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Rassegna Stampa
23.11.2010 Israele blocca l'immigrazione clandestina dall'Egitto con una barriera
Udg s'indigna, chissà come mai

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Africani in fuga dal Sinai. Israele allarmato costruisce un altro Muro»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 23/11/2010, a pag. 29, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Africani in fuga dal Sinai. Israele allarmato costruisce un altro Muro".

Udg s'indigna per la decisione di costruire una barriera tra Israele ed Egitto per limitare l'immigrazione clandestina verso Israele.
Tutti i Paesi del mondo combattono l'immigrazione  clandestina entro i propri confini, perchè dovrebbe essere diverso per Israele ?
In ogni caso, l'Egitto ha costruito una barriera simile al confine per Gaza, ma Udg non ha protestato per questo. Chissà perchè.
Ma Fassino, legge qualche volta l'UNITA' ? E se si, possibile che gli vada bene così com'è ?
Ecco l'articolo:

Più che un Paese in trincea, appare sempre più un Paese «murato». Quel Paese è Israele. La crescente infiltrazione in Israele di africani provenienti dal Sinai in cerca di lavoro rappresenta ormai «un pericolo demografico esistenziale» per lo Stato ebraico: ad affermarlo è il ministro degli Interni Ely Yishai (Shas) in un infuocato dibattito alla Knesset nel giorno in cui le ruspe hanno avviato i lavori di costruzione lungo il confinecon l’Egitto di unaimponente barriera. La ricerca dei fondi necessari (almeno 1,35 miliardi di shekel, circa 270 milioni di euro) ha richiesto tempo prezioso e dunque la costruzione della barriera, annunciata all’inizio del 2010, prende le mosse solo adesso.
LA LUNGA BARRIERA
La lunghezza complessiva del progetto sarà di240 chilometri e nel settore nord si congiungerà con la barriera anti-contrabbando costruita dall’Egitto nei20 chilometri di confine fra il Sinai e la Striscia di Gaza. La prima fase del progetto israeliano prevede la costruzione di 140 km di reticolati, torrette di avvistamento e piste per le pattuglie, che richiederà almeno un anno e mezzo. Negli altri 100 km saranno disposti ostacoli di carattere diverso, a seconda del carattere topografico della zona. Nel frattempo il flusso degli infiltrati africani cresce in maniera che i dirigenti israeliani giudicano «allarmante ». Se nel 2009 il numero complessivo degli africani giunti dal Sinai in Israele è stato di 4.341, nel 2010 - fino all’inizio di novembre - ne sono stati contati 10.858. Entro la fine dell’anno gli ingressi si sarannodunque triplicati e il flusso - riferisce la polizia - è in continua crescita. In tutto si stima che 30 mila africani vivano ormai in pianta stabile in Israele da dove inviano ai loro congiunti i tremila dollari a testa necessari per pagare i contrabbandieri beduini che garantiscono il loro passaggio dal Sinai in Israele. Un traffico lucroso, dunque, di milioni di dollari Secondo il ministro della giustizia YaakovNeemanin Egitto 2,5 milioni di africani sono in procinto di partire verso Israele e dunque occorre decidere fin d’ora severe misure di dissuasione. Fra di essi la percentuale di profughi è stimata del 3-5 per cento: tutti gli altri - dice il governo - vanno assolutamente respinti. Al dibattito parlamentare ha preso parte il sindaco di Eilat - la città turistica affacciata sul mar Rosso, vanto d’Israele - dove la presenza degli africani è più sentita.«Quandofa buio - racconta il sindaco Meir Yitzhak ha-Levy - da noi la gente non esce più di casa, la paura serpeggia». Lo stesso, secondo Yishai, avviene anche in quartieri sottoproletari di Tel Aviv. Proprio Yishai ha peraltro approvato la settimana scorsa l’immigrazione in Israele di ottomila Falashmura, cittadini etiopi di lontana origine ebraica. Per fermare la «marea africana», è stato detto al Parlamento, oltre alla barriera si renderanno necessari anche mezzi coercitivi: un grande campo di detenzione a Ketziot (Neghev) capace di ospitare 10 mila persone; multe pesanti a chi sia scoperto a dare lavoro agli infiltrati e un meccanismo che consenta di rimpatriare quanti oggi si trovano illegalmente in Israele.

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