sabato 18 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Rassegna Stampa
19.08.2011 Attentato a Eilat: mettere sullo stesso piano vittima e carnefice
Ci riesce Udg sull'Unità, imitato dalle redazioni di Sole 24 Ore, Manifesto, Messaggero

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «La diplomazia del terrore contro ogni dialogo»

Sole 24 Ore, Manifesto, Messaggero, concordano nel definire 'rappresaglia' la risposta israeliana all'attentato. Forse il governo israeliano sarebbe dovuto restare fermo, in attesa di altri attentati? Perchè cercare e colpire i terroristi che hanno assassinato dei civili disarmati è una rappresaglia?
Il Manifesto arriva a scrivere nel titolo che 'una bomba tira l'altra', mettendo sullo stesso piano l'attentato e la risposta israeliana.


Tzahal                        due immagini dell'attentato

Udg, sull'Unità di oggi, 19/08/2011, a pag. 18, nell'articolo dal titolo "La diplomazia del terrore contro ogni dialogo" sostiene che l'attentato sia dovuto all'immobilismo dei negoziati. Con la frase "Il vuoto dell’iniziativa diplomatica viene sempre riempito dal sinistro clamore delle armi." che cosa intende Udg? Che tutto sommato la responsabilità di quanto successo è israeliana?
Udg continua : "
I falchi, nei diversi campi, sono entrati in azione: prima nel Neghev, e in rappresaglia, a Gaza. Da fronti opposti, mirano allo stesso obiettivo: sabotare ogni tentativo di dialogo.". Tzahal e i terroristi che hanno compiuto l'attentato sarebbero sullo stesso piano? L'esercito regolare di uno Stato può venir paragonato a dei terroristi? E il governo israeliano va anche messo insieme ai terroristi che vogliono cancellare Israele?
Netanyahu si è dichiarato più volte favorevole alla nascita di uno Stato palestinese e si è impegnato nei negoziati. Chi continua a evitare di sedersi al tavolo è Abu Mazen il 'moderato'. Se lo Stato palestinese non esiste non è per colpa di Israele, ma dei paesi arabi che l'hanno rifiutato nel '47, convinti di poter cancellare quello ebraico.
Ecco il pezzo:


Umberto De Giovannangeli

Il vuoto dell’iniziativa diplomatica viene sempre riempito dal sinistro clamore delle armi. È la lezione, vecchia e nuova, che vale sempre nel tormentato, e nevralgico, Medio Oriente. Un assunto tanto più attuale in una stagione segnata da rivolgimenti epocali che in pochi mesi hanno travolto, o stanno travolgendo, regimi, come quello dell’egiziano Mubarak o del clan Assad in Siria, che si pensavano inattaccabili. La “battaglia di Eilat” dice che sperare nel mantenimento dell’attuale status quo è una illusione. Lo è per Israele. Lo è per la leadership moderata del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmud Abbas (Abu Mazen). La “Primavera araba” può sfiorire in un “Inverno” insanguinato se non si riavvia, con decisione, il negoziato israelo-palestinese. Chi ha colpito nel Neghev lo sa bene. E nel vuoto diplomatico ha attivato la “diplomazia del terrore”. Contro lo Stato ebraico, certamente, ma anche contro i ragazzi di Piazza Tahrir, cuore della rivoluzione egiziana, che rivendicano libertà e diritti e che non hanno mai fatto dell’antisionismo un loro tratto identitario. C’è una data a cui tutti guardano: il 20 settembre. Quel giorno al Palazzo di Vetro l’Assemblea generale Onu dovrebbe discutere e votare una risoluzione in cui si riconosce lo Stato di Palestina, sui territori occupati nel ’67. Chi ha colpito nel Neghev vuole mettere il suo “marchio” su questa iniziativa. I falchi, nei diversi campi, sono entrati in azione: prima nel Neghev, e in rappresaglia, a Gaza. Da fronti opposti, mirano allo stesso obiettivo: sabotare ogni tentativo di dialogo. Nel giorno della “battaglia di Eilat”, Usa ed Europa hanno chiesto ad Assad di farsi da parte. La stessa determinazione va rivolta alle leadership israeliana e palestinese. Riaprire subito il tavolo negoziale. Prima che sia troppo tardi.

Per inviare la propria opinione all'Unità, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@unita.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT