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Rassegna Stampa
02.07.2011 Siria: il regime continua indisturbato a sparare sulla folla
altre 12 vittime tra i manifestanti

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Siria, un milione nelle piazze. Spari sulla folla e altri dodici morti»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 02/07/2011, a pag. 31, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo "Siria, un milione nelle piazze. Spari sulla folla e altri dodici morti".


Bashar al Assad

Centinaia di migliaia di manifestanti siriani anti-regime, secondo alcune fonti addiritturaun milione, si sono riversati ieri per il 16mo venerdì consecutivo nelle piazze e nelle strade di quasi tutte le località del Paese, comprese Damasco e Aleppo, per chiedere la caduta del regime. I comitati di coordinamento locale, la piattaforma degli organizzatori della mobilitazione, hanno diffuso un bilancio provvisorio di dodici civili uccisi dalle forze di sicurezza e dalle bande di lealisti armati a Homs nel centro, nella regione nord-occidentale di Idlib, al confine con la Turchia, a Damasco e a Latakia . Oltre a diffondere le generalità complete delle vittime, i comitati e altri attivisti hanno diffuso su Youtube video amatoriali ripresi in varie città e in cui si mostrano le salme di alcuni giovani con tracce di colpi di arma da fuoco sul corpo.
RIVOLTA POPOLARE
«Vattene!», è stato lo slogan scelto dagli oppositori in patria e all'estero, che avevano invitato i manifestanti a scendere in strada con inmano dei cartellini rossi a simboleggiare, con una metafora calcistica, «l' espulsione» del presidente Bashar al-Assad e del suo regime. Con l'attuale potere intendono invece dialogare gli oppositori e i dissidenti firmatari di un documento redatto nei giorni scorsi a Damasco «dopo una preparazione di un mese e mezzo» e diffuso ieri dal quotidiano britannico The Guardian. Secondo il giornale, che cita fonti dell'opposizione siriana, funzionari del Dipartimento di Stato Usa avrebbero incoraggiato la discussione del testo, che traccia un percorso di riforme nel quale si prevede che al-Assad rimanga comunque al potere. Da parte sua Washington nega di appoggiare il testo. Nel documento si prevede che Assad garantisca quella che viene definita «una transizione sicura e pacifica verso la democrazia». Il testo fa appello inoltre ad un più serrato controllo sulle forze di sicurezza, allo smantellamento delle milizie lealiste (shabbiha), al diritto a manifestare pacificamente, alla libertà di stampa e alla costituzione di un parlamento provvisorio.
NESSUNA MEDIAZIONE
Per i dimostranti siriani «il regime deve cadere». Lo hanno ripetuto in molte piazze del Paese, ma il loro appello è diventato oceanico a Hama, dove «circa 400.000» persone si sono riunite nel centro della «città liberata», così definita perchè dai primi di giugno l'esercito si è ritirato. Quel che nel 1982 divenne il teatro del massacro di migliaia di abitanti, rei di sostenere l'insurrezione armata dei Fratelli musulmani, è ora uno degli epicentri della «rivoluzione siriana». Interpellato dall'Ansa , il rappresentante locale dei Comitati di coordinamento ha confermato che «migliaia di persone sono giunte dai villaggi vicini» unendosi alle centinaia di migliaia assiepate in piazza Oronte. «È stata l'ennesima dimostrazione che il popolo siriano manifesta in modo pacifico e che al tempo stesso rifiuta l'occupazione militare delle sue città», ha aggiunto l'attivista. DaVilnius, dove è in missione ufficiale, la segretaria di Stato Usa Hillary Clinton si è detta scoraggiata dalla violenza in atto in Siria e ha affermato che per il regime di Bashar al- Assad il tempo delle riforme sta scadendo. Il governo di Damasco- ha aggiunto la responsabile della diplomazia Usa - deve avviare le riforme o sarà costretto a confrontarsi con una opposizione più organizzata. Un’opposizione che rilancia la sua sfida di libertà.

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