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Rassegna Stampa
14.03.2011 Il regime iraniano discrimina le donne e le imprigiona se osano difendersi
La denuncia di Shirin Ebadi

Testata:
Autore: Shirin Ebadi
Titolo: «Donna e avvocato: per questo Teheran ha paura di Nasrin»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 14/03/2011, a pag. I, l'articolo di Shirin Ebadi dal titolo " Donna e avvocato: per questo Teheran ha paura di Nasrin".


Nasrin Sotoudeh           Shirin Ebadi

Non molto tempo fa la mia collega Nasrin Sotoudeh era l’avvocato che molti di noi che operano nel campo della difesa dei diritti umani chiamavano quando il governo ostacolava la nostra attività o arrestava uno dei noi o un nostro familiare. È triste dirlo, ma ora ad essere finita in prigione è proprio Nasrin. Il suo reato? Tra i capi di accusa: l’aver agito contro la “sicurezza nazionale”, la “propaganda contro lo Stato” e l’affiliazione al Defender of Human Rights Center, organizzazione fondata nel 2001. Il governo l’ha altresì accusata di non aver portato l’hijab, il tradizionale velo islamico. Solo in relazione ad alcuni dei capi di imputazione è stata recentemente condannata ad 11 anni di reclusione ed è stata interdetta dai pubblici uffici con la conseguenza di non poter esercitare la professione forense per 20 anni. Disgraziatamente Nasrin non è sola. Questa coraggiosa quarantacinquenne, madre di due figli piccoli, è una delle molte persone che in Iran sono state prese di mira dalla giustizia per aver parlato in difesa dei diritti degli altri. Come sappiamo in seguito al caso di Sakineh Mohammadi Ashitiani - unairaniana condannata alla lapidazione per un presunto adulterio - la collera del regime si scaglia assai spesso contro le donne. Ma il caso di Nasrin è particolarmente significativo perché solleva un interrogativo fondamentale sul futuro dell’Iran. Se il regime iraniano non tutela i diritti umani dei suoi cittadini, chi può combattere questa battaglia di legalità? E se coloro che cercano di prendere le difese di quanti vedono palesemente calpestati i loro diritti umani non possono nemmeno fare il loro lavoro, chi può garantire la sopravvivenza in Iran di valori quali l’uguaglianza e la giustizia? Perché il governo iraniano ha così tanta paura di Nasrin? Ovviamente il governo iraniano non manda giù il fatto che il lavoro di una donna possa gettare una luce così negativa sulla deplorevole situazione dei diritti umani in Iran. L’altra ragione va individuata nel fatto che Nasrin non teme di patrocinare casi difficili che altri avvocati rifiutano e proprio per questa ragione si e’ guadagnata il rispetto di tutto il mondo. Nasrin ha accettato di difendere la giornalista Isa Saharkhiz e anche Heshmatollah Tabarzadi, leader del disciolto Fronte Democratico dell’Iran. Inoltre ha accettato il caso di Zahra Bahrami, una donna olandese-iraniana arrestata per aver preso parte alle manifestazioni di piazza all’indomani delle elezioni del 2009. A Zahra è stato negato il diritto di presentare appello avverso la sentenza di primo grado. Malgrado l’intervento delle autorità olandesi e dell’Unione Europa, Zahra è stata giustiziata senza alcun preavviso il 29 gennaio scorso. Nasrin è stata il mio avvocato allorché ho citato in giudizio Kayhan, unquotidiano conservatore controllato dal Leader Supremo dell’Iran, Ali Khamenei, e mi ha difeso anche quando le autorità iraniane hanno confiscato i miei beni nel 2009. Nasrin non si è tirata indietro nemmeno dinanzi a situazioni drammatiche quali l’esecuzione di persone molto giovani. L’Iran è uno dei pochi paesi almondoche ancora giustizia i bambini. Pochi giorni prima del suo arresto, la polizia iraniana ha perquisito la casa di Nasrin. Successivamente Nasrin è stata convocata dall’Ispettorato delle tasse e i suoi beni sono stati confiscati. Ma nulla di tutto questo e’ servito a spaventarla. Mentre si trovava negli uffici dell’Ispettorato delle tasse, Nasrin si è resa conto che le autorità stavano svolgendo “indagini” analoghe a carico di almeno altri trenta avvocati e coraggiosamente ha passato questa informazione all’International Campaign for Human Rights in Iran. L’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani ha chiesto pressantemente alle autorità iraniane di rivedere la posizione di Nasrin e di accelerare i tempi del suo rilascio e diversi gruppi di tutela dei diritti umani in tutto il mondo – tra cui Amnesty International e Human Rights Watch – hanno chiesto il rilascio di Nasrin. Il suo caso – insieme a molti altri – è la prova tangibile che in Iran non è garantito il rispetto dei fondamentali diritti umani. Per questa ragione alcuni Paesi stanno chiedendo l’adozione di una risoluzione al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. La risoluzione dovrebbe nominare un inviato speciale con il compito di recarsi in Iran e svolgere sul luogo un indagine sulle violazioni compiute in quel Paese. Questa iniziativa è incoraggiante, ma per raggiungere la maggioranza in seno al Consiglio occorre l’adesione di altri Paesi. Questa iniziativa internazionale concreta volta a far capire agli iraniani che ilmondononliha dimenticati, sarebbe, a mio parere, il modo migliore per onorare la mia collega Nasrin. Come le altre donne del mondo arabo in Tunisia, in Egitto e in altri Paesi, Nasrin è impegnata in una coraggiosa battaglia per la difesa dei diritti umani. In questo momento critico della storia la comunità internazionale deve sostenere quanti si battono per il rispetto dei diritti umani. Non dobbiamo permettere che Nasrin sia ridotta al silenzio.

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