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Rassegna Stampa
23.09.2011 Israele, il nuovo segretario del partito laburista è Shelly Yachimovich
Udg ne fa una descrizione che evidenzia la sua scarsa conoscenza dello Stato ebraico e dei suoi politici

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Israele, il Labour punta sul rosa. Il neo segretario è donna»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 23/09/2011, a pag. 30, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Israele, il Labour punta sul rosa. Il neo segretario è donna".


Shelly Yachimovich

Udg non conosce bene le posizioni di Shelly Yachimovich. Se le conoscesse saprebbe che è stata molto criticata a sinistra per le sue posizioni per quanto riguarda i Territori. La stessa citazione che Udg riporta sullo Stato palestinese contraddice la linea al riguardo seguita da Udg stesso e Unità, in quanto mette in guardia dai pericoli connessi all'autoproclamazione, una scelta che non tiene conto della sicurezza di Israele e che Yachimovich respinge.
Questo articolo dimostra la poca accuratezza nella conoscenza della regione. Caro Udg, non bastano le interviste, spesso col tappeto rosso !
Ecco l'articolo:

Dopo Golda, Shelly. Nel momento più difficile della loro storia, i laburisti israeliani affidano il loro destino politico a una donna: ex giornalista televisiva di successo, «colomba» pacifista e sostenitrice delle istanze sociali che sono alla base del movimento degli «indignados» israeliani. La nuova leader del partito laburista israeliano, Shelly Yachimovich eletta l’altro ieri al secondo turno, ha esortato il premier Benyamin Netanyahu «a proporre il riconoscimento di uno stato di Palestina, al fianco di Israele, nel quadro di un negoziato di pace». L’unilaterale proclamazione di uno Stato palestinese aprirebbe invece, a suo dire, scenari pericolosi per Israele. Yachimovich, che è la seconda donna a prendere la guida del partito laburista, dopo Golda Meir (1969-1974), ha superato l’ex segretario generale del partito e ex ministro della Difesa Amir Peretz, ottenendo il 54% dei voti rispetto al 46%.
CON GLI INDIGNADOS
Malgrado l’appello all’unità nelle file del partito - che ha una lunga tradizione di spietate guerre intestine - il rischio di un’aperta animosità colcampoguidato da Peretz appare reale, a giudizio degli osservatori. Nel discorso di investitura Yachimovich detto: «È giunto il momento di ricostruire il Paese in uno spirito di giustizia, uguaglianza, senso di responsabilità per il popolo e socialdemocrazia ». «Torneremo a essere - ha detto - il partito del Paese, comei laburisti sono sempre stati». Yachimovich, 51 anni, nata a Kfar Saba (vicino a Tel Aviv), popolare ex giornalista di sinistra, assume le redini di un partito intimamente legato alla storia di Israele, che si trova da anni in profondissima crisi, dopo essere precipitato da 44 seggi sui 120 della Knesset nelle legislative del 1992 ad appena 13 nelle ultime elezioni, per scendere poi a otto dopo la scissione di cinque deputati guidati dal ministro della Difesa Ehud Barak, ex leader del partito. Nel conflitto con i palestinesi Yachimovich si schiera nel campo delle «colombe » dichiarandosi a favore di uno Stato di Palestina in pacifica coesistenza con Israele. Yachimovich, che è entrata in politica appena sei anni fa ed è deputata alla Knesset, ha ricevuto telefonate di congratulazione dal premier Netanyahu e dalla leader del partito di maggioranza relativa Kadima, all’opposizione, Tzipi Livni. Quest’ultima ha auspicato una stretta cooperazione tra i rispettivi partiti. Una cooperazione tra donne dal carattere forte e dalle idee molto chiare. Nel 2009, Shelly interviene al Comitato centrale del Labour chiamato a pronunciarsi sulla partecipazione del partito al governo guidato da Benjamin Netanyahu (Likud, destra). L’ingresso è perorato dall’allora leader laburista, Ehud Barak. Shelly si oppone strenuamente. «Nel nuovo governo a dare il tono saranno Bibi (Netanyahu), Avigdor Lieberman e gli ortodossi di Shas», scandisce Shelly l’«indignata». Quanto agli impegni di portare avanti il processo di pace con i vicini arabi, Yachimovich, espresse grande scetticismo: «Sulla carta si può scrivere qualsiasi cosa», annotò. Andando al governo, concluse in un tumulto di applausi e contestazioni, «i laburisti si avviano verso unamorte vergognosa». Un declino a cui Shelly Yachimovich cercherà di porre fine. Un’impresa titanica, ma a cui «Shelly l’indomita» crede fermamente.Al’Unità che l’ha raggiunta telefonicamente nel suo nuovo ufficio a Tel Aviv, la neo segretaria del Labour dice: «Giustizia sociale e pace sono le due facce di una stesa medaglia: quella di unPaese che vuole investire sul futuro e non chiede altro di essere un Paese “normale”, non più costretto a vivere in trincea, ma profondamente integrato in un Medio Oriente attraversato dalle “primavere arabe”». E sul «patto tra donne», Yachimovich si mostra più che possibilista: «Con Tzipi (Livni, ndr) abbiamo deciso di incontrarci nei prossimi giorni per costruire un fronte comune contro il peggiore governo nella storia d’Israele».

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