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Rassegna Stampa
01.07.2011 Dare spazio solo a chi è favorevole alla flottiglia
Nell'articolo di Udg non c'è posto per le motivazioni di Israele

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Flotilla, seconda nave sabotata. Gli organizzatori: è il Mossad»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 01/07/2011, a pag. 28, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Flotilla, seconda nave sabotata. Gli organizzatori: è il Mossad".


la nave Stefano Chiarini

Complimenti alla redazione dell'Unità per aver dato rilievo nel titolo alle illazioni degli organizzatori della flottiglia, questo è fare informazione. Nemmeno il quotidiano comunista ha saputo fare una mossa simile.
Non che l'articolo sia da meno, Udg mette in fila tutte le dichiarazioni degli organizzatori, non c'è spazio per voci israeliane, se non quella di Gideon Levy su Haaretz, il quale, ovviamente, critica Israele per aver tentato di bloccare la flottiglia. Il diritto di Israele a difendersi da Hamas e dagli attacchi non è un motivo sufficiente per richiedere che la flottiglia venga fermata.

Segnaliamo ai lettori di IC lo studio appena pubblicato dal Jerusalem Center for Public Affairs dedicato agli stretti legami tra i partecipanti alla seconda Flotilla e la Fratellanza Musulmana:
http://jcpa.org/JCPA/Templates/ShowPage.asp?DRIT=0&DBID=1&LNGID=1&TMID=111&FID=378&PID=0&IID=7745&TTL=Who_Is_Behind_the_Second_Gaza_Flotilla

Ecco l'articolo di Udg:

«Dal Governo italiano non vogliamo un appoggio politico ma solo protezione ». Questo l'appello lanciato ieri in una conferenza stampa dai coordinatori della «Stefano Chiarini», la nave italiana che parteciperà alla Freedom Flotilla 2 diretta a Gaza. «La nostra richiesta è quella di rispettare il diritto internazionale e garantire la sicurezza dell'equipaggio della nave». hanno ribadito i coordinatori. Già nei giorni scorsi, fanno notare gli organizzatori della «Stefano Chiarini», la Freedom Flotilla Italia aveva chiesto garanzie sulla salvaguardia dei partecipanti al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Richiesta a cui «un segretario dell'onorevole Letta ha risposto, per telefono, chiedendoci di non andare a Gaza e definendo non opportuna la nostra missione», spiega Paola Mandato, uno dei coordinatori della nave italiana. E, sempre nei giorni scorsi, la richiesta di un'adeguata protezione è stata inoltrata via fax anche alla presidenza della Repubblica, hanno aggiunto gli organizzatori.
TENSIONE CRESCENTE
Al di là delle risposte e degli impegni assunti o meno dal Governo italiano, la «Stefano Chiarini», è pronta a salpare. Le formalità burocratiche necessarie «sono state completate, l'ok per l'assicurazione è arrivato e ieri (mercoledì, ndr) è stata issata la bandiera dell'imbarcazione», annunciano i responsabili. Per l'ok definitivo alla partenza manca ora l'ispezione delle autorità locali che però è «imminente ». Mentre a differenza di altre navi della flottiglia, la «Stefano Chiarini » e stata risparmiata dai sabotaggi anche perchè «è sorvegliata da due lance della capitaneria di porto... La nave - precisa ancora Mira Pernice - è ormeggiata all'isola di Corfù e potrà portare tra i «50 e i 70 passeggeri» Una nave irlandese della «Flotilla 2 verso Gaza» è stata sabotata nel porto turco di Gocek, denuncia a Dublinoil comitato organizzatore. Per il comitato, è Israele «il principale sospettato » della vicenda. La nave Saoirse (libertà) degli irlandesi è stata «vittima di un sabotaggio nel porto turco, di Gocek, dove si trovava da qualche settimana», hanno detto gli organizzatori in un comunicato, sottolineando che Israele dovrebbe essere considerata «il principale sospettato di questo atto»
VOCI CRITICHE
Da Israele si levano voci critiche controuna nuova prova di forza verso le navi della «Flotilla». Tra queste voci, c’è quella di Gideon Levy, editorialista di punta del quotidiano Haaretz. «Cosa siamo diventati? La violenza è diventata la lingua ufficiale di Israele?», chiede Levy. Secondo il giornalista la campagna mediatica anti-palestinese ha delle sue «parole d'ordine: pericolo, musulmani, turchi, arabi,terroristi, attentatori suicidi, sangue, fuoco e colonne di fumo.un modello ricorrente - scrive - per demonizzare e poi legittimare la violenza». Sulle navi, rimarca Levy, «vi sono attivisti sociali e combattenti per la pace e la giustizia, i veterani della lotta contro l'apartheid, il colonialismo e l'imperialismo. Vi sono intellettuali, i sopravvissuti dell'Olocausto, , persone anziane, che stanno rischiando la vita perun obiettivo che è considerato un tradimento».

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