che «non dovrebbero essere accettate modifiche ai confini precedenti al 1967, anche per quanto riguarda Gerusalemme, senon quelle concordate tra le parti». Inoltre, confermando quanto dichiarato dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, nel corso del dibattito in aula tenuto martedì scorso, il Parlamento chiede al governo israeliano di fermare la costruzione e l'ampliamento degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est e insiste sulla necessità di trovare un accordo su una tregua definitiva che eviti lanci di missili dalla Striscia di Gaza verso Israele. D’altro canto, è stata la stessa Ashton a ribadire a più riprese che l’Unione sostiene il principio dei «due Stati» sui confini del 1967 con Gerusalemme capitale. Un'impostazione avvalorata e rafforzata ora dalla risoluzione parlamentare. Un’indicazione che i governi del 27 Paesi dell’Unione europea non potranno ignorare. «La richiesta di riconoscimento da parte dell'Autorità palestinese - ha osservato il presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek - deve portare all’immediato rilancio dei colloqui di pace, con scadenze definite,come proposto dal Quartetto il 23 settembre». «Lo status quo - haaggiunto Buzek -non è più un'opzione praticabile, alla luce degli enormi cambiamenti portati dalla Primavera Araba. Ormai è tempo di pace».
SALTO DI QUALITÀ
«L'approvazione della risoluzione del Parlamento europeo sulla Palestina costituisce un fatto politico di grande importanza; che indica con chiarezza come le principali famiglie politiche europee siano unite nel sostenere l'aspirazione del popolo palestinese a essere rappresentatocomeStato alle Nazioni Unite», afferma Roberto Gualtieri, deputato europeo del Partito democratico, tra gli autori della risoluzione votata ieri dall'aula di Strasburgo. «Questo voto - continua Gualtieri - rafforza l'importante azione svolta dall'Ue nell'ambito del Quartetto e indica chiaramente la necessità che i Paesi europei siano uniti in un eventuale voto dell'Assemblea generale sull'acquisizione dello status di "Stato non membro" da parte della Palestina. Questa unità può rivelarsi decisiva nel disincentivare provocazioni (come la ripresa annunciata degli insediamenti) che rischiano di bloccare sul nascere il negoziato, oltre a costituire un doveroso sostegno a una rivendicazione del tutto legittima un cui eventuale rifiuto risulterebbe incomprensibile ».«Ci auguriamo ora che il ministro Frattini - conclude Gualtieri- prenda atto del voto compatto del Parlamento europeo e della stragrande maggioranza dei deputati italiani (compreso il Pdl) e si esprima con chiarezza a sostegno della posizione europea».
DIPLOMAZIA IN MOVIMENTO
Da Strasburgo a Ramallah, con lo “sguardo” sempre puntato sul Palazzo di Vetro. L’Intifada diplomatica sta dando i suoi frutti: finora sono otto i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che dovrebbero votare a favore della richiesta dei palestinesi di riconoscere il loro Stato: a sostenerlo è il ministro degli Esteri dell'Anp Riad Malki, precisando che si tratta di Russia, Cina, India, Sudafrica, Brasile, Libano, Nigeria e Gabon. La Nigeria e il Gabon, ha aggiunto Malki, erano inizialmente indecisi, maalti funzionari dei due Paesihanno infine assicurato i palestinesi del loro sostegno. Ora l'Anp sta lavorando per convincere anche Bosnia e Colombia.

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